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CAROVANA DELLE ALPI 2017 : Tre bandiere verdi ed una nera per il Piemonte, due bandiere verdi e due nere in Valle d’Aosta. Tante le iniziative estive in calendario.

 

Sostenibilità ambientale, agricoltura sociale e di qualità e turismo dolce tra le chiavi del successo delle pratiche virtuose dell’arco Alpino premiate con le bandiere verdi di Legambiente. Bandiere nere assegnate ai pirati della montagna

Tre bandiere verdi ed una nera per il Piemonte, due bandiere verdi e due nere in Valle d’Aosta. Tante le iniziative estive in calendario.

Legambiente: “Le Alpi risentono sempre di più degli effetti dei cambiamenti climatici. Urgente definire una politica nazionale che valorizzi le aree montane e coinvolga le comunità locali, replicando quegli esempi virtuosi già avviati sul territorio”

 

La sfida della sostenibilità ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici passa anche per le Alpi. Patrimonio di inestimabile valore per i paesaggi e luoghi unici, oggi l’arco alpino italiano è anche la culla di tante esperienze virtuose, moderne e rispettose dell’ambiente, in grado di dar impulso ad una nuova economia e incentivare un turismo dolce, responsabile e rispettoso della natura. Buone pratiche montane che Legambiente racconta e premia con le tradizionali bandiere verdi di Carovana delle Alpi, la campagna che ogni anno monitora lo stato di salute dell’arco alpino analizzando le buone e cattive pratiche realizzate sul territorio da amministrazioni, imprese, associazioni e cittadini. Quest’anno sono ben 9 le bandiere verdi assegnate dall’associazione ambientalista su tutto l’arco alpino e che riguardano soprattutto diversi esempi virtuosi nell’ambito del turismo sostenibile, un bel segnale che arriva nell’anno internazionale del Turismo Sostenibile indetto dall’Onu. Il Piemonte ha ricevuto 3 bandiere verdi mentre 2 bandiere verdi sono state riconosciute a realtà valdostane.

Su tutto l’arco alpino sono in aumento le buone pratiche, ma non per questo gli atti di pirateria si placano. Se nel passato si osservava una maggior esplosione di progetti del tutto inusitati per follia e per dimensioni (nuovi villaggi turistici, grandi alberghi, ipermegafunivie in cima alle montagne), ora a fianco di un mondo che si va sempre più affermando in termini di sostenibilità, si reitera con caparbietà, sebbene su dimensioni più ridotte e meno creative, l’idea di una montagna che sta tra il luna park e il supermercato. Un luogo dove tutto può essere acquistato e consumato con leggerezza, nel caos più totale. Negli ultimi 150 anni le Alpi hanno registrato un aumento delle temperature di quasi due gradi centigradi, più del doppio della media globale dell’intero pianeta. Il recente Rapporto 2017 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) dedica un capitolo intero alle Alpi per avvisarci di come gli impatti del cambiamento climatico saranno particolarmente rilevanti in questa regione. Principalmente si evidenziano una forte diminuzione di estensione e volume dei ghiacciai, uno spostamento verso l’alto di specie animali e vegetali, un alto rischio di estinzioni di specie, un aumento del rischio di parassiti forestali, un aumento del rischio di frane e valanghe, variazioni del potenziale idroelettrico e riduzione del turismo sciistico. I Protocolli della Convenzione delle Alpi, in particolare il Protocollo turismo (ratificato non solo dall’Unione Europea, ma da tutti gli Stati alpini, Italia compresa) vengono per lo più ignorati dai titolari delle bandiere nere e non solo da questi. La Convenzione stessa è vissuta da quasi tutte le istituzioni come un costrutto astratto e lontano dalla realtà. Si dimentica che essa rappresenta un impegno per gli Stati e un appello agli abitanti dell’arco alpino ad agire congiuntamente per garantire un futuro degno di essere vissuto. Un buon motivo quest’ultimo affinché gli organi preposti (Governo e Parlamento) s’impegnino concretamente e in tempi brevi con normative adeguate (una per tutte quella sui voli a motore a fini ludici in montagna) per rendere più cogenti gli indirizzi, al fine di ottenere ovunque nelle Alpi una corretta applicazione della Convenzione stessa.

