CAROVANA DELLE ALPI 2017 : PROGRAMMA EVENTI DEL CIRCOLO VALLE D’AOSTA

Anche quest’anno, il Circolo Legambiente Valle d’Aosta ha in serbo per cittadini e turisti un programma di escursioni nell’ambito di Carovana delle Alpi, la Campagna estiva del Cigno Verde che pone al centro l’arco alpino, i rischi che il suo fragile ecosistema corre e le buone pratiche per favorirne uno sviluppo compatibile con la salvaguardia ambientale. “Quest’anno il programma ci porterà a conoscere i luoghi delle Bandiere Verdi e Nere – spiega il Presidente del Circolo, Denis Buttol – con un focus iniziale sul cambiamento climatico.

 

BIMODALI ED ELETTRIFICAZIONE – COMUNICATO DEL COMITATO “LA VALLE D’AOSTA RIPARTE”

Anche Legambiente fa parte del Comitato VDA Riparte, che ha ottenuto l’approvazione della legge regionale di iniziativa popolare per una ferrovia ed un sistema dei trasporti moderni ed efficaci.Ma per ottenere questo risultato serve l’elettrificazione della lineaqferroviaria, non l’acquisto di altri treni bimodali!

COMUNICATO STAMPA
Spiace constatare che anche dopo l’approvazione, nel novembre 2016, della Legge regionale n. 22, 2016 che prevede come primo punto l’elettrificazione della tratta ferroviaria Ivrea-Aosta, ancora si alzino delle voci, da una parte e dall’altra degli schieramenti politici, perché si proceda con l’ordinazione di nuovi treni bimodali oltre ai cinque già commissionati anni fa e che arriveranno nel corso del 2018.
La scelta, fatta vari anni fa, di realizzare treni che funzionano sia con combustibile diesel sia con alimentazione elettrica è stata fatta nella speranza di evitare la rottura di carico di Ivrea senza elettrificare la tratta valdostana. Invece di fare la scelta risolutiva, l’elettrificazione, si è scelto un taccone molto costoso ed insoddisfacente.
Costoso perché un bimodale costa oltre il 30% per cento in più rispetto ad un treno tradizionale ed insoddisfacente perché interviene solo parzialmente sul problema della rottura di carico ad
Ivrea, non elimina l’inquinamento dei treni diesel e restringe in modo drammatico la disponibilità di materiale rotabile in grado giungere ad Aosta.
Con i 47 milioni investiti per i primi 5 bimodali e gli ulteriori 30 milioni che si vorrebbero spendere per altri tre si arriva ad una cifra molto vicina al costo dell’elettrificazione della linea, che il
progetto preliminare del 2010 ha previsto in 81 milioni di euro.
Se invece di imboccare la strada dei bimodali si fosse posto mano con decisione, a partire dal progetto preliminare del 2010, all’elettrificazione oggi i lavori sarebbero in dirittura di arrivo e alla
fine del prossimo anno la Regione avrebbe la linea a trazione elettrica in funzione.
Linea elettrica significa eliminazione totale della rottura di carico ad Ivrea, minori costi di esercizio (quasi la metà), azzeramento delle emissioni inquinanti, disponibilità senza limiti di treni e di offerte commerciali particolari. Insistere per acquistare altri bimodali significa boicottare la strada lungimirante tracciata dalla Legge 22/2016 e ripresa con forza dall’Accordo Quadro Regione-Rete Ferroviaria di prossima approvazione. Accordo Quadro che fissa anche tempi stretti per la progettazione definitiva dell’elettrificazione e per i lavori a seguire a carico delle
finanze statali (130 ml di euro).
Non si può chiedere soldi allo Stato per elettrificare la linea e nello stesso tempo chiedere soldi per acquistare altri bimodali, prima o poi anche nella distratta Roma qualcuno si porrà delle domande e presenterà alla Regione i conti.
Le risorse disponibili vanno concentrate su elettrificazione e materiale rotabile elettrico non certo sui costosi e, fra qualche anno, inutili bimodali.
Aosta 14 luglio 2017
Il Comitato “La Valle d’Aosta Riparte”

