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ECCO LE BANDIERE VERDI E NERE DI CAROVANA DELLE ALPI 2025!

Il 3 maggio scorso sono state assegnate le Bandiere Verdi e Nere di Carovana delle Alpi edizione 2025. In Valle d’Aosta la Bandiera Verde è andata all’allevatrice Marzia Verona, la Bandiera Nera al Comitato caccia regionale Bandiere Nere per le regole da Far West nella gestione/concezione degli equilibri ecosistemici, in particolare riguardo alla caccia alla Volpe. Pubblichiamo il comunicato stampa di Legambiente nazionale.

Link al dossier completo:

https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2025/05/report-carovana-delle-alpi-2025.pdf

SUMMIT NAZIONALE BANDIERE VERDI 2025

Nel 2025 sono 19 le bandiere verdi di Legambiente che sventolano sull’arco alpino
Premiate realtà che investono con successo su turismo dolce, agricoltura e progetti socioculturali 
utilizzando come volano la sostenibilità ambientale
 
Piemonte e Friuli-Venezia Giulia le regioni, a parimerito, con più vessilli green, seguite da Lombardia e Veneto
 
Tra i premiati: si va dalla Cooperativa di Comunità VISO A VISO di Ostana (CN) che punta su benessere, salute e welfare comunitario alla pastora e scrittrice Marzia Verona (AO) alla sottosezione del CAI di Brescia che promuove il Cammino dei boschi di ferro sulle Alpi Lombarde
 
Dalle Alpi arrivano storie sempre più attente alla sostenibilità e che guardano al futuro di questi luoghi. Nel 2025 sono 19 le bandiere verdi di Legambiente che sventolano sull’arco alpino e che ben sintetizzano come l’attenzione e la cura crescente nei confronti del territorio montano passino sempre più dalla sostenibilità ambientale, un volano fondamentale per queste aree interne. Piemonte e Friuli-Venezia Giulia sono le regioni che quest’anno hanno ricevuto, a parimerito, più bandiere verdi – ne contano rispettivamente 4 ciascuna – seguite da Lombardia e Veneto, rispettivamente con 3 bandiere a testa, Trentino, 2,  Alto Adige, 1, Valle D’Aosta 1, Liguria 1. Da questi territori arrivano storie che hanno al centro tre ambiti chiave – turismo dolce, pratiche legate agricoltura, alla silvicoltura e pastorizia, progetti socioculturali – e che ben raccontano la grande rivoluzione in atto sull’arco alpino. Qui la parola d’ordine non è solo far conoscere il territorio e attrarre turisti, ma anche incentivare un ritorno abitativo in queste terre rafforzano le comunità locali.
 
Su 19 vessilli green ben cinque sono andati ad iniziative legate al turismo dolce; altre cinque a pratiche legate all’agricoltura, alla silvicoltura e alla pastorizia; le restanti 9 bandiere verdi sono state assegnate a progetti socioculturali, capaci di rafforzare il tessuto comunitario e di promuovere valori condivisi, soprattutto in ambito socio-ambientale. Tra le 19 bandiere verdi 2025 si va, ad esempio, dal cuore del piccolo borgo di Ostana, in provincia di Cuneo, dove la Cooperativa di Comunità VISO A VISO, nata nel 2020, porta avanti una serie di servizi e attività incentrate su benessere, salute, welfare comunitario, turismo sostenibile e che hanno permesso al piccolo borgo piemontese di rinascere, alla storia della pastora e scrittrice Marzia Verona che ha deciso di vivere in quota portando avanti l’attività pastorale, per passare all’Azienda agricola Raetia Biodiversità Alpine (SO) che segue e adotta i principi dell’agroecologia coltivando ortaggi, fagioli autoctoni e patate antiche della biodiversità alpina; ed ancora all’associazione “Progetto Lince Italia, Tarvisio, impegnata nello studio della lince specie a rischio, al rifugio Alpino Vallorch gestito dall’associazione “Lupi, Gufi e Civette” che si distingue per essere un centro di educazione naturalistica e turismo sostenibile. E poi c’è la sottosezione del CAI di Brescia che promuove il Cammino dei boschi di ferro sulle Alpi Lombarde, solo per citarne alcune. Le Bandiere Verdi 2025 sono state consegnate oggi da Legambiente in occasione del IX SUMMIT nazionale delle Bandiere Verdi, a Orta San Giulio, uno dei borghi più belli d’Italia, in provincia di Novara, nell’ambito del convegno Comunità in transizione: dai frammenti alla visione” che ha visto confrontarsi esperti del settore, associazioni, comunità locali e studiosi.
rotagonisti delle Bandiere verdi di quest’anno sono comunità locali, singoli cittadini, associazioni, cooperative, amministrazioni, aree protette che adottano un approccio sempre più sostenibile anche per fronteggiare crisi climatica e spopolamento abitativo che colpisce soprattutto i piccoli borghi. Un’attenzione quella verso la sostenibilità cresciuta negli anni come dimostrano le 302 bandiere verdi assegnate in questi 23 anni, dal 2002 al 2025, da Legambiente e che ben raccontano il fermento in corso su tutto l’arco alpino. Non bisogna, però, abbassare la guardia su quelle pratiche ancora poco sostenibili presenti nelle aree interne montane e che Legambiente denuncia ogni anno con le Bandiere Nere. Nel 2025 sono 9 le Bandiere Nere assegnate a interventi che sull’arco alpino hanno un approccio poco sostenibile nei confronti della montagna: 8 in Italia e una oltralpe, in Austria. Il Friuli-Venezia Giulia è la regione con più bandiere nere, ben tre, seguita da Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino, Alto Adige e Veneto, tutte rispettivamente con un vessillo nero. In Austria vessillo nero all’industria dello sci austriaca per l’accanimento nell’ampliare le aree sciistiche del Tirolo sfruttando le ultime aree glaciali rimaste sulle Alpi orientali.
 
