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ULTIMO BLITZ ALLA TORRE DEL LEBBROSO

PREVEDERE UNA PULIZIA PERIODICA DEL SITO E’ CHIEDERE TROPPO?

A ottobre scorso Legambiente ha segnalato al comune di Aosta accumuli di sporcizia nella scalinata che scende al piano inferiore della Torre del Lebbroso.

Il Comune ha girato la comunicazione alla Soprintendenza, cui compete la gestione del sito.

Niente è successo.

Siamo allora andati noi di Legambiente, a novembre, a pulire, segnalando ufficialmente lo stato di degrado dell’area. Dalla Soprintendenza nessun segno di vita.

Ai primi di febbraio siamo tornati a pulire, perché l’area era tornata inguardabile ai nostri occhi ma soprattutto a quelli dei molti turisti che si posavano su quella scalinata che affaccia su via Festaz, essendo nuovamente sudicia.

Un cartello con su scritto “Area pulita dai volontari di Legambiente” – uno di quelli che usiamo per le iniziative di Puliamo il Mondo, quando insegniamo ai bambini a curare l’ambiente e a riciclare i rifiuti in maniera corretta – è rimasto appeso alla ringhiera dell’edificio dall’autunno alla primavera: pensavamo che sarebbe stato tolto subito, era quasi una provocazione, una “appropriazione indebita” del luogo, invece ha resistito fino a tutto il mese di aprile.

Oggi – e siamo ormai a fine maggio – siamo tornati a pulire per l’ennesima volta il monumento storico dalle immondizie buttate all’interno della scala, o portate lì dal vento.

Lo facciamo per l’ultima volta, perché siamo volontari, non siamo incaricati (o stipendiati) dalla Regione per fare un’azione a tutela di un bene storico e culturale che invece va programmata e eseguita periodicamente, essendo anche meta turistica della città.

E questa volta non esibiamo più il cartello con scritto che l’area è stata pulita da Legambiente, perché nei mesi scorsi ci siamo più volte vergognati per quel cartello lasciato a presidio di un luogo che veniva abbandonato senza alcuna cura, tornando a essere di nuovo discarica.

Perché questo possiamo dire con certezza: in un intero anno neanche un’azione di pulizia all’interno dell’area è stata programmata né eseguita da chi ha la proprietà del monumento – la Regione – e a niente sono servite le segnalazioni dei residenti; neanche quelle della nostra Associazione hanno sortito effetti.

Dalla Soprintendenza non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

E quindi, con dispiacere, non ci facciamo più supplenti di una cura che appartiene ad altri Enti.

DIVENTA “SENTINELLA DEL BOSCO” E SCOPRI LE AVVERSITA’ CHE MINACCIANO BOSCHI E FORESTE IN VALLE D’AOSTA!

Giovedì 13 aprile 2023
ore 17-19
c/o Bocciofila Quartiere Cogne, Via Giorgio Elter 28, Aosta

Una serata per la salvaguardia delle foreste

Guide Ambientali Escursionistiche, Associazioni e Cittadini diventano protagonisti della tutela ambientale con il progetto MONGEFITOFOR

MONGEFITOFOR (Linee Guida per il MONitoraggio e la Gestione delle Emergenze FITOsanitarie nelle FOReste delle Alpi centro-occidentali) è un progetto INTERREG finanziato dall’Unione Europea al quale cooperano istituzioni ed enti di ricerca italiani e svizzeri per monitorare lo stato di salute delle foreste e proporre strategie sostenibili per la loro gestione e salvaguardia. Il progetto ha come capofila la Struttura Corpo Forestale della Valle d’Aosta (IT), e come partner l’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) (IT), l’Istituto Federale di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio WSL (Birmensdorf) (CH), il Cantone Grigioni – Ufficio Foreste e Pericoli Naturali (CH), e il Cantone Ticino – Sezione Forestale (CH).

Nel corso della serata organizzata dal partenariato del progetto MONGEFITOFOR in collaborazione con Legambiente Valle d’Aosta, il Dr. Guglielmo Lione dell’Università degli Studi di Torino (DISAFA) coinvolgerà attivamente le guide ambientali escursionistiche, i membri delle associazioni ambientaliste e i cittadini nelle attività del progetto.

Nella prima parte della serata saranno illustrate quali siano le avversità che minacciano boschi e foreste in Valle d’Aosta e Svizzera e cosa stanno facendo Istituzioni ed Enti di ricerca per monitorarle e contenerle.