CAROVANA DELLE ALPI 2017 : BANDIERA NERA AL COMUNE DI LA THUILE

La memoria storica ed il turismo sostenibile sono entrambe essenziali per le nostre comunità, ma non sempre gli amministratori lo comprendono.Pubblichiamo il testo integrale della Bandiera Nera al Comune di La Thuile.  Maggiori info sul Campo di internamento di Porta Littoria questo link http://www.campifascisti.it/scheda_campo.php?id_campo=329

BANDIERA NERA

A CHI: Amministrazione Comunale di La Thuile

MOTIVAZIONE: Progetto di abbattimento di tutti gli edifici del villaggio minatori detto anche villaggio Padre Kolbe, in località Pera Carà, unica testimonianza di campo di prigionia fascista in Valle d’Aosta (Campo P.G. N. 101, Porta Littoria) e punto di interesse per un percorso di turismo minerario.

Nel territorio comunale di La Thuile, in una pineta ai margini dell’abitato, è situato un insieme di modesti edifici che ha ospitato nel tempo i minatori impiegati nell’estrazione del carbone delle locali miniere e, nel 1942, 250 prigionieri, 131 serbi, 113 montenegrini e 6 italiani, utilizzati anch’essi nel lavoro estrattivo. Il Campo P.G. N. 101, Porta Littoria, è l’unica testimonianza di campo di prigionia fascista della Valle d’Aosta.

Delle miniere di carbone, che hanno segnato in modo significativo la vita economica del paese, non restano molte testimonianze, ma esiste un percorso illustrato da appositi cartelli esplicativi che ne indica caratteristiche e localizzazione. Un piccolo museo collocato nell’ex villaggio minatori costituirebbe dunque l’ideale completamento del percorso di visita.

Nell’Iter di approvazione della variante sostanziale del PRGC, che destinava l’area in questione ad attività artigianali, era previsto appunto di conservare uno degli edifici del campo per collocarvi le testimonianze dei diversi utilizzi del villaggio.

Purtroppo, una successiva variante del Piano Regolatore Comunale – 07/11/2016 (P.U.D. della Zona D1 sottozona 4 (di riserva) – ha cancellato questa ipotesi di salvaguardia almeno parziale della memoria.

Si è dunque progettata la totale cancellazione di una testimonianza unica della memoria storica del comune di La Thuile e, per quanto riguarda il campo di prigionia, dell’intera regione Valle d’Aosta.

L’esistenza del campo è testimoniata sia dalla licenza edilizia del 1941 sia dagli studi del professor Paolo Sibilla dell’Università di Torino e di Genova. L’abbattimento si configurerebbe dunque anche come violazione di quanto stabilito dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio (D. Lgs n. 42 del 2004) in particolare degli art. 10 e 54 che tutelano le emergenze di valore storico ed etno-antropologico.

Andrebbe infine approfondito lo studio di ulteriori tracce testimoniali indicanti la presenza sul sito, nel corso della prima guerra mondiale, di prigionieri di guerra austriaci destinati anch’essi al lavoro in miniera, presenza che renderebbe il villaggio segno tangibile della storia di un intero secolo.

Sia l’aspetto relativo alla testimonianza storica sia il valore culturale e turistico del sito impegnano Legambiente alla sua difesa.

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CAROVANA DELLE ALPI 2017 : BANDIERA NERA A MONTEROSA S.P.A.

Accanto agli esempi virtuosi, esistono ancora gli esempi negativi. Noi li chiamiamo, da sempre, i “pirati della montagna”. Quest’annno in Valle d’Aosta sono due. Pubblichiamo integralmente il testo della Bandiera Nera alla Società Monterosa S.P.A

BANDIERA NERA

A CHI: Monterosa S.p.A.