“La nostra Penisola – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – custodisce un patrimonio ambientale unico e strategico rispetto alla crisi climatica in atto, quale quello delle aree montane, luoghi di straordinario valore naturalistico, oggi in grande difficoltà a causa della carenza dei servizi, degli effetti del clima che cambia e dello spopolamento abitativo. Le bandiere verdi che ogni anno assegniamo alle migliori esperienze alpine ci raccontano come in questi territori ci sia però una risposta concreta a tutto questo. Esperienze che puntano su innovazione e sostenibilità ambientale che rappresentano un prezioso volano di sviluppo per i territori montani. In questo percorso, però, è importante non lasciare sole le comunità locali. Per questo chiediamo alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale di fare la propria parte supportando i comuni montani attraverso interventi e normative in grado di promuovere una visione condivisa e un’azione coordinata anche su scala sovraregionale”.   
 
“Le bandiere verdi – commenta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – rappresentano un modello di sviluppo che vorremmo prendesse sempre più piede nelle aree montane interne e che ben raccontano un’economia basata su dinamiche relazionali aperte, in cui operano attori capaci di immaginare e condividere progetti, di generare senso comune. Dalle storie che premiamo emerge il valore fondamentale della comunità dove si sviluppano pratiche e visioni nuove, capaci di offrire risposte concrete e partecipate alle trasformazioni sociali che stiamo vivendo. Siamo di fronte a frammenti di quella che il sociologo Aldo Bonomi definisce una comunità di cura, che insieme alla comunità operosa dovrebbe diventare un riferimento fondamentale per l’azione delle istituzioni e per l’orientamento delle attività di ricerca, nel percorso di senso della società che vogliamo costruire. Una comunità che però da sola non basta, che si deve rafforzare e deve essere sostenuta”.
 