Anche quest’anno con Carovana delle Alpi torniamo a premiare quelle realtà che già oggi promuovono uno sviluppo sostenibile della montagna, creando vivibilità per i residenti, promuovendo turismo di qualità e salvaguardando e valorizzando il territorio – dichiara Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta –. Di pari passo però non mancano i casi di malagestione della montagna, di un’idea distorta di sviluppo, che depreda le risorse ambientali e mortifica l’ambiente e il turismo sostenibile e di qualità. Per poter toccare con mano la realtà montana Legambiente ha in programma per i prossimi mesi un fitto calendario di iniziative organizzate dai circoli territoriali, un modo per tutti i cittadini interessati per conoscere e condividere insieme una visione di montagna capace di futuro”

Bandiere Verdi. Come ogni anno, tra le bandiere verdi si osservano buone pratiche di conservazione delle risorse naturali, dall’acqua alle culture locali, fino alla salute degli abitanti, all’agricoltura sociale e all’agricoltura al femminile. Quest’anno, tra gli esempi più virtuosi del Piemonte si è distinta l’Associazione Dislivelli, che è riuscita, con il progetto “Sweet Mountains”, a portare alla luce la ricca presenza di luoghi sostenibili ed accoglienti sulle Alpi occidentali (oltre duecento), dimostrando che sono le regioni più turisticamente “dimenticate”, ma con un ambiente più integro, a mostrare i maggiori potenziali di sviluppo sull’arco alpino. Bandiera Verde quest’anno anche per l’Unione Montana Valle Maira (CN), per il coraggio e la lungimiranza nel definire il perimetro di sviluppo della Valle Maira, esprimendo con una buona delibera la propria contrarietà alla pratica di qualsiasi tipologia di accesso e di fruizione motorizzata a scopo ludico del proprio territorio. Ad aggiudicarsi la bandiera “green” di quest’anno c’è anche il Comizio Agrario di Mondovì (CN), che vanta un vero primato, ovvero quello di essere l’unico Comizio rimasto in Italia degli oltre trecento costituiti nella seconda metà del XIX secolo, con una attività mai interrotta, nonostante le avversità storiche, e che quest’anno festeggia i 150 anni di attività (1867 – 2017). Bandiere verdi anche per la Valle D’Aosta, che vede in testa l’Associazione di Promozione sociale Forrest Gump e la Fondazione Sistema Ollignan Onlus, per la loro capacità di coniugare l’esigenza di occupazione reale delle persone disabili alla pratica dell’agricoltura di montagna, esente dall’uso di pesticidi fino alla coltivazione biodinamica, costruendo forti sinergie con il territorio in un’ottica di agricoltura sociale.

Bandiere Nere. Di tenore opposto sono le bandiere nere, a testimoniare appunto pratiche obsolete e poco lungimiranti che ancora una volta offendono il territorio senza offrire nuove e razionali prospettive di sviluppo (dal consumo di suolo, all’idroelettrico insostenibile, all’uso di mezzi motorizzati in aree sensibili, fino alle inutili e distruttive strutture sciistiche). A ricevere la bandiera nera quest’anno è il Comune di Rassa (VC), piccolo gioiello valsesiano di appena una settantina di residenti, a 920 metri sul livello del mare – finora fortunosamente risparmiato dalla cementificazione e dallo sviluppo selvaggio – per la sua proposta di realizzazione di un impianto idroelettrico ambientalmente insostenibile. Per la Valle d’Aosta, la bandiera nera spetta a Monterosa S.p.A., per il progetto di realizzazione di una pista da sci di discesa nel Vallone di Indren (Gressoney), spacciandola quale miglioramento di un percorso fuoripista, aggirando le normative e perseguendo progetti di fortissimo impatto sul territorio e sull’ambiente.

Infine, bandiera nera anche per l’Amministrazione Comunale di La Thuile, per il progetto di abbattimento di tutti gli edifici del villaggio minatori, detto anche villaggio “Padre Kolbe”, in località Pera Carà, unica testimonianza di campo di prigionia fascista in Valle d’Aosta (Campo P.G. N. 101, Porta Littoria) e punto di interesse per un percorso di turismo minerario.