MOTIVAZIONE: progetto di realizzazione di una pista da sci di discesa nel Vallone di Indren (Gressoney), spacciandola quale miglioramento di un percorso fuoripista.

La nuova gestione della Monterosa S.p.A., la società che gestisce gli impianti di risalita e funiviari nelle valli di Ayas e Gressoney, pur nell’intento lodevole di far quadrare i conti, cerca di operare nell’ombra, di aggirare le normative e di evitare il confronto pubblico, perseguendo progetti di fortissimo impatto sul territorio e sull’ambiente.

Esemplare è il caso del progetto di realizzazione di una nuova pista da sci di discesa, dalla stazione di arrivo della funivia di Punta Indren (3.275 m.) al Gabiet (2.328 m.), con un tracciato che interverrebbe in modo irreversibile nel vallone dell’Indren, oggi apprezzato per la sua naturalità e meta di flussi crescenti di turisti e visitatori sia in estate sia in inverno.

Una decina di anni fa, la Funifor di Indren, della portata oraria di 2480 persone, fu finanziata interamente dalla Regione Valle d’Aosta (costo di allora ca. 18 milioni di euro) e fu inaugurata il 27 dicembre 2009, con la società Monterosa SpA euforica che annunciava come gli appassionati potessero “raggiungere il paradiso di neve fresca nel cuore del Monte Rosa, perla selvaggia del Monterosa Ski“.

Ora, invece, ci si accorge che l’impianto fu del tutto sovradimensionato e spropositato, che – come previsto fin da allora dai più – è fortemente in perdita, ci si scorda della “perla selvaggia” e si cerca maldestramente di correre ai ripari realizzando una vera e propria pista da sci, in quanto l’afflusso di sciatori dediti al fuoripista non è sufficiente a rendere l’impianto sostenibile sul piano economico.

E così, a gennaio 2017, la società Monterosa SpA deposita presso la Regione Valle d’Aosta un progetto dal titolo “Interventi di miglioramento del tracciato sciabile Indren – Gabiet”.

Si tratta in realtà della realizzazione di una nuova pista da sci di discesa dello sviluppo di 5 Km, di cui 2 km in area del tutto estranea al percorso segnalato di fuoripista, in un contesto ambientale assai delicato in alta quota, il cui habitat è fortemente vulnerabile ad ogni opera di modellamento del terreno.Sono previsti lavori imponenti:sbancamenti per 41.000 mc di materiali e realizzazione di scogliere di sostegno in malta e pietra, di notevoli dimensioni.

Con la complicità di alcuni professionisti locali tutti gli elaborati sono finalizzati a mostrare che gli impatti sono minimi, addirittura a vantare presunti vantaggi. Si tenta in questo modo di evitare che l’intervento sia assoggettato a Valutazione di Impatto Ambientale, spacciandolo per un semplice miglioramento del tracciato sciabile esistente!

L’operazione, però, non riesce: CAI Valle d’Aosta, Mountainwilderness Italia, Legambiente Valle d’Aosta e i gestori del Rifugio Orestes Hütte – situato proprio nel vallone di Indren – presentano osservazioni fortemente critiche al progetto. Si scatena anche una discussione sui media locali.

La Struttura regionale valutazione ambientale e tutela qualità dell’aria decide, nel mese di aprile 2017 l’ammissibilità del progetto alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale.

A questo punto, non potendo più nascondere le reali intenzioni, Monterosa SpA è venuta alla scoperto, dichiarando che la nuova pista è necessaria, ma lo fa sulla base di dichiarazioni contraddittorie e, ancora una volta, infondate.

Si afferma che la nuova pista, spingendosi oltre i 3.000 metri, consentirà lo sci anche in autunno. Non è così, perché essa collega Indren (3.270 m) con il Gabiet, a 2300 m., una quota non certo adatta a questo scopo! Insomma, con una serie di giustificazioni fuorvianti si cerca di legittimare l’ennesimo tentativo di scempio che andrebbe ad intaccare addirittura un intero versante.

