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puliamo il mondo : legambiente monitorA i rifiuti al parco saumont

Anche quest’anno Legambiente ha avviato PIM LITTER (Puliamo Il Mondo dai rifiuti), il monitoraggio dei rifiuti nei parchi cittadini, in vista di Puliamo il Mondo.Questa attività permette di allargare l’ attività di citizen science dal marine litter all’ambito urbano, in modo da collezionare dei dati, capire le fonti e poter essere più incisivi nelle richieste.Il nostro circolo ha deciso di monitorare il Parco Saumont di Aosta.

Il Parco si trova a nord di Aosta, ha ampio prato verde e qualche albero, presenta un’ampia area giochi bimbi, dei laghetti artificiali, vari percorsi pedonali e ciclabili. E’ frequentato da bambini, famiglie,anziani e sportivi.

L’erba è stata appena tagliata e a prima vista i rifiuti abbandonati sembrano trascurabili. Si notano molti minuti frammenti di rifiuti intorno ai giochi per i bambini e al tavolo da picnic. Sono presenti numerosi cestini ma non per la raccolta differenziata. I cestini in materiale plastico a forma di animali dedicati quindi ai bambini non educano alla raccolta differenziata. Alcuni cestini sono staccati, a terra e un gioco per bimbi, un di cestino altalenante ha le corde della rete da sostituire. Individuiamo l’area accessibile più sporca un po’ in disparte e sopraelevata rispetto al resto del parco: si trova lungo la ciclabile ad est, che in parte è transennata e raccoglie mucchi di tronchi e rami. Non è provvista di cestini.

Facciamo un transetto di 100 metri quadrati e procediamo alla raccolta e alla conta dei rifiuti. In un rettangolo di 100 mq (50 metri per 2 metri) troviamo: 80 *mozziconi* di sigarette; *plastica*: 15 tappi, 14 pezzi non identificabili, 5 cannucce, 5 stoviglie, 4 bottigliette;1 accendino; 2 suole di *gomma*; *carta*: 2 buste, 1 break di tetrapak, 50 frammenti; *metallo*: 6 lattine, 40 tappi, una bomboletta spray; *vetro*: 4 bottiglie e numerosi frammenti.

Ci auguriamo che l’amministrazione pubblica si impegni a dotare il parco di cestini per la raccolta differenziata e che i frequentatori del Parco si impegnino a non gettare i rifiuti per terra in quanto anche piccoli pezzi, non potendo essere facilmente raccolti dagli operatori, col taglio dell’erba vengono sminuzzati.

Nuovo taglio sconsiderato di alberi lungo la Dora Piste ciclabili e opere di riqualificazione vanificate da autorizzazioni devastanti Chi guadagna da queste azioni barbare?

un tratto della sponda disboscata quest’anno

D’estate i media consigliano agli anziani di frequentare parchi e alberate cittadine per difendersi dal calore eccessivo. Ed è comunque sempre bello e rigenerante camminare tra gli alberi, magari lungo la sponda di un fiume.

Ma è anche noto che gli alberi non sempre sono apprezzati per il loro inestimabile contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e per il contributo alla qualità dell’aria che respiriamo, in particolare nella Plaine di Aosta e dintorni, dove risulta ancora molto, troppo diffusa presso parte degli amministratori e dei decisori politici la convinzione che il territorio presenti tanto verde da giustificarne l’abbattimento indiscriminato e il puro sfruttamento economico.

Il nostro Circolo raccoglie spesso segnalazioni di cittadini che invece sembrano sempre più sensibili alla difesa del patrimonio boschivo.

el 2018, ci era stato segnalato, purtroppo a lavori già conclusi, un cospicuo taglio spondale lungo la riva sinistra orografica della Dora, nel tratto tra Villefranche e loc. Teppe. Una ditta privata era stata autorizzata all’abbattimento degli alberi, per acquisire il legname, dietro pagamento di una tariffa stabilita con Deliberazione della Giunta Regionale. Vicino all’area tagliata passa la pista ciclabile della Plaine, prima ombreggiata e ora nuda, con un danno evidente per i suoi frequentatori. Nella stessa zona, inoltre, il Comune di Quart aveva realizzato un interessante intervento di valorizzazione di una palude a scopo turistico-ricreativo, con il posizionamento di passerelle in legno, pannelli esplicativi sulla flora e la fauna del luogo. Il sito era inserito nel bosco circostante che ora non esiste più. Che senso ha dunque autorizzare simili tagli? Che criterio segue chi li autorizza?

Di recente abbiamo ricevuto segnalazione di un nuovo taglio di alberi, sempre sulla stessa martoriata sponda della Dora, ma in Comune di Saint Christophe. Nel bosco sulla riva che va dalla Croix Noire verso l’aeroporto è stata aperta una pista di circa 3 metri di larghezza. Dopo aver effettuato due sopralluoghi e ad aver acquisito gli atti, la situazione ci appare tristemente chiara. Il taglio richiesto dall’ENAC già a fine gennaio 2018 avrebbe dovuto riguardare 400 metri circa di sponda e interessare solo le piante troppo alte, in parte adiacenti all’area aeroportuale stessa, in parte lungo la Dora. Invece si è cominciato ad abbattere partendo da oltre un km. di distanza perché la ditta privata incaricata del lavoro ha chiesto e ottenuto di aprire una pista lungo la sponda, a partire dall’area sottostante il canile regionale, per raggiungere l’area dell’intervento con i propri mezzi anche se esisteva un’altra possibilità di accesso, molto più vicina al cantiere. Gli atti che abbiamo letto non spiegano perché sia stata operata una scelta diversa, ma tant’è.

Oggi possiamo dire che le alberature spondali sulla sinistra orografica della Dora, nel tratto da Villefranche alla Croix Noire, sono drasticamente diminuite in due anni, per opera di sciagurate scelte amministrative. Nel primo caso, su semplice richiesta di un privato, nel secondo a causa di un ampliamento non necessario di un intervento dovuto per la sicurezza aerea.

Nel 2018, dopo l’episodio di Quart, abbiamo chiesto e ottenuto che le concessioni di taglio di boschi ripari appartenenti al Demanio Idrico Regionale fossero sospese fino all’approvazione di regole certe e trasparenti di concessione. Ora ci troviamo di fronte ad un caso diverso, ma la tendenza a bistrattare il patrimonio boschivo fluviale ci sembra identica.

La nostra Associazione ha lanciato, all’inizio di quest’anno, il progetto DORA IN POI, volto alla valorizzazione naturalistica, storico paesaggistica, turistica e ricreativa del nostro fiume, che da sempre è stato percepito quasi esclusivamente come risorsa economica. L’idea ha una connotazione positiva e propositiva, e ha riscosso grande interesse. Ci chiediamo, però, fino a che punto sarà possibile realizzarla se le sponde del fiume continueranno ed essere deprivate del loro patrimonio boschivo, che rappresenta un elemento centrale della sua bellezza e godibilità.