Iniziative. Tante e variegate le iniziative e gli eventi per questa XVII edizione della Carovana della Alpi: il 22 Agosto, a Courmayeur, è in programma l’iniziativa Guardiamo in faccia il cambiamento climatico! I nostri ghiacciai ce ne parlano, trekking degli ex-presidenti di CIPRA Internazionale e passeggiata sulla balconata della Val Vény, di fronte ai ghiacciai in triste ritirata; il 27 Agosto, a Gressoney-la-Trinité, verrà organizzato un trekking alla conca del Gabiet, per scoprire da vicino i danni che potrebbe provocare la progettata pista di discesa dalla sovrastante Punta Indren. Il 1 settembre, a Barge, nella biblioteca comunale, Legambiente presenterà il “Dossier idroelettrico”, mentre il 3 Settembre, a La Thuile, è previsto un trekking alla scoperta del percorso delle vecchie miniere e degli edifici del campo di internamento fascista “Porta Littoria”, unico campo di lavoro della Valle d’Aosta, i cui edifici rischiano di essere distrutti per far posto ad una zona artigianale; il 10 Settembre, a Doues, è previsto l’incontro con l’associazione “Forrest Gump”, che promuove una felice sinergia tra agricoltura sostenibile e disabilità: seguirà la visita ai campi coltivati ed al laboratorio, realizzato in una struttura messa a disposizione dall’amministrazione comunale, e si concluderà la giornata con una breve passeggiata su percorso accessibile a persone con disabilità ed un festoso pic nic finale. Durante la giornata del 17 Settembre, presso il Castello Rocca de’ Baldi, sarà consegnata la bandiera verde al Comizio Agrario di Mondovì, all’interno di un convegno sull’agricoltura sostenibile. Infine, il 30 Settembre ed il 1 Ottobre, a Monte Rosa Rando, nel contesto dell’iniziativa I colori dell’autunno, sarà organizzato un trekking di due giorni lungo i sentieri del Monte Rosa Rando, percorso di media quota che risale la val d’Ayas (iniziativa realizzata in collaborazione con il Consorzio Operatori Turistici della Val d’Ayas, Bandiera Verde 2016).

ECCO LE BANDIERE DI CAROVANA DELLE ALPI 2016

Carovana delle Alpi 2016 di Legambiente
assegna undici bandiere verdi e otto nere in tutto l’arco alpino

Aumentano le realtà virtuose che valorizzano la montagna con pratiche ecosostenibili,
ma i “pirati” della montagna continuano a fare razzie nel patrimonio culturale, paesaggistico e architettonico

Anche quest’anno la Carovana delle Alpi di Legambiente mostra lo stato di salute dell’arco alpino e, in questa edizione 2016, assegna undici bandiere verdi per le situazioni più virtuose di gestione del territorio ed otto nere a quelle peggiori. Un risultato che, nel bene e nel male, conferma le tendenze degli anni passati. Si assiste, da un lato, ad un incremento di buone pratiche che spaziano dall’economia circolare al coinvolgimento associativo, alla creatività dei singoli fino all’impegno appassionato di alcuni rappresentanti delle istituzioni e, dall’altro, ad una reiterata aggressione all’ambiente da parte dei “pirati” della montagna che causano danni del patrimonio culturale, paesaggistico e architettonico.
Delle undici bandiere verdi, ben tre sono state assegnate al Piemonte, due alla Valle D’Aosta e al Friuli Venezia Giulia, una alla Lombardia, al Veneto, all’Alto Adige e al Trentino. Per quanto riguarda le bandiere nere, quest’anno Legambiente ha assegnato il primo e più “pesante” vessillo al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) per il mancato rinnovo, tramite gara, delle grandi concessioni idriche per uso idroelettrico scadute, che espongono l’Italia a sanzioni comunitarie. Tra l’altro le norme europee sulla concorrenza sono molto chiare in materia, vietando i rinnovi automatici. Per questo Legambiente chiede al Mise di definire regole innovative e chiare per un patto di convivenza che ponga una particolare attenzione all’ecosistema fiume e ai territori coinvolti. Bandiere nere anche al Piemonte (2), la Valle D’Aosta (1), la Lombardia (1), l’Alto Adige (1) e il Friuli Venezia Giulia (2).

