Processo per il Lago di Lod. Martedì nuova udienza ad Aosta.

Il lago di Lod di Chamois torna in Tribunale ad Aosta martedì p.v. 8 ottobre: riprende il processo per il danneggiamento paesaggistico ed ambientale del Lago, che vede come imputato il Sindaco di Chamois Lorenzo Mario Pucci.
Per circa 3 mesi, da marzo a giugno 2022, il lago non fu alimentato, come abitualmente accadeva; il consistente e preoccupante abbassamento del livello dell’acqua e l’assenza di ricircolo provocarono danni alle specie floro-faunistiche ed allequilibrio dell’ ecosistema, determinando un importante danno naturalistico e paesaggistico.
Legambiente ed il Comitato per la Salvaguardia del Lago avevano segnalato alle istituzioni competenti l’evidente degrado del lago, dando avvio alle indagini.
Nei mesi scorsi Legambiente VdA è stata ammessa al processo come parte civile: martedì saranno sentiti i testi che ha convocato.

SOPRALLUOGO AL COL RANZOLA

Sabato 14 settembre, sfidando le particolari condizioni meteo per giornata di freddo e vento, insieme ad una trentina di soci, di simpatizzanti e di semplici curiosi, Legambiente ha condotto un sopralluogo al Col Ranzola.

Lungo il percorso sono state fatte delle tappe per osservare l’orografia dei luoghi e mettere a confronto ciò che vedevamo con le planimetrie dello studio di fattibilità in mano alle amministrazioni che l’hanno commissionato.

Abbiamo così potuto constatare che non esiste alcuna strada da “riqualificare”: il tracciato – dal lato Gressoney totalmente ex novo – impatterebbe in maniera drammatica sul territorio, andando a tagliare zone tipicamente esposte a dissesto idrogeologico e così indebolendole.

Nel tratto tra le due vallate, una targa ricorda che di qui passò il grande scrittore e filosofo russo Lev Tolstoj, che ne parla nei suoi diari. Intorno al colle si riconoscono manufatti di interesse storico e archeologico.

Nonostante la giornata climaticamente atipica per la stagione, numerose persone transitano, in salita sia da Estoul sia da Gressoney. Tra i curiosi, quelli cioè saliti al colle non “prevenuti”, l’osservazione delle carte di progetto toglie le residue perplessità. Uno di loro ci chiede: “perché spendere milioni di euro per rovinare un posto così magico e renderlo più fragile, in un contesto di cambiamenti climatici che richiederebbe, al contrario, azioni di mitigazione, non opere di ulteriore assalto al territorio?”.

Ecco, forse in questa domanda risiede il centro della nostra opposizione ad un progetto che, vedendo le carte direttamente sul campo, appare ancora più insensato.

I giochi sono ancora aperTI

ESCURSIONE AL COL RANZOLA SABATO 14 SETTEMBRE. PARTECIPA!

Legambiente, come è noto, ha assegnato una delle due Bandiere Nere valdostane dell’edizione 2024 di Carovana delle Alpi al progetto di collegamento intervallivo del Col Ranzola.

Destinatari della nota di demerito sono, in particolare, i sindaci dei due Comuni interessati, Gressoney-Saint-Jean e Brusson.

Anche in questa occasione, come già avvenuto in passato, ci è sembrato utile affiancare alla presa di posizione una iniziativa nei luoghi interessati dal progetto: vogliamo dare la possibilità ai cittadini valdostani e ai turisti di visitare le aree che dovrebbero essere toccate dalla strada ipotizzata, in modo tale che ognuno possa comprendere di cosa si tratta e quale impatto (a nostro avviso negativo) comporterebbe l’eventuale realizzazione della strada.

Questa escursione era già stata programmata a giugno ma poi rinviata due volte causa maltempo.

Partiremo da Estoul (Brusson), saliremo al colle e da qui scollineremo brevemente sul versante di Gressoney, scendendo sino all’Alpe Aresò Inferiore.