Cinque Bandiere Verdi 2025 per iniziative legate al turismo sostenibile
  1. Vessillo green al Rifugio Alpino Vallorch e associazione Lupi, Gufi e Civette, presidio di educazione ambientale e sostenibilità nel Cansiglio (BL) nel promuovere la conoscenza e la tutela della Foresta del Cansiglio attraverso attività didattiche e ricettive eco-compatibili.  2) Al Consorzio Turistico del Pinerolese (TO) per la capacità di costruire una rete efficace tra operatori pubblici e privati per valorizzare il territorio del Pinerolese. 3) Al Parco Naturale Regionale del Beigua per un approccio integrato e lungimirante alla gestione del territorio, con un forte accento sulla sostenibilità ambientale e il turismo responsabile. 4)  All’associazione Oplon, nata nel 2023 e costituita da un gruppo di giovani, impegnata nel rivitalizzare il territorio della Val Tramontina attraverso iniziative come il Threesound Fest e il progetto di recupero di Casa Abis; Tramonti di Mezzo (PN). 5) Alla Sottosezione CAI Valle di Scalve (BG) per la realizzazione del progetto “La Via Decia – Il cammino dei boschi di ferro”.
 Cinque Bandiere Verdi 2025 per iniziative legate all’agricoltura pastorale e forestale
1) All’Azienda agricola Raetia Biodiversità Alpine di Patrizio Mazzucchelli (SO) per la costante e appassionata ricerca di varietà tradizionali a rischio di estinzione sia nella provincia di Sondrio sia nelle altre aree montane italiane ed estere. 2) Alla pastora e scrittrice Marzia Verona della provincia di Aosta; 3) Alla Comunità di supporto all’agricoltura CRESCO della Val Varaita (CN) per la capacità di promuovere un’agricoltura sostenibile e multifunzionale. 4) Ad AsFo “La Serra” – Agire insieme per tutelare il territorio (TO) per promuovere una nuova cultura del bosco e della cura del territorio, favorendo lo sviluppo territoriale e ovviando al progressivo degrado del territorio della Serra causato dall’abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali e dalla frammentazione fondiaria. 5) Ad A.S.U.C. (Amministrazione Separata beni di Uso Civico) di Sopramonte, di Baselga del Bondone e di Vigolo Baselga (Trento) per aver seguito una gestione attenta e sostenibile di boschi, pascoli e prati aridi.
 
Nove Bandiere Verdi 2025 per progetti socio-culturali
1) Vessillo green in Piemonte alla Cooperativa di Comunità VISO A VISO – Ostana (CN) che fa impresa coniugando la capacità di gestire un importante patrimonio edilizio pubblico con la necessità di essere un luogo di trasformazione, creando nuova economia e opportunità sul territorio 2) Al Gruppo ambientalista NOSC CUNFIN, Val Gardena (BZ) per tutelare l’area dei Piani di Cunfin, le formazioni rocciose della Città dei Sassi e il Gruppo del Sassolungo da ulteriori speculazioni. 3) A Dominio Civico di Clavais, Ovaro (UD), per il progetto e l’attività di gestione del patrimonio collettivo a salvaguardia dell’eredità culturale della frazione di Clavais (Ovaro). 4) All’associazione Casa Alexander Langer (UD) per la creativa esperienza culturale promossa nelle aree interne; 5) All’associazione culturale di ricerca “Progetto Lince Italia”, Tarvisio (UD) perché grazie a decenni di studi sui grandi mammiferi carnivori e sulle loro interazioni con l’uomo, è stato possibile portare a termine con successo la reintroduzione della lince nelle Alpi Orientali. 6) Ai Promotori del programma Alpha skills – Morbegno (SO) per la progettazione di strumenti e metodologie che supportino i giovani tra gli 11 e i 15 anni verso scelte formative e professionali ispirate alle Competenze Green; 7) Allassociazione EQuiStiamo APS e Comitato per la difesa del torrente Vanoi (BL e TN) per l’impegno nella sensibilizzazione e nella mobilitazione delle comunità locali sulla tutela delle risorse idriche, promuovendo alternative sostenibili alle dighe e un’alleanza tra territori montani e di pianura. 8) Alla Cooperativa sociale Cadore – Dolomiti (BL)​ per promuovere l’inclusione sociale e la tutela ambientale mediante l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. 9) Al Comitato per la tutela e la valorizzazione dei laghi di Serraia, Piazze e relativi ecosistemi (Altopiano di Pinè, Trento) per aver analizzato la situazione dei laghi dell’Altopiano di Piné, redigendo documenti, organizzando eventi pubblici informativi e avanzando proposte per contrastarne il degrado e migliorarne le condizioni ambientali.
 

 

CAROVANA DELLE ALPI 2024.QUATTRO BANDIERE VERDI E DUE NERE IN VALLE D’AOSTA

Comunicato stampa di Legambiente Alpi, in occasione dell’ottavo SUMMIT DELLE BANDIERE VERDI, tenutosi a Chiavenna (SO) il 25 maggio. Cliccandu sul testo in vede è possibile leggere il report dell’edizione 2024 di Carovana delle Alpi