“Nelle aree montane – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale Legambiente – assistiamo ormai alla diffusione di buone pratiche che si espandono “a macchia di leopardo”. Si tratta di esperienze virtuose di economia circolare, di gestione collettiva e cura del patrimonio naturale che fanno bene al Paese e che meritano di essere messe in rete e replicate. Ma per far ciò è importante che questo cambiamento, già in atto in molti territori alpini e che ha per protagonisti sempre più cittadini e amministrazioni, sia accompagnato da una politica condivisa e unita che punti al rilancio delle aree montane, da politiche di intervento innovative e da una visione più ampia e lungimirante dello sviluppo imprenditoriale montano basata sulla valorizzazione della natura e sul protagonismo delle comunità locali”.

BANDIERE VERDI – Quest’anno la regione ad ottenere più bandiere verdi è il Piemonte grazie al lavoro di realtà virtuose: il Comitato dell’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico frazionale di Andonno – Valdieri (CN), è esempio virtuoso e innovativo di gestione dei beni collettivi. Si tratta dell’unica realtà operativa in Piemonte nell’amministrazione degli antichi demani collettivi. Il Comando regionale piemontese del Corpo Forestale dello Stato che si è distinto per l’eccellente lavoro svolto nel contrasto all’illegalità ambientale su tutto il territorio piemontese con una particolare attenzione alle aree montane. Il progetto “GERMINALE – Agricoltura di Comunità in Valle Stura” che ha avviato un importante percorso di agricoltura di comunità in Valle Stura (CN).
Le bandiere verdi sventolano anche in Valle d’Aosta, dove Legambiente premia quest’anno il Gruppo spontaneo di residenti e frequentatori della Valgrisenche per l’opposizione intelligente alla pratica dell’eliski, e la capacità di interlocuzione con l’Amministrazione locale. E l’Unité des Communes Valdôtaines Evançon, Consorzio Turistico Val d’Ayas e 31 operatori turistici della vallata per l’idea e la realizzazione dell’anello escursionistico Monte Rosa Rando’ e la capacità di attivare sinergie per lo sviluppo sostenibile del territorio.
Bandiere verdi anche al TEB – Tramvie Elettriche Bergamasche S.P.A. in Lombardia per la quotidiana ed efficiente gestione del Tram delle Valli della Val Seriana e la capacità di collegare città e montagna nell’ottica del suo prolungamento verso nuovi comuni della Valle; al Corpo Forestale dello Stato operante in Lessinia e Trentino, Guardiaparco del Parco Regionale Naturale della Lessinia e Polizia Provinciale di Verona in Veneto per aver mantenuto, da ormai quattro anni, un continuo servizio di monitoraggio e di controllo dell’evoluzione della popolazione del lupo in Lessinia, pur in una situazione di ostilità nei confronti del carnivoro e pur nei ritardi con cui il progetto Wolfalps è stato gestito in Veneto; al progetto Biogas Wipptal, iniziativa di 63 allevatori nell’Alta Val d’Isarco in Alto Adige per l’esempio concreto e innovativo di green economy utile per combattere i cambiamenti climatici e praticare l’economia circolare attraverso le rinnovabili e il riciclaggio e alla società BioEnergia in Trentino per la buona gestione del Biodigestore di Cadino (Faedo). Due le bandiere verdi in Friuli Venezia Giulia: all’I.S.I.S. “Fermo Solari” di Tolmezzo per l’istituzione di un indirizzo di studi dedicato all’agricoltura di montagna e al Movimento Ambientale “Io amo Resia con i fatti” per l’esempio di volontariato attivo nella manutenzione del territorio.
