In questi giorni la CVA sta presentando in pubblico, e in particolare alla popolazione della vallata di Champorcher, il progetto di rifacimento dell’impianto idroelettrico di Hone II.
Si tratta di un progetto importante: la centrale verrà rifatta, le condotte passeranno in galleria anziché in superficie come attualmente, saranno completamente rifatte le opere di presa e modificate le portate a carico dei torrenti Ayasse e Brenve, mentre verrà dismessa la presa sul torrente Mandaz.
Come Legambiente VdA siamo intervenuti, con delle osservazioni e con la partecipazione al procedimento, nelle fasi di predisposizione del progetto che si sono svolte negli anni passati, 2022 e 2023. Riteniamo opportuno richiamare quale è stata la nostra posizione e rinnovare la nostra richiesta più pressante.
Siamo innanzitutto consapevoli che l’impianto sia desueto e concordiamo sul fatto che debba essere rifatto e reso più efficiente.
Sappiamo che i lavori saranno molto invasivi ed impattanti e auspichiamo che i Comuni interessati (Champorcher, Pontboset, Hone), che hanno concordato i ristori, riescano a contenere i danni nelle fasi di esecuzione.
La nostra attenzione è stata rivolta soprattutto alla preoccupazione di mantenere, nella fase definitiva, la qualità dei torrenti interessati. In particolare, ricordiamo che il torrente Ayasse , benché già derivato a scopo idroelettrico, è uno dei più importanti in VdA perché ancora mantiene le caratteristiche tipiche di un torrente di montagna: l’impetuosità delle acque, la loro limpidezza e la naturalità dei territori attraversati. E’ forse l’unico che si presta per il canyoning e gli sport d’acqua, ed è l’unico in cui è ancora naturalmente presente la trota marmorata, specie autoctona fortemente protetta a livello europeo.
Per salvaguardare queste caratteristiche abbiamo chiesto che le portate derivate rispettino le norme sul Deflusso Ecologico, così come sono state elaborate dall’Autorità per il Bacino del Po, su indicazione dei Decreti Ministeriali del 2017 e della Direttiva sulle Acque Europea del 2000. In realtà, la quantità di acqua che si prevede di rilasciare nei rispettivi torrenti non è in linea con il Deflusso Ecologico. Ai sensi della Direttiva Derivazioni il progetto si situa in posizione di Esclusione e quindi non potrebbe essere accettato.
Per rendere i prelievi compatibili con il D.E. sarebbe necessario diminuire la quantità di acqua da prelevare e lasciarne una quantità maggiore nei torrenti.
Questo abbiamo chiesto con le nostre osservazioni.
La risposta è stata che non è possibile abbassare la quantità dei prelievi, perché diminuirebbe la produzione, e i guadagni non sarebbero allineati con i costi/benefici.
Noi pensiamo che la produzione globale della CVA sia già più che sufficiente per le esigenze della Valle d’Aosta. Sappiamo che si tratta di un investimento importante (anche se non abbiamo trovato traccia dell’informazione su quanti anni occorreranno per rientrare dei costi sostenuti), ma pensiamo che la CVA abbia la solidità economica per permettersi di aspettare qualche anno in più per il rientro della spesa mantenendo così un torrente di pregio, a favore di tutti i valdostani, degli affezionati turisti e dell’ambiente.