Alpi sempre più green, attente alla sostenibilità e all’innovazione. A testimoniarlo è lo sprint nel 2024 delle bandiere verdi, il riconoscimento che Legambiente assegna ogni anno all’arco alpino, che arrivano a quota 23, registrando un +15,7% rispetto al 2023 (erano 19). Vessilli green che hanno per protagonisti comunità, territori, cittadino, associazioni e amministrazioni capaci di puntare su sostenibilità e innovazione dando un nuovo futuro ai luoghi montani, minacciati da crisi climatica e spopolamento abitativo. 
Il Piemonte, si conferma per il sesto anno consecutivo, re indiscusso di buone pratiche con 5 bandiere green, seguito da Valle D’Aosta, Lombardia, Veneto, con rispettivamente 4 bandiere, Friuli Venezia Giulia, 3 bandiere, e poi da Trentino, Alto Adige, e Liguria, tutti con una bandiera
 
Agricoltura, turismo consapevole e convivenza uomo-natura anche con i grandi predatori sono i tre grandi filoni delle 23 bandiere verdi di quest’anno premiate oggi dall’associazione ambientalista in occasione del VIII Summit nazionale delle Bandiere Verdi, in corso fino a domani a Chiavenna (SO) con il convegno “Comunità in transizione”, e che vedrà confrontarsi esperti del settore e realtà territoriali. Seguirà domani visita guidata al centro storico di Chiavenna. Per il filone agricoltura, tra i premiati, si va ad esempio, dal progetto piemontese REACTION che mette al centro la manutenzione dei castagneti attraverso una gestione sostenibile delle biomasse residuali della filiera del castagno; alla Valchiavenna (SO) dove sei realtà attive sul territorio – la Comunità Montana della Valchiavenna, l’Asfo di Piuro, il Consorzio Forestale di Prata, l’Associazione Amici della Val Codera, l’Associazione Patate di Starleggia e Amici della Patate di Starleggia, l’Asfo di Fraciscio Valchiavenna – sono impegnate nel recupero dell’agricoltura montana e nella valorizzazione delle varietà agronomiche locali.  
 
Per il filone turismo consapevole, si va dal trekking letterario, in Veneto, con l’Alta Via dell’Orso, ideato dallo scrittore padovano Matteo Righetto insieme all’associazione turistica di Colle Santa Lucia, all’Alta Via dei Monti Liguri (GE) e nella vicina val Borbera (AL) dove con il Cammino dei Ribelli si sta rilanciando una terra spopolata e bellissima. In Piemonte il turismo passa anche dalla riqualificazione edilizia, il comune di Moncenisio (TO) è in prima linea per il recupero e la trasformazione delle Casermette, che insieme all’Ecomuseo “Le terre al Confine”, costituiscono il potenziale fulcro di un processo di rinascita per il territorio. Per il filone convivenza uomo-grandi predatori tra gli esempi virtuosi c’è quello del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi con il progetto “Convivere con il lupo si può” e il progetto Pasturs dove lavorando insieme ai pastori si affrontano i problemi della monticazione. A questi si aggiunge l’importante intervento della Regione Piemonte che con il “Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000” contribuisce attivamente a conservare gli ecosistemi naturali.  
 
In questo “panorama montano” di buone pratiche non bisogna, però, abbassare la guardia come ricordano anche le 10 bandiere nere 2024 assegnate da Legambiente a quelle realtà che a suo avviso “non percorrono la retta via aggredendo la montagna”. I dieci vessilli neri – 3 al Piemonte, 2 rispettivamente a Valle d’Aosta e Friuli-Venezia-Giulia, 1 per Alto Adige, Lombardia e Veneto – sono raggruppabili in due grandi filoni: quelli legati all’industria sci nell’era del riscaldamento climatico e quelli di natura trasportistica e viabilistica. Tra le 10 bandiere nere, quella alla Valle d’Aosta dove Fra Zermatt e Cervinia le ruspe al lavoro hanno inferto pesanti ferite al ghiacciaio Teodulo per ampliare i domaines skiable ai fini di competizione agonistiche. 
 
“Con il summit nazionale delle bandiere verdi – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – vogliamo portare in primo piano le tante esperienze virtuose che arrivano dall’arco alpino, frutto di un cambiamento sociale e culturale, e da quelle aree interne del Paese che attirano sempre più giovani pronti a cambiare vita. Oggi una delle grandi sfide riguarda proprio il ripopolamento di queste zone, ripensando ad un turismo e ad un modo di vivere sempre più in una chiave sostenibile, innovativa, ma anche di inclusione sociale. Per vincere questa sfida, sia sulle Alpi sia sugli Appennini, è fondamentale non lasciare sole le comunità montane. Per questo al Governo Meloni chiediamo di sostenere la montagna con maggiori stanziamenti e incentivi economici per aiutare giovani e imprese, lavorando per un ripristino dei servizi pubblici essenziali oggi qui sempre più carenti”.  
 