“Anche quest’anno Caravona delle Alpi 2016 – afferma Vanda Bonardo, Responsabile Alpi di Legambiente – mostra un panorama a luci ed ombre. Da una parte si vanno affermando o riprendendo forme antiche e al contempo innovative di gestione collettiva e cura del patrimonio naturale (boschivo, a pascolo e agricolo) che valorizzano la montagna. Si tratta di espressioni di una nuova qualità culturale che si stanno delineando laddove si riesce a comprendere il valore di beni naturali come biodiversità e patrimonio naturale per tradurli poi in buoni esempi di economia civile. Al contrario, le situazioni di aggressione all’ambiente, alle quali assegniamo le bandiere nere, denotano una mentalità individualista e al contempo obsoleta ma dura a morire. Bisognerebbe incominciare a pensare alle “bandiere dell’indolenza” da assegnare a coloro che gestiscono la cosa pubblica senza passione e con poco senso del dovere, favorendo così situazioni di disagio, di mancata crescita, oltre che di opportunismo”.
BANDIERE NERE – Tra le otto bandiere nere spicca quest’anno quella assegnata al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) per il mancato rinnovo tramite gara delle grandi concessioni idriche per uso idroelettrico scadute, che espongono il Paese a sanzioni comunitarie e ritardano gli investimenti necessari a rendere più efficiente e sostenibile un sistema di produzione energetica strategico, ma delicatissimo in una prospettiva di cambiamenti climatici. Ed ancora, in Valle d’Aosta bandiera nera al Comune di Issime e Giunta Regionale della Valle d’Aosta per la riproposizione del progetto di valorizzazione e urbanizzazione del Vallone di San Grato, nel Comune di Issime, già bocciato nel 2010. Due le bandiere nere in Piemonte: a Ditte e Amministrazioni promotrici della pratica dell’Eliski e dell’utilizzo ludico degli elicotteri in montagna per la promozione di una pratica che, a fronte del vantaggio di pochissimi operatori, si rivela dannosa per chi vive in montagna e per chi vi si reca per praticare attività turistiche sostenibili, per la sicurezza della montagna oltre che pericolosa per la vita della fauna selvatica alpina e all’Assessorato Energia, Attività produttive, Innovazione della Regione per non avere ancora elaborato, così come previsto dalle linee guida ministeriali già dal 2010, il documento di specificazione delle aree inidonee per la realizzazione di qualsiasi tipo di impianto che utilizza fonti rinnovabili, consentendo invece uno sviluppo ubiquitario e dannoso di alcune fonti, in particolar modo dell’idroelettrico. Bandiera nera alla Provincia di Como e ai Comuni di Plesio e a San Siro (CO) in Lombardia per aver sottoscritto l’Accordo di Programma per un collegamento intervallivo da Plesio a Dongo che prevede l’utilizzo della strada agro-silvo-pastorale anche come viabilità alternativa alla strada statale Regina e per averne realizzato il primo lotto Breglia-Carcente senza averne verificato l’utilità e l’impatto ambientale; alla Provincia e al Comune di Bolzano in Alto Adige per aver sottoscritto l’accordo di programma riguardante il Piano di Riqualificazione Urbanistica (PRU) che sacrifica uno spazio pubblico per creare un megastore dell’imprenditore René Benko a ridosso della stazione di Bolzano; alla Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia per la conferma del finanziamento del progetto Pramollo e per il progressivo allontanamento dai Comuni montani della gestione e del controllo sulle risorse idriche.

Al seguente link il dossier di “Caravona delle Alpi 2016”:

http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/carovana-delle-alpi-2016

 

7 MAGGIO A ROMA : MANIFESTAZIONE PER DIRE NO AL TTIP

TTIP – Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti

Manifestazione a Roma sabato 7 maggio per dire no al TTIP
Legambiente: riduzione degli standard ambientali e di sicurezza dei cibi, arbitrati per aggirare le leggi, segretezza… Ecco perché promuoviamo la manifestazione

ttip

Insieme a centinaia di associazioni e gruppi locali, Legambiente promuove la manifestazione di sabato 7 maggio a Roma contro il TTIP, l’accordo sul commercio negoziato da Unione Europea e USA. L’accordo sul Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti metterebbe infatti a rischio la sicurezza del cibo che mangiamo e la tutela dell’ambiente.