La giornata sarà una buona occasione per comprendere meglio i dettagli del percorso ipotizzato dallo studio di fattibilità del collegamento, e soprattutto il devastante impatto che la sua realizzazione comporterebbe.

Il percorso, adatto a tutti, anche alle famiglie, è privo di difficoltà tecniche.

Di seguito, una scheda della giornata.

Luogo di partenza: Estoul (Brusson) alle ore 10 e rientro previsto intorno alle ore 16

Luogo di arrivo: Alpe Aresò Inferiore (Gressoney Saint Jean)

Tipo di percorso: a/r

Dislivello positivo: 400 m.

Lunghezza totale percorso: circa 10 km.

Ritrovo per chi è di Aosta o proviene dall’alta Valle: ore 8 ad Aosta in piazza Ducler (vicino alla Questura, lato via Chambery)

Ritrovo per tutti alle ore 9.40 a Brusson, parcheggio in zona laghetto, per compattare le auto.

L’iniziativa è gratuita con prenotazione obbligatoria entro e non oltre le ore 20 del 13 settembre.

Pranzo al sacco a carico dei partecipanti.

Info e prenotazioni: legambientevda@gmail.com oppure – dopo le ore 18 – al numero 3471237701

CAROVANA DELLE ALPI 2024.QUATTRO BANDIERE VERDI E DUE NERE IN VALLE D’AOSTA

Comunicato stampa di Legambiente Alpi, in occasione dell’ottavo SUMMIT DELLE BANDIERE VERDI, tenutosi a Chiavenna (SO) il 25 maggio. Cliccandu sul testo in vede è possibile leggere il report dell’edizione 2024 di Carovana delle Alpi

Alpi sempre più green, attente alla sostenibilità e all’innovazione. A testimoniarlo è lo sprint nel 2024 delle bandiere verdi, il riconoscimento che Legambiente assegna ogni anno all’arco alpino, che arrivano a quota 23, registrando un +15,7% rispetto al 2023 (erano 19). Vessilli green che hanno per protagonisti comunità, territori, cittadino, associazioni e amministrazioni capaci di puntare su sostenibilità e innovazione dando un nuovo futuro ai luoghi montani, minacciati da crisi climatica e spopolamento abitativo. 
Il Piemonte, si conferma per il sesto anno consecutivo, re indiscusso di buone pratiche con 5 bandiere green, seguito da Valle D’Aosta, Lombardia, Veneto, con rispettivamente 4 bandiere, Friuli Venezia Giulia, 3 bandiere, e poi da Trentino, Alto Adige, e Liguria, tutti con una bandiera
 
Agricoltura, turismo consapevole e convivenza uomo-natura anche con i grandi predatori sono i tre grandi filoni delle 23 bandiere verdi di quest’anno premiate oggi dall’associazione ambientalista in occasione del VIII Summit nazionale delle Bandiere Verdi, in corso fino a domani a Chiavenna (SO) con il convegno “Comunità in transizione”, e che vedrà confrontarsi esperti del settore e realtà territoriali. Seguirà domani visita guidata al centro storico di Chiavenna. Per il filone agricoltura, tra i premiati, si va ad esempio, dal progetto piemontese REACTION che mette al centro la manutenzione dei castagneti attraverso una gestione sostenibile delle biomasse residuali della filiera del castagno; alla Valchiavenna (SO) dove sei realtà attive sul territorio – la Comunità Montana della Valchiavenna, l’Asfo di Piuro, il Consorzio Forestale di Prata, l’Associazione Amici della Val Codera, l’Associazione Patate di Starleggia e Amici della Patate di Starleggia, l’Asfo di Fraciscio Valchiavenna – sono impegnate nel recupero dell’agricoltura montana e nella valorizzazione delle varietà agronomiche locali.  
 