“Ancora una volta – commenta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – le aree montane dimostrano di anticipare i tempi del cambiamento più che altrove, mettendo in campo anche azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. L’aver censito ben 23 bandiere verdi, per altro in crescita, ne è una prova. Le storie raccontate, per loro natura, vanno a definire una terza via, oltre le due opposte derive che confinano la montagna tra la museificazione e quella più aggressiva dell’industria del turismo. La nostra montagna non è il luogo dell’incontaminato, ma nemmeno il posto da stravolgere pur di gareggiare a tutti i costi com’è successo per il ghiacciaio del Teodulo in Valle d’Aosta”. 
 
 

RUSPE SUI GHIACCIAI

Pubblichimo il comunicato di CIPRA ITALIA in merito aigli scandalosi lavori per la realizzazione della nuova pista internazionale per la Coppa del Mondo di sci alpino. Ne condividiamo i contenuti in pieno.

Il Teodulo: ruspe che si accaniscono su un ghiacciaio già in sofferenza per preparare la nuova pista della Coppa del Mondo di sci alpino
Ma i ghiacciai non sono cumuli amorfi di ghiaccio a uso e consumo di una clientela extra lusso

Il Teodulo: un ghiacciaio già in sofferenza scavato e manipolato dalle ruspe per più di un mese, pur di avere tutto pronto per lo scintillante spettacolo della Coppa del Mondo di sci alpino 2023-2024 che
inizierà l’11 novembre. Questo è il prezzo che deve pagare l’alta montagna per qualche scampolo di gara nell’era del riscaldamento climatico.
La stagione 2022-2023 per la Coppa del Mondo di sci alpino iniziò con l’annullamento della competizione tra Zermatt e Cervinia: prima la gara maschile, poi la stessa sorte è toccata anche a quella femminile. Assenza di neve e condizioni meteo avverse caratterizzarono il calendario.
Quest’anno invece l’inizio si annuncia con toni trionfali. Tutto è pronto per l’apertura delle competizioni il prossimo 11 novembre, su di un tracciato transfrontaliero tra Svizzera e Italia: la “Gran Becca”, una pista che va dalla Gobba del Rollin (3800 metri di quota) ai Laghi di Cime Bianche (2865 metri di quota), si dice sia la più alta al mondo. Ma a quale prezzo sta avvenendo tutto ciò? Per almeno un mese le ruspe hanno scavato, movimentando e deformando il ghiacciaio pur di raggiungere lo
scopo degli organizzatori. Forse anche facendo uso di esplosivo si sono fatti strada, eliminando così qualsiasi ostacolo si frapponesse, anche il fastidio di qualche lembo di roccia che affiorava dal ghiaccio. L’importante è che tutto sia pronto per l’11 novembre, con superfici di gara livellate come piani di un biliardo, poiché questo vuole oggi la competizione nel mondo dello sci, in barba alle morfologie della natura. Anche la neve asportata servirà al cantiere sempre in funzione, coperta con teloni pur di averla a disposizione per il grande spettacolo. Eppure siamo nel bel mezzo di un ghiacciaio, il ghiacciaio del Teodulo. Un corpo glaciale che come tutti gli altri presenti sulle Alpi è in forte sofferenza. Si pensi ai dati che abbiamo comunicato recentemente con Carovana dei Ghiacciai, la campagna internazionale di Legambiente in collaborazione con CIPRA e che ha prodotto il Manifesto per i ghiacciai. Sottoscritto da alcuni tra i maggiori glaciologi europei, traccia le linee di un percorso
di governance dei ghiacciai e delle risorse connesse, proponendo azioni ben diverse da ciò che sta accadendo sul Teodulo. “Fortunatamente non è sempre così, – rileva Vanda Bonardo, presidente CIPRA Italia – in altre situazioni, i gestori degli impianti procedono con molte più accortezze e
attenzioni, sapendo di manipolare fragili ambienti di alta quota; qui invece non si va per il sottile: the show must go on.” Uno show per pochi privilegiati, giacché il solo biglietto della nuova funivia lusso
Matterhorn Glacier Ride II (inaugurata lo scorso luglio fra Zermatt e Cervinia) costa 240 Euro per la traversata.
“Chissà se negli atleti che sottoscrissero lo scorso anno la lettera alla FIS per richiamare l’attenzione sui cambiamenti climatici s’insinua il dubbio sul buon senso di quest’operazione? – s’interroga Vanda Bonardo – Questo grande luna park di alta quota riporta alla mente il gran ballo del Titanic, e non è retorica. Recenti studi ci raccontano di un tempo di 20-25 anni di sopravvivenza per lo sci da discesa nelle aree più in quota delle Alpi italiane ovvero quelle piemontesi e valdostane, per il resto delle montagne italiane finirà molto prima. Al di là del danno ambientale ci si domanda se in una san aeconomia ha senso che un’industria, per il bene del Paese necessariamente proiettata verso il futuro,
insista con investimenti consistenti che non hanno speranza di futuro. Quella stessa industria che paradossalmente sta cercando di usare maggiori risorse naturali con l’intento di rendersi indipendente dalla natura”.

