UN MAGLIONE CONTRO LA GUERRA – AUSTERITY FOR PEACE

Cosa possiamo fare come cittadini, imprenditori, enti pubblici per penalizzare chi ha fatto ricorso alle armi per risolvere controversie tra stati?

Rispolverare una non-arma tipica della lotta non violenta: il boicottaggio.

E’ evidente che i prodotti petroliferi sono di gran lunga la maggior fonte di entrate per la Russia, un flusso enorme di denaro che alimenta la macchina della guerra*.

Le sanzioni ipotizzate contro la Russia non riguardano però questo settore, tranne il blocco del gasdotto Nord Stream 2, perché noi paesi industrializzati necessitiamo di energia per alimentare le nostre attività quotidiane.

Siamo disposti a fare dei sacrifici, invece che usare le armi, per punire e favorire un cambio di rotta del governo russo?

Riduciamo la temperatura del riscaldamento dei nostri appartamenti di 2 gradi – propone il Circolo valdostano di Legambiente, aderendo alla manifestazione indetta per domani alla Porta Pretoria da sindacati e associazioni – accendiamo più tardi le luci e spegniamole prima: chiediamo di fare la stessa cosa negli uffici, nei negozi, nei centri commerciali, negli edifici pubblici, nelle strade urbane.

Insomma, indossiamo un maglione in più e chiediamo al governo italiano di ridurre da subito l’acquisto di gas e petrolio dalla Russia di almeno il 50% fino ad azzerarlo, sommando alla contrazione del consumo di energia derivante da questa austerity volontaria un incremento di produzione dalle fonti rinnovabili e l’approvvigionamento degli stessi da altri paesi produttori.

Un maglione è meglio di un fucile!

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* Ogni singolo giorno, secondo i calcoli di Bloomberg, la Russia vende 3,5 milioni di barili di petrolio e 275 milioni di metri cubi di gas a Europa, Stati Uniti e Gran Bretagna, incassando qualcosa come 700 milioni di dollari. Ogni 24 ore.