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COMUNICATO CONGIUNTO DI LEGAMBIENTE E SALVALOD:IL 29 GENNAIO NUOVA UDIENZA AD AOSTA.

Legambiente Valle d’Aosta e il Comitato Salva Lod (Comitato per la salvaguardia del lago Lod e dell’ambiente a Chamois) ricordano che il prossimo 29 gennaio riprenderà, presso il Tribunale di Aosta, l’udienza predibattimentale a riguardo del prelievo non autorizzato di acqua dal lago Lod di Chamois.

Ricordiamo che da marzo a giugno 2022 furono volutamente dirottate altrove le acque del Ru Novales che affluiscono al Lago, determinando un anomalo abbassamento del livello del lago e il conseguente deturpamento paesaggistico e danneggiamento ambientale delle specie di flora e fauna sottoposte a tutela.

Gli imputati, accusati a vario titolo, sono il Sindaco di Chamois e l’allora Presidente del Consorzio di Miglioramento Fondiario, oltre ad un operatore della società Cervino s.p.a. in relazione ai prelievi per l’innevamento.

I loro difensori, all’avvio della precedente udienza svoltasi il 19 ottobre 2023, avevano presentato delle eccezioni che il Giudice si è riservato di analizzare.

Nella seduta del 29 gennaio il Giudice dovrà pronunciarsi rispetto alle eccezioni, così come dovrà esprimersi in merito alla richiesta, avanzata da Legambiente, di poter partecipare al processo in qualità di parte civile, a difesa dell’ambiente.

IL LAGO DI LOD E’ SALVO!

Concluso l’iter del ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. Rinviata a gennaio l’udienza per il presunto prelievo non autorizzato.

Pubblichiamo il comunicato congiuto del Comitato SalvaLod e del nostro Circolo, che bene aiuta a capire la complessa situazione del lago di Lod a Chamois.

E’ stata rinviata al 29 gennaio l’udienza predibattimentale per il presunto prelievo d’acqua non autorizzato al lago di Lod di Chamois, nei confronti del sindaco di Chamois Lorenzo Mario Pucci, ldell’ex presidente del Consorzio di miglioramento fondiario e del responsabile operativo della Cervino S.p.A., accusati a vario titolo di furto d’acqua, interventi non autorizzati e deturpamento paesaggistico ed ambientale.
Più nel dettaglio, l’accusa è di aver dirottato altrove nel periodo marzo-giugno 2022 le acque del Ru Novales che affluiscono al lago, determinandone un abbassamento e un danneggiamento paesaggistico ed ambientale della flora e fauna, tra cui molte specie protette.
“ Abbiamo deciso di richiedere la costituzione come parte civile” dichiara Rosetta Bertolin di Legambiente VDA: la richiesta verrà discussa nella prossima udienza del 29 gennaio.
Sempre riguardo al lago di Lod a Chamois, è stata emessa la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma relativa al ricorso presentato da Legambiente e da alcuni residenti, proprietari e consorzisti di Chamois. Il ricorso richiedeva l’annullamento
delle delibere di concessione idroelettrica all’ing. Gadin che prevedevano l’uso del Lago di Lod come bacino di accumulo dell’acqua per due centrali idroelettriche nel territorio di Chamois.
La sentenza dichiara “una sopravvenuta carenza d’interesse alla decisione del ricorso” poiché, successivamente alla sua presentazione, vi è stata la rinuncia da parte dell’ing. Gadin all’utilizzo del lago come bacino d’accumulo.
La sentenza specifica anche che, in un eventuale futuro nuovo progetto presentato dall’ing Gadin (che mantiene la concessione), il lago “non potrà più assumere alcuna funzione”, e che la necessaria nuova Valutazione di Impatto Ambientale dovrà tenereconto della non
disponibilità del lago.
Il lago di Chamois, quindi è salvo, non c’è più rischio che venga utilizzato come bacino d’accumulo.
«Un risultato importante, che sottolinea l’efficacia delle nostre azioni e sottolinea ancora una volta l’importanza e la ricchezza dell’ecosistema del lago e delle numerose forme di flora e fauna presenti lungo le sue rive», commenta Vittorio Vicentini, presidente del Comitato per la salvaguardia del lago di Lod e l’Ambiente di Chamois.

Il Comitato per la salvaguardia del Lago di Lod e dell’ambiente a Chamois
Legambiente VDA

 

 

Alberi : una buona notizia non ne cancella una brutta, ma almeno offre una speranza di cambiamento.

In questi giorni, rattristati dall’abbattimento delle belle tuie e dei grandi pioppi di viale Carducci ad Aosta per far posto alla pista ciclabile (inutilmente nei mesi scorsi Legambiente aveva cercato di farne modificare il tracciato), ci conforta la notizia dell’inserimento tra gli alberi monumentali di un magnifico pero a Torgnon, il primo della sua specie a ottenere un tale riconoscimento nella nostra regione.


Il pero in questione è stato per alcuni anni oggetto di un contenzioso tra vicini e ha rischiato di essere abbattuto per il disturbo arrecato dalla caduta di foglie e frutti. 
Venuti a conoscenza della situazione e osservate le sue caratteristiche, abbiamo sollecitato la Regione a tutelare l’albero. La procedura è ora arrivata in porto, e dai giorni scorsi un decreto del
Ministero ne garantisce la tutela.


Legambiente ritiene che l’aspetto paesaggistico che gli alberi rappresentano, unito alla loro utilità di assorbimento degli inquinanti e di mitigazione delle temperature, debba avere la meglio su una mentalità ormai vecchia che li vede elemento di intralcio alle attività umane, fonte di sporcizia e potenziale pericolo anziché elemento di vita e di bellezza.