Carovana dei Ghiacciai 2022 il comunicato nazionale

Al via la terza edizione della campagna di Legambiente con la collaborazione del Comitato Glaciologico Italiano per monitorare la drammatica regressione dei ghiacciai a causa della crisi climatica 

Ghiacciai alpini si riducono a ritmo inimmaginabile, più di 200 già scomparsi 

Dal 17 agosto al 3 settembre, un viaggio in 5 tappe dalla Valle d’Aosta fino al Friuli-Venezia Giulia percorrendo tutto l’arco alpino: dai ghiacciai Miage e Pré de Bar a quelli del Monte Rosa, dal ghiacciaio dei Forni e di Montasio fino al ghiacciaio della Marmolada  

Ghiacciai fragili e sempre più a rischio per effetto della crisi climatica. Siccità, ondate di calore senza precedenti, temperature record e assenza di neve: tutte facce della stessa inarrestabile emergenza che minaccia lo stato di salute del nostro arco alpino. Infatti, a causa del riscaldamento globale, i ghiacciai alpini si stanno riducendo ad un ritmo inimmaginabile anche dagli esperti, più di 200 sono già scomparsi da fine Ottocento, lasciando il posto a detriti e rocce.  

Al via la terza edizione di Carovana dei Ghiacciai, la campagna itinerante promossa da Legambiente nell’ambito della campagna ChangeClimateChange, con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, con partner sostenitori Sammontana e FRoSTA e partner tecnico Ephoto. Un viaggio in cinque tappe, dal 17 agosto al 3 settembre, che monitorerà lo stato di salute di una decina di ghiacciai alpini, di questi gran parte già sotto la lente d’ingrandimento dell’edizione 2020 della campagna. Si partirà dai ghiacciai del Monte Bianco del Miage e Pré de Bar (Valle D’Aosta) dal 17 al 19 agosto, proseguendo poi con i ghiacciai del Monte Rosa di Indren (Piemonte) dal 20 al 22 agosto e ancora l’himalayano ghiacciaio dei Forni (Lombardia), dal 23 al 26 agosto; il ghiacciaio della Marmolada (Veneto –Trentino) dal 27 al 31 agosto e per finire con il ghiacciaio del Montasio (Friuli-Venezia Giulia) dal 1° al 3 settembre. In ogni tappa monitoraggi, escursioni, conferenze stampa, momenti di arte e musica dedicati ai ghiacciai, per riflettere su un futuro sostenibile delle nostre montagne e del pianeta, spingendo decisori politici verso scelte lungimiranti e le persone verso stili di vita più sobri. Ad essere coinvolti nella campagna testimonial d’eccezione come Enrico Camanni (scrittore, giornalista e alpinista), Steve Della Casa (critico cinematografico e direttore artistico), Tessa Gelisio (conduttrice televisiva, blogger e imprenditrice), Martin Mayes (musicista eclettico), Nives Meroi e Romano Benet (alpinisti) e Isabella Morlini (tre volte campionessa mondiale di racchette da neve).  

“A poco più di un mese dalla tragedia della Marmolada – dichiara Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente – torniamo a richiamare l’attenzione sull’emergenza climatica, ormai inarrestabile, che compromette lo stato di salute di tutto il nostro arco alpino. Incendi, siccità, ondate di calore, eventi estremi sempre più frequenti, temperature record: non c’è più tempo per le nostre montagne, che ci lanciano un SOS forte e chiaro. Con la terza edizione di Carovana dei ghiacciai vogliamo tornare a fornire dati ed elementi concreti per chiedere al governo italiano di spingere l’acceleratore per arrivare a emissioni di gas a effetto serra nette pari a zero nel 2040, in coerenza con l’Accordo di Parigi (COP 21), e di dotarsi di un piano di adattamento al clima per tutelare i territori e le comunità. A partire dalle aree più colpite, come le Alpi”. 