Per il filone turismo consapevole, si va dal trekking letterario, in Veneto, con l’Alta Via dell’Orso, ideato dallo scrittore padovano Matteo Righetto insieme all’associazione turistica di Colle Santa Lucia, all’Alta Via dei Monti Liguri (GE) e nella vicina val Borbera (AL) dove con il Cammino dei Ribelli si sta rilanciando una terra spopolata e bellissima. In Piemonte il turismo passa anche dalla riqualificazione edilizia, il comune di Moncenisio (TO) è in prima linea per il recupero e la trasformazione delle Casermette, che insieme all’Ecomuseo “Le terre al Confine”, costituiscono il potenziale fulcro di un processo di rinascita per il territorio. Per il filone convivenza uomo-grandi predatori tra gli esempi virtuosi c’è quello del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi con il progetto “Convivere con il lupo si può” e il progetto Pasturs dove lavorando insieme ai pastori si affrontano i problemi della monticazione. A questi si aggiunge l’importante intervento della Regione Piemonte che con il “Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000” contribuisce attivamente a conservare gli ecosistemi naturali.  
 
In questo “panorama montano” di buone pratiche non bisogna, però, abbassare la guardia come ricordano anche le 10 bandiere nere 2024 assegnate da Legambiente a quelle realtà che a suo avviso “non percorrono la retta via aggredendo la montagna”. I dieci vessilli neri – 3 al Piemonte, 2 rispettivamente a Valle d’Aosta e Friuli-Venezia-Giulia, 1 per Alto Adige, Lombardia e Veneto – sono raggruppabili in due grandi filoni: quelli legati all’industria sci nell’era del riscaldamento climatico e quelli di natura trasportistica e viabilistica. Tra le 10 bandiere nere, quella alla Valle d’Aosta dove Fra Zermatt e Cervinia le ruspe al lavoro hanno inferto pesanti ferite al ghiacciaio Teodulo per ampliare i domaines skiable ai fini di competizione agonistiche. 
 
“Con il summit nazionale delle bandiere verdi – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – vogliamo portare in primo piano le tante esperienze virtuose che arrivano dall’arco alpino, frutto di un cambiamento sociale e culturale, e da quelle aree interne del Paese che attirano sempre più giovani pronti a cambiare vita. Oggi una delle grandi sfide riguarda proprio il ripopolamento di queste zone, ripensando ad un turismo e ad un modo di vivere sempre più in una chiave sostenibile, innovativa, ma anche di inclusione sociale. Per vincere questa sfida, sia sulle Alpi sia sugli Appennini, è fondamentale non lasciare sole le comunità montane. Per questo al Governo Meloni chiediamo di sostenere la montagna con maggiori stanziamenti e incentivi economici per aiutare giovani e imprese, lavorando per un ripristino dei servizi pubblici essenziali oggi qui sempre più carenti”.  
 
“Ancora una volta – commenta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – le aree montane dimostrano di anticipare i tempi del cambiamento più che altrove, mettendo in campo anche azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. L’aver censito ben 23 bandiere verdi, per altro in crescita, ne è una prova. Le storie raccontate, per loro natura, vanno a definire una terza via, oltre le due opposte derive che confinano la montagna tra la museificazione e quella più aggressiva dell’industria del turismo. La nostra montagna non è il luogo dell’incontaminato, ma nemmeno il posto da stravolgere pur di gareggiare a tutti i costi com’è successo per il ghiacciaio del Teodulo in Valle d’Aosta”. 
 
 

Serve davvero sacrificare l’intera alberatura del Tesolin?

Legambiente ha raccolto alcune voci in merito all’imminente rifacimento dell’impianto di atletica di Aosta, il campo scuola Tesolin, che ha visto crescere e cimentarsi intere generazioni di studenti e di atleti nelle varie discipline del nobile sport.

Diciamolo pure: era ora che si mettesse mano alla pista, ormai in stato di avanzato disfacimento, ma la novità è che si vuole ampliare la struttura dalle 6 alle 8 corsie. Il motivo pare essere quello di potervi svolgere gare internazionali.

La voce che gira è che, nonostante i lavori di ampliamento, la struttura non soddisferà comunque le condizioni per l’omologazione per competizioni di tale livello.