Nella seconda parte della serata guide ambientali escursionistiche, associazioni, e cittadini apprenderanno come diventare protagonisti della tutela delle foreste e sentinelle del bosco” grazie alla citizen science

I presenti apprenderanno a riconoscere e identificare i sintomi di alcune importanti malattie degli alberi causate da funghi patogeni (a carico di frassino, castagno e pino silvestre) e i danni causati da insetti fitofagi (in particolare dalla processionaria del pino). I presenti impareranno inoltre come segnalare la presenza sul territorio di queste avversità grazie all’apposita app per smartphone, o da pc tramite il sito del progetto MONGEFITOFOR.

L’evento è organizzato dall’Università degli Studi di Torino per conto del partenariato del progetto MONGEFITOFOR con il patrocinio ed il supporto logistico di Legambiente Valle d’Aosta.

Per news aggiornate sul progetto MONGEFITOFOR:
SITO:
https://fitosanitario.regione.vda.it/progetto-mongefitofor
FACEBOOK: https://www.facebook.com/Mongefitofor-103015101617192/

INSTAGRAM: https://instagram.com/mongefitofor?igshid=1f0k8nykdbkwl YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCeafnk1hcccn8Vlm4wqFvSg

LETTERA APERTA. EMERGENZA SICCITA’ : NON C’E’ SOLO LA RICETTA DI CVA

In relazione alla grave situazione di siccità che si prefigura per l’estate in arrivo la CVA, nella persona dell’a.d. Giuseppe Argirò, ha diffuso, in un comunicato dei giorni scorsi, l’analisi condotta e le richieste avanzate di interventi straordinari.

Rispetto alle analisi sulle cause della siccità anche Legambiente, con un incontro organizzato alla presenza di esperti a Torino nei giorni scorsi, ha rilevato le stesse criticità, ormai sotto gli occhi di tutti: la scarsità delle piogge e delle nevi accumulatesi durante l’inverno, associata allo scioglimento dei ghiacciai degli ultimi anni, ci danno il senso preciso del cambiamento climatico in atto.

Anche Legambiente auspica un potenziamento delle strutture di accumulo delle acque, ben tarato rispetto alle esigenze, e soprattutto pone l’attenzione alla ricarica delle falde.

In particolare al momento attuale, come rileva anche il dott. Argirò, la preoccupazione maggiore riguarda la situazione di siccità che si prefigura per l’estate prossima, stante lo scarso livello di acqua presente nelle nevi, nelle falde e nei bacini artificiali.

Rispetto alle ricette possibili, su un piano generale e a lungo termine, tutti concordiamo sull’opportunità di razionalizzare le reti idriche, di migliorare le tecniche di risparmio nei vari usi dell’acqua, di potenziare le riserve di acqua esistenti e di prevederne di nuove.

Nell’immediato però, il dott. Argirò lancia una richiesta di interventi straordinari, da parte dello Stato e della Regione che ci trova solo parzialmente d’accordo.

Possiamo concordare sul fatto che si richieda a livello nazionale un piano coordinato sotto la supervisione di un commissario. Non siamo più d’accordo quando si invocano per il commissario poteri speciali quali la “derogabilità delle norme”.

CVA, operatore del settore idroelettrico, si preoccupa naturalmente del proprio settore e del rendimento dei propri impianti. Non tiene invece in considerazione il grave stato di crisi idrica in cui versa anche il settore dell’agricoltura, che già nello scorso anno ha dato segnali di sofferenza non solo per l’irrigazione delle coltivazioni ma anche per l’abbeveraggio degli animali.

Inoltre, come al solito, la derogabilità del quadro normativo e autorizzativo evoca il superamento della tutela dovuta all’ambiente. Manca purtroppo la consapevolezza che l’ambiente siamo noi, con tutte le nostre diverse esigenze, e che danneggiare l’ecosistema alla fine penalizza la nostra vita comprese le attività economiche. Si tratta certo di garantire la flora e la fauna lungo i corsi d’acqua, ma anche di salvaguardare il ciclo naturale delle acque per non accelerare le devastanti trasformazioni climatiche in atto.

Inoltre bisogna tenere conto della classificazione nelle priorità d’uso: al primo posto gli usi potabili, quindi quelli per l’agricoltura poi quelli industriali.

La CVA invoca interventi infrastrutturali e relativi investimenti pubblici.

Vogliamo ricordare che, a fronte della crisi socio-economica delle famiglie e delle piccole imprese, causata dall’ingiustificato e abnorme aumento delle bollette elettriche, CVA, come tutti gli operatori dell’idroelettrico, ha accumulato degli extraprofitti enormi, di cui nessuno sembra più occuparsi (solo Draghi aveva provato timidamente a tassarli).

Per concludere: ci preoccupano i poteri amministrativi straordinari per superare i vincoli legislativi di garanzia esistenti, ci preoccupa una gestione commissariale che prescinda dalle scelte politiche, ci preoccupa in generale l’assenza della politica, che dovrebbe rappresentare la voce della collettività, di noi cittadini consumatori di energia.