Se si vuole rendere sostenibile un impianto che, a nostro avviso, non avrebbe dovuto essere realizzato, esistono altre possibilità, come, ad esempio, la valorizzazione estiva dell’antistante sito minerario dismesso, o la creazione di un punto di ristoro nella stazione di arrivo di Punta Indren. Proposte semplici, meno costose ma più rispettose di un ambiente montano sempre più sotto attacco. Per salvare il turismo in alta quota non servono nuove infrastrutturazioni, ma idee innovative, capaci di attirare visitatori attratti dalle bellezze incontaminate delle nostre montagne.

Ora, se Monterosa SpA sceglierà di proseguire l’iter autorizzativo, il progetto dovrà affrontare la Valutazione di Impatto Ambientale. Legambiente continuerà ad opporsi.

CAROVANA DELLE ALPI 2017 : BANDIERA VERDE A FORRESTGUMP E ALLA FONDAZIONE OLLIGNAN

Pubblichiamo integralmente il dossier che attribuisce la Bandiera Verde di Carovana delle Alpi 2017 all’Associazione di Promozione Sociale Forrestgump e alla Fondazione Sisistema Ollignan. Con i nostri più sentiti ringraziamenti per l’ottimo lavoro che svolgono quotidianamente!

BANDIERA VERDE

Pari merito a: Associazione di Promozione sociale “Forrestgump” e a Fondazione Sistema Ollignan Onlus

MOTIVAZIONE: per la capacità di coniugare l’esigenza di occupazione reale delle persone disabili alla pratica dell’agricoltura di montagna, esente dall’uso di pesticidi fino alla coltivazione biodinamica, costruendo forti sinergie con il territorio in un’ottica di agricoltura sociale.

“Forrestgump”: L’APS nasce nel 2015 da un gruppo di genitori e dai loro figli disabili, ponendosi come obiettivo centrale la costruzione di una reale opportunità lavorativa per i propri figli e le persone disabili in generale. L’obiettivo che l’Associazione ha sempre perseguito e persegue è quello di portare gradualmente i ragazzi a sostenere una situazione lavorativa part-time (4 ore al giorno circa), in modo da offrire loro la capacità di rendersi parzialmente autonomi sul piano economico e anche per mantenere ed ampliare la vita relazionale dopo la frequenza scolastica.

Per realizzare questo ambizioso progetto, “Forrestgump” ha scelto l’agricoltura di montagna.

Già nel 2015 alcuni cittadini del piccolo Comune di Doues hanno ceduto in uso gratuito all’associazione alcuni terreni incolti, che sono stati recuperati e coltivati (soprattutto patate e zucche) dai ragazzi disabili, che hanno così iniziato l’attività lavorativa. Un’agricoltura che, anche se non certificata, non si avvale né di pesticidi né di concimi chimici, e che, oltre ad aver recuperato terreni e pratiche agricole da tempo abbandonati, ha creato una rete di solidarietà importante per le comunità locali coinvolte.

Nel 2016 anche alcuni abitanti del Comune limitrofo di Allein, offrono in uso gratuito dei terreni, permettendo all’associazione di estendere l’attività. Anche qui si avvia un ottimo contatto con i residenti e con la Pro Loco.

Nel 2017 “Forrestgump” estende ulteriormente la propria attività, inaugurando un laboratorio di elicicoltura (allevamento di lumache per rifornire la ristorazione) nei terreni di Doues.

Oggi l’associazione occupa 15 ragazzi, che partecipano a tutte le fasi dei laboratori, e si autofinanzia completamente attraverso la vendita dei prodotti, alcune attività di raccolta fondi e donazioni dei cittadini. Non ha alcun finanziamento pubblico. Ha vinto nel 2016 il premio regionale per il volontariato.