Non sarebbe un fatto eccezionale, nella memoria ci rimangono i recenti ricordi della piscina di Variney, che era stata costruita in fallo di pochi centimetri, tanto da permettere solo le gare tra scapoli e ammogliati. 

Pare che il progetto preveda l’eliminazione dell’intera alberata che divide il campo di gara dal parcheggio di via Garin, più altri alberi interni all’area sportiva.

Siccome Comune di Aosta e Regione investiranno non pochi soldi per il rifacimento dell’impianto, prima di sacrificare tanti alberi e una delle poche oasi di ombra della zona, saremmo contenti che venissero dichiarati pubblicamente quali sono i reali obiettivi e le aspettative in merito al progetto di allargamento della pista, e se le condizioni per l’eventuale omologazione del campo possano essere verificate prima e non dopo l’esecuzione dei lavori.

COL RANZOLA : ENNESIMO SPRECO DI DENARO PUBBLICO PER ROVINARE LA MONTAGNA

Come si fa a “riqualificare” una strada se quella strada non c’è? Eppure delibera che investe circa tre milioni di euro di soldi pubblici per creare un collegamento intervallivo tra la Valle diGressoney e quella di Ayas – presumibilmente con enormi muri di sostegno per i tornanti necessari
a superare la pendenza – è proprio scritto così: “riqualificazione” della strada del Col Ranzola. Non è un modo onesto di usare le parole! Ma a questo siamo abituati: ormai non c’è scempio che non sia garantito “sostenibile”.
Il collegamento che la Regione vorrebbe realizzare tra la zona di Estoul, in comune di Brusson, e l’arrivo della seggiovia Weissmatten, in comune di Gressoney-Sain-Jean, su crinali geologicamente fragili, è stata proposta dalle due amministrazioni locali interessate e consisterebbe nella realizzazione di un tracciato in gran parte nuovo, lungo circa 6 km, volto a collegare le due poderali già esistenti: quella che da Estoul raggiunge gli alpeggi sotto al colle e quella a servizio della località Weissmatten sul versante gressonaro.
Legambiente segue la vicenda sin dalle sue prime battute ed acquisirà nei giorni prossimi lo studio di fattibilità della nuova strada, che non è stato reso pubblico e che potrà essere ritirato solo direttamente in loco, a Gressoney. L’accesso agli atti in formato digitale non è previsto.
In attesa di poter sviluppare osservazioni puntuali sulla proposta di tracciato, che sappiamo con certezza toccherà aree naturali di pregio, con riconosciuta valenza storica e archeologica, segnaliamo che la somma di denaro pubblico stanziato, in un periodo di contrazione continua di servizi essenziali, e le motivazioni a sostegno di questa scelta sollevano forti perplessità.
Non comprendiamo come un tracciato poderale che attraversa zone fortemente acclivi e instabili possa fungere da via di fuga in caso di calamità naturali. E’ anche difficile ravvisare la tanto sottolineata valenza ciclabile di questo collegamento. La zona a monte di Estoul è percorsa da numerose strade poderali utilizzabili anche dalle bici. Una di esse,
per esempio, raggiunge la conca dei laghi di Palasinaz, e una sua diramazione il più vicino lago Litteran. L’amministrazione ipotizza anche un collegamento ulteriore al col de Joux che, a sua volta, è nodo centrale di un a serie di itinerari escursionistici e cicloescursionistici già esistenti ,
frequentati da tempo dai turisti. Non ci pare che l’offerta sia carente. E non ci pare che questo ennesimo itinerario per mountain bike – tre milioni di euro del FOSMIT (cospicuo fondo statale per
lo sviluppo delle montagne italiane) – sia un buon investimento.
“Da tempo Legambiente, anche a livello nazionale – ha dichiarato il Presidente del circolo valdostano Denis Buttol – sottolinea che un reale contrasto allo spopolamento montano debba fondarsi, innanzitutto, sul ripristino dei servizi (medici, market, uffici, connessioni veloci
internet, trasporti) sempre più carenti”.
In questo modo dovrebbero essere investiti i fondi pubblici, non per realizzare l’ennesima, inutile, opera di devastazione del territorio.