“Un viaggio di tre settimane – aggiunge Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna – per raccontare in tempo reale non di un futuro probabile, ma della crisi climatica che oggi viviamo, di cui la montagna è la sentinella principale. L’impensabile emorragia dei ghiacciai a cui assistiamo non è che una spia, infatti, di fenomeni che si stanno verificando su scala molto più vasta e che richiedono soluzioni coraggiose. La decisione di ritornare su molti dei ghiacciai visitati due anni fa non è casuale: abbiamo seri motivi per credere che la situazione sia peggiorata al di là di ogni razionale previsione”. 

L’alta quota che cambia: Nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. L’atmosfera, soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio: si pensi che, a fine luglio, lo zero termico è stato registrato da MeteoSvizzera sulle Alpi svizzere a 5184 metri. Un dato senza precedenti. In aggiunta gli effetti dell’inverno 2021/2022, estremamente mite e siccitoso in tutto l’arco alpino italiano (in molte aree si è superata la soglia dei 100 giorni senza pioggia). Senza contare che, la neve al suolo, negli ultimi dieci anni ha subito un costante decremento lasciando sempre più spazio ad aride sterpaglie; in primavera l’innevamento è stato prossimo ai minimi storici tanto che, molti nivometri, già a maggio sono arrivati a zero. Effetti destinati a segnare sempre più profondamente gli ecosistemi delicati di montagna, con ripercussioni importanti anche in pianura. 

“I dati scientifici indicano che il riscaldamento climatico sta producendo effetti ambientali sempre più rapidi ed evidenti nelle Alpi. – dichiara Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano – A soli 2 anni di distanza dalla prima edizione della Carovana, potremo verificare direttamente gli impressionanti cambiamenti nel frattempo avvenuti su alcuni ghiacciai-campione; il confronto con i preziosi dati storici che il Comitato Glaciologico Italiano raccoglie dal 1914 nelle campagne glaciologiche annuali ci permetterà di comprendere le modalità del cambiamento e di valutare quali siano le possibilità di risposta, in termini di mitigazione e adattamento”. 

Valle D’Aosta, la prima tappa: Il viaggio di Carovana dei Ghiacciai 2022 parte dai Ghiacciai del Miage e Pré de Bar (Monte Bianco), rispettivamente mercoledì 17 e giovedì 18 agosto. Due giornate dedicate all’escursione e osservazione delle morfologie glaciali e delle recenti variazioni ambientali, ma anche a riflessioni su cambiamenti climatici e bisogni di adattamento; nella prima giornata a cura di Walter Alberto, Marco Giardino (Comitato Glaciologico Italiano) e Edoardo Cremonese (Arpa Valle d’Aosta) e nella seconda giornata a cura di Philip Deline ed Elena Motta, Comitato Glaciologico Italiano. A seguire il solenne saluto al ghiacciaio, omaggio alla bellezza e al silenzioso lavoro e prezioso servizio che questi svolgono, nella prima giornata con l’autore Enrico Camanni e nella seconda con il Valerio Zanchetti, suonatore di cornamusa. La tappa si concluderà venerdì 19 agosto con la conferenza stampa ad Aosta presso l’Hôtel des Etats alle ore 10 (per la partecipazione si prega di iscriversi a questo link). 

In soccorso dei giganti bianchi: Fare di tutto per contrastare la crisi climatica è un dono che facciamo alle future generazioni, che erediteranno gli effetti delle nostre scelte. Per sostenere le attività di Legambiente sui cambiamenti climatici visita la pagina sostieni.legambiente.it/carovana-ghiacciai. Con un piccolo contributo sosterrai la campagna itinerante Carovana dei Ghiacciai, le attività dell’Osservatorio sull’impatto dei mutamenti climatici e le mobilitazioni contro la crisi climatica e i nemici del clima per ottenere cambiamenti concreti dalle istituzioni. 