In questi anni l’associazione ha intessuto una fitta trama di relazioni e collaborazioni con altre realtà del mondo agricolo, associativo e della cooperazione e costruito una piccola filiera di economia circolare.

L’esperienza di “Forrest Gump” colpisce per le ricadute positive che riesce a provocare non solo sui propri soci (i ragazzi disabili e i loro genitori) ma anche nelle comunità locali coinvolte. Partendo da una sorta di migrazione al contrario (i ragazzi salgono cioè a lavorare in montagna: il contrario dello spopolamento che abbiamo visto in questi anni in Valle d’Aosta) e dalla pratica dolce dell’agricoltura, riesce a proporre alle comunità locali un modello economico sostenibile, che comincia ad influenzare anche il turismo: sono infatti allo studio alcuni percorsi di turismo accessibile anche a persone con disabilità, attraverso la sistemazione di alcune strade agricole esistenti.Per questi motivi “Forrest Gump” ben merita la Bandiera Verde, come pure meritano una menzione positiva i cittadini dei Doues e Allein, per lo spirito di accoglienza e collaborazione.

Fondazione Ollignan: con Legge Regionale 43/2010 il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la Fondazione “Sistema Ollignan Onlus”. Si tratta dell’evoluzione della “vecchia” Fondazione Ollignan che era stata costituita nel 1999 per iniziativa dell’Associazione Valdostana Famiglie Portatori di Handicap, dall’Institut Agricole Régional e della Regione Autonoma Valle d’Aosta con lo scopo di gestire un Centro agricolo per disabili.

La Fondazione Sistema Ollignan Onlus opera in un contesto di natura prevalentemente agricola. La sua attività istituzionale è inserita nel siste4ma attività e dai servizi a favore delle persone con disabilità promosso dalla Regione Valle d’Aosta.

Ciò che colpisce di questa Fondazione è il dinamismo e l’attenzione all’ambiente con cui l’attività viene condotta .La continua evoluzione nelle pratiche agricole, con un occhio di riguardo al recupero di varietà antiche di grano, coniugata ad una costante ricerca della qualità ne fanno un’esperienza unica nel suo genere, per la capacità di evidenziare le potenzialità lavorative delle persone disabili, debitamente affiancate.

Il Centro Agricolo, che per anni ha operato avvalendosi di prodotti fitosanitari, è, infatti, in regime di conversione biologica dal 2015 e vi si pratica dallo scorso anno l’agricoltura biodinamica. Si trova a pochi chilometri da Aosta e ha una superficie coltivata di oltre settemila metri quadrati lavorati ad orto, patate, segale, grano tenero e granoturco; vi si pratica inoltre la viticoltura, l’apicoltura e si allevano galline ovaiole. Inoltre da alcuni anni si sperimenta anche la coltivazione delle piante officinali.

Negli ultimi anni operano nel Centro circa 12 volontari e 9 dipendenti; gli utenti inseriti sono, con orari e modalità di presenza differenziate, quasi una quarantina e nel 2016 hanno frequentato il Centro agricolo per un totale 40.402 ore.

Oltre ad operare all’interno del centro, la cucina della Fondazione nell’ultimo anno, il 2016, ha donato quasi 16.000 pasti all’esterno.

Per l’organizzazione e la realizzazione delle attività del Centro agricolo di Ollignan viene corrisposto alla Fondazione l’importo complessivo annuo, omnicomprensivo di € 410.000,00 dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta.

A ben vedere possiamo dire che la Fondazione è un bell’esempio di economia sociale, un caso virtuoso in cui cura e inserimento delle persone disabili in un’attività lavorativa quanto più possibile appagante si coniugano con l’attenzione all’ambiente e la spinta ad un costante miglioramento delle produzioni.

The Rubik’s Cube seems to be an impossible puzzle but it’s easy to solve it using algorithms.