PILA COUIS: UNA “SOLUZIONE TAMPONE”

QUESTA VOLTA NON LO DICONO GLI AMBIENTALISTI MA LA SOCIETA’ FUNIVIARIA

CHI PAGHERA’ I CONTI DELL’AFFARISMO ODIERNO?

Molti conoscono “EDEN-Un Pianeta da Salvare”, la trasmissione televisiva in onda il sabato sera su LA7, condotta da Licia Colò. Nella puntata del 26 agosto scorso il servizio d’apertura riguardava la Valle d’Aosta, toccando in particolare il capoluogo Aosta, Cogne e….Pila. Dalla Platta de Grevon, ottimo punto d’osservazione, la conduttrice ha presentato le vette più significative della nostra regione.
La trasmissione svolge bene la sua funzione di divulgazione scientifica e promozione dei territori: abbiamo apprezzato i riferimenti alla tutela ambientale, alla fragilità dei ghiacciai e ai cambiamenti climatici.
A farci riflettere è stata l’intervista a Davide Vuillermoz, presidente della Pila SPA, la società che gestisce gli impianti .
Dopo aver ammesso le difficoltà causate dallo scarso innevamento delle ultime stagioni invernali, Vuillermoz spiega che l’innalzamento della quota degli impianti è una “soluzione tampone” messa in atto perché la più semplice: “ce l’abbiamo in tasca”.
Conclude poi il ragionamento affermando che questa soluzione guarda al breve periodo. Non vi è alcun riferimento esplicito all’impianto funiviario in costruzione, ma cita “nuove iniziative”: il nostro pensiero è subito andato ai lavori avviati questa estate nella zona della Platta de Grevon e sul sottostante versante.
E allora ci siamo ricordati che nei lunghi mesi di dibattito pubblico sulla nuova cabinovia e sul ristorante in cresta a forma di stella, la società funiviaria e l’Amministrazione regionale avevano sempre detto, spiegato e ripetuto che si trattava di un progetto di ampio respiro, che si inquadrava in una visione strategica e a lungo termine del turismo in VDA, visione che comprendeva il collegamento progettato a Cime Bianche e forse anche quello tra Pila e Cogne. Eravamo invece noi, che a questi progetti ci siamo sempre opposti, a sostenere che si trattava di facili soluzioni e di breve respiro, assunti perché comodi ed a portata di mano.
Le affermazioni del presidente della Pila spa sono finalmente esplicite! L’innalzamento della quota degli impianti è una soluzione tampone, transitoria rispetto ad un fenomeno inarrestabile.
Quello che non dice nessuno, neanche l’Amministrazione regionale, è che l’impegno economico di queste nuove infrastrutture, in generale, peserà sulle spalle delle future generazioni – le società funiviarie sonoquasi totalmente a capitale pubblico – e degli Enti Locali che si troveranno, temiamo, a corto (se non privi) di risorse quando sarà necessario mettere in campo nuove strategie per sostenere il turismo nella nostra regione.

Trovi l’intervista al link sottostante, dal minuto 19.

https://www.la7.it/eden/rivedila7/eden-un-pianeta-da-salvare-27-08-2023-500018

ULTIMO BLITZ ALLA TORRE DEL LEBBROSO

PREVEDERE UNA PULIZIA PERIODICA DEL SITO E’ CHIEDERE TROPPO?

A ottobre scorso Legambiente ha segnalato al comune di Aosta accumuli di sporcizia nella scalinata che scende al piano inferiore della Torre del Lebbroso.

Il Comune ha girato la comunicazione alla Soprintendenza, cui compete la gestione del sito.

Niente è successo.

Siamo allora andati noi di Legambiente, a novembre, a pulire, segnalando ufficialmente lo stato di degrado dell’area. Dalla Soprintendenza nessun segno di vita.

Ai primi di febbraio siamo tornati a pulire, perché l’area era tornata inguardabile ai nostri occhi ma soprattutto a quelli dei molti turisti che si posavano su quella scalinata che affaccia su via Festaz, essendo nuovamente sudicia.

Un cartello con su scritto “Area pulita dai volontari di Legambiente” – uno di quelli che usiamo per le iniziative di Puliamo il Mondo, quando insegniamo ai bambini a curare l’ambiente e a riciclare i rifiuti in maniera corretta – è rimasto appeso alla ringhiera dell’edificio dall’autunno alla primavera: pensavamo che sarebbe stato tolto subito, era quasi una provocazione, una “appropriazione indebita” del luogo, invece ha resistito fino a tutto il mese di aprile.

Oggi – e siamo ormai a fine maggio – siamo tornati a pulire per l’ennesima volta il monumento storico dalle immondizie buttate all’interno della scala, o portate lì dal vento.

Lo facciamo per l’ultima volta, perché siamo volontari, non siamo incaricati (o stipendiati) dalla Regione per fare un’azione a tutela di un bene storico e culturale che invece va programmata e eseguita periodicamente, essendo anche meta turistica della città.

E questa volta non esibiamo più il cartello con scritto che l’area è stata pulita da Legambiente, perché nei mesi scorsi ci siamo più volte vergognati per quel cartello lasciato a presidio di un luogo che veniva abbandonato senza alcuna cura, tornando a essere di nuovo discarica.

Perché questo possiamo dire con certezza: in un intero anno neanche un’azione di pulizia all’interno dell’area è stata programmata né eseguita da chi ha la proprietà del monumento – la Regione – e a niente sono servite le segnalazioni dei residenti; neanche quelle della nostra Associazione hanno sortito effetti.

Dalla Soprintendenza non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

E quindi, con dispiacere, non ci facciamo più supplenti di una cura che appartiene ad altri Enti.