GLI SCONVOLGIMENTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI E IL BISOGNO DI ADATTAMENTO. UN INCONTRO PUBLICO AD OYACE.

 

Si terrà ad Oyace, il 21 agosto prossimo dalle ore 17 alle 19,30 un incntro dedicato al tema del necessario adattamento ai cambiamenti climatici, focalizzando il tema sulle nostre montagne. Partecipa! 

Info e programma nella locandina sottostante.

Per iscriversi e partecipare clicca : https://forms.office.com/e/Vd0ic0fLEv

Per info: martina.bosica@legambientepiemonte.it

 

LA CAROVANA DEI GHIACCIAI FA TAPPA IN VALPELLINE IL 19 2 20 AGOSTO 2024. PARTECIPA!

Anche quest’anno la Valle d’Aosta ospita una tappa della Carovana dei Ghiacciai, la campagna di monitoraggio , giunta ormai alla quinta edizione, che Legambinte svolge sull’arco alpino con la preziosa collaborazione del Comitato Glaciologico Italiano.

In questa occasione l’attenzione sarà concentrata sull’alta Valpelline, scnvolta dalle recente alluvione. 
Carovana dei ghiacciai di Legambiente inizia il suo percorso il 19 agosto in Valle d’Aosta.

L’appuntamento per la bella passeggiata al Rifugio di Prarayer è alle 11 al piazzale della diga di Place Moulin, sopra Bionaz.
In omaggio ai ghiacciai, il nostro Circolo ha organizzato lo spettacolo degli “Operai della Parola” e letture a cura di Agnese Molinaro. 
 
L’escursione del 20 agosto è riservata a persone esperte.
 
Per info e adesioni ad entrambe le giornate vedere la locanina al link sottostante
 
 

CdG24_programma 2 TAPPA ITA

LETTERA A CVA DI PREOCCUPAZIONE PER LO SVUOTAMENTO DELLA DIGA DEL GABIET

pprendiamo dagli organi di informazione la notizia che, con lavori a partire da fine giugno, verrà svuotata la diga del Gabiet nel Comune di Gressoney-La-Trinité. 

Comprendiamo la necessità di effettuare le manutenzioni agli impianti e agli invasi utili per la produzione di energia idroelettrica della nostra regione ma al tempo stesso siamo preoccupati per i possibili effetti che queste operazioni potrebbero comportare.

Non dimentichiamo infatti gli effetti nefasti che ebbe nel 2005 la pulizia della diga di Valgrisenche, con la distruzione della micro e macrofauna presente nella Dora di Valgrisenche, sotterrata dal limo scaricato, a causa di un inefficace sistema di trattenimento dei fanghi, direttamente nel torrente. L’intorbidimento della Dora Baltea fu visibile per giorni fin dopo la città di Aosta. Alleghiamo a tal proposito un articolo del “Corsivo” del 2005.

Nell’ultima settimana, inoltre, abbiamo appreso dalla lettura del giornale Il Dolomiti di operazioni di svuotamento di alcune dighe in provincia di Trento che hanno causato danni e portato a denunce.

https://www.ildolomiti.it/ambiente/2024/pulizia-del-bacino-di-soraga-ennesimo-disastro-ambientale-e-la-provincia-tace-degasperi-cosi-lalveo-dellavisio-si-sta-desertificando-e-la-fauna-ittica-scompare

Oltre a questo si aggiunge la preoccupazione, per le persone, i pescatori e i turisti che frequenteranno il torrente Lys interessato dalla pulizia della diga nel periodo estivo, per possibili eventi di piena o hydropeaking.

La dirigenza e i tecnici di CVA hanno preso tutte le dovute precauzioni per evitare le problematiche sopra ricordate, onde evitare di incorrere in danni ambientali e danni alle persone? 

Nell’interesse della collettività, è quello che il nostro Circolo si augura.