La Carovana dei Ghiacciai di Legambiente dall’8 al 13 settembre

in Piemonte e Valle D’Aosta per monitorare i ghiacciai del Gran Paradiso

Monitoraggi, escursioni e momenti culturali le iniziative al centro della quinta tappa per riflettere insieme sul futuro delle nostre montagne e del nostro pianeta

Dall’8 al 13 settembre la seconda edizione di Carovana dei Ghiacciai, la campagna promossa da Legambiente con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano (CGI) e con partner Sammontana e partner sostenitore FRoSTA, farà tappa in Piemonte e in Valle D’Aosta per monitorare lo stato di salute dei ghiacciai del Gran Paradiso per la sua quinta e ultima tappa.

Obiettivo della campagna è quello di accendere i riflettori sui ghiacciai della Penisola minacciati sempre più dalla crisi climatica, per questo nel corso di questo viaggio sta monitorando tredici ghiacciai alpini e il glacionevato del Calderone, in Abruzzo. In questi cinque giorni di tappa in Piemonte e Valle D’Aosta, oltre ai monitoraggi ad alta quota, non mancheranno escursioni e momenti culturali. A seguire e in allegato il programma completo.

Carovana dei ghiacciai è stata inserita nella piattaforma All4Climate – Italy che raccoglie tutti gli eventi dedicati alla lotta contro i cambiamenti climatici che si svolgeranno quest’anno in vista della COP26 di Glasgow.

Mercoledì 8 settembre inizieremo la prima parte di questa quinta tappa in Piemonte con una Conferenza dal nome “Ghiacciai e servizi ecosistemici in quota” che si terrà nella Sala del Grand Hotel in Località Prese nel Parco Nazionale Gran Paradiso, a Ceresole Reale (To). Interverranno Riccardo Santolini, Università di Urbino e Comitato Nazionale per il Capitale naturale; Marco Giardino, Università di Torino, Segretario Comitato Glaciologico Italiano; Daniele Cat Berro, meteorologo, Società Meteorologica Italiana; Valerio Bertoglio, alpinista, guardiaparco e operatore glaciologico; Alessandra Masino, guida naturalistica del Parco Nazionale Gran Paradiso. Modererà l’incontro la responsabile di Legambiente Alpi, Vanda Bonardo, mentre le conclusioni saranno affidate a Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.

Per la partecipazione è necessaria l’iscrizione a questo link



Il mattino successivo, giovedì 9 settembre, sarà il giorno dedicato all’ escursione sul Ghiacciaio della Capra, con ritrovo alle 9 presso il parcheggio del Lago Serrù, a Ceresole Reale. Una volta arrivati svolgeremo la consueta osservazione delle forme glaciali e il monitoraggio della fronte del ghiacciaio con la partecipazione degli esperti Marco Giardino e Valerio Bertoglio del Comitato Glaciologico Italiano. Dopo il pranzo al sacco, alle 14 sarà la volta del nostro consueto Saluto al ghiacciaio, un momento dedicato al silenzioso lavoro e al prezioso servizio che svolgono i ghiacciai , all’interno del quale ci sarà un Concerto per corno alpino a cura del musicista Martin Mayes. Per finire ci sarà spazio anche per il Flash-mob “Progetto Youth4Planet”.

Per la partecipazione è necessaria l’iscrizione a questo link

Venerdì 10 settembre inizierà nel versante Valdostano la seconda parte di questa quinta e ultima tappa della Carovana. Qui dalle 9, a Valnontey presso Cogne (Ao), FRoSTA, anche quest’anno partner della Carovana dei ghiacciai, inaugurerà – con la partecipazione di Felix Ahlers, Amministratore Delegato FRoSTA AG – il Giardino dei Ghiacciai, un’azione concreta per recuperare i sentieri e le iscrizioni storiche incise negli ultimi 150 anni ai bordi dei ghiacciai del Gran Paradiso. All’interno del giardino prenderà vita l’opera d’arte, a cura di due artisti contemporanei, Andrea Caretto e Raffaella Spagna, dal nome Segnali dal corpo glaciale.

Sempre nella mattinata ci sarà una narrazione itinerante su “Storia della natura e dell’uomo in Valnontey” con Marco Giardino, Giovanni Mortara, Comitato Glaciologico Italiano, Barbara Grappein, geologa, Giovanni Agnesod già direttore Arpa Valle d’Aosta, tecnici Arpa Valle d’Aosta e del Parco Gran Paradiso.

Infine, alle 12:30, Alessanro Zolt musicista e antropologo racconterà in musica lo scacciapensieri nelle Alpi”.

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