Sentiamo invece la necessità di un pubblico confronto – e ci impegniamo a promuoverlo – che chiarisca gli aspetti scientifici, tecnici, economici e politici delle opzioni possibili per rispondere a questa ennesima emergenza annunciata.

Blitz di pulizia alla Torre del Lebbroso ad Aosta. I rifiuti giacevano abbandonati da mesi.

Dietro segnalazione di abitanti del quartiere, che lamentavano l’accumulo di rifiuti sulla scalinata d’accesso al piano inferiore della Torre del Lebbroso, abbiamo fatto presente la criticità al Comune, che ci ha comunicato di avere girato la segnalazione alla Soprintendenza ai Beni Culturali, cui compete la cura e pulizia dei siti.

Ma le settimane sono passate inutilmente e abbiamo così deciso di occuparci in prima persona della risoluzione del problema. D’altra parte, cercando informazioni su internet, ci siamo imbattuti in un articolo di inizio settembre che riportava una foto sul degrado del luogo perfettamente sovrapponibile a quello da noi riscontrato a distanza di mesi.

La Soprintendenza ai beni culturali opera con scrupolo per la valorizzazione e conservazione delle bellezze della nostra regione, lo vediamo in tante iniziative di promozione del nostro patrimonio storico. Riteniamo quindi possibile che ogni tanto perda dei pezzi, anche se il luogo da noi pulito non era sul retro del monumento ma proprio sulla centrale via Festaz.

Osserviamo altri luoghi oggetto di disattenzione: ad esempio, sempre nel capoluogo, la Tour du Pailleron, visibile tra l’altro da tutti i turisti che arrivano dalle stazioni ferroviaria e dei pullman, con le aperture chiuse da pannelli di compensato e circondata da reti di plastica arancione da cantiere, con cartelli che recitano “edificio pericolante”; forse non il modo migliore di valorizzare un importante monumento.

L’azione di oggi dei volontari di Legambiente intende essere uno stimolo a ricercare sempre la bellezza nei luoghi in cui viviamo, bellezza di cui, fortunatamente, siamo ricchi.

A Introd due nuovi lupi

100 mila euro di finanziamento pubblico per un discutibile modello educativo

A Legambiente gli zoo cammuffati da risorsa per il territorio non piacciono.

Dietro imprese quali i parc animalier si nasconde un commercio che ribalta la logica secondo la quale sono mantenuti in cattività animali selvatici che, o per le ferite riportate o per altre disgrazie, non possono essere reimmessi in natura. Nonostante le apparenze e malgrado il loro successo, questi zoo offrono una visuale distorta del benessere animale perché inserisce gli esemplari non nel loro ambiente naturale ma in un habitat finto, senza alcuna funzione educativa o ambientale.

La recente acquisizione, da parte del Parc animalier di Introd, di una coppia di lupi da una struttura dell’est europeo aumenta la triste attrattività dello zoo valdostano (che negli anni ha suggerito il sorgere di un suo clone a Champdepraz).

Ai due lupi, che in natura percorrono decine di chilometri al giorno, sono dedicati 5800 mq di terreno recintato: solo per dare un’idea, un campo di calcio di quelli che vediamo alla tv misura più di 7100 mq.

I proprietari del parco già ipotizzano la possibilità di una cucciolata: in questo modo, dopo aver incrementato le visite per mostrare i nuovi nati, potranno venderli, seguitando così il commercio di animali nati in cattività e, in quanto tali, utilizzabili solo per scopi simili.

Ma i proprietari del Parco, il cui obiettivo è meramente lucrativo, fanno il loro mestiere, e sicuramente otterranno il loro scopo. Quello che ci colpisce è il finanziamento pubblico europeo di 100.000 euro che passa attraverso il GAL, Gruppo di Azione Locale, che ha come scopo la “valorizzazione del territorio incentrato sul TURISMO SOSTENIBILE inteso come turismo responsabile che porta ricadute positive sul territorio in termini ambientali, occupazionali e culturali” (il maiuscolo grassettato è sul sito del GAL stesso).

Già nel 2005 era stata assegnata una Bandiera Nera di Carovana delle Alpi all’assessorato regionale all’Agricoltura e Risorse Naturali per un analogo contributo di 100.000 euro, funzionale alla nascita di questo parc animalier (proprio alle porte del Parco Nazionale Gran Paradiso!)

Legambiente deplora l’uso distorto di soldi pubblici, che dovrebbero essere prioritariamente rivolti a sostenere il mondo agricolo e che invece vengono usati per progetti che offrono una visione falsata di una fauna, rinchiusa in recinti più o meno ampi, di cui la Valle è naturalmente generosa.