Nelle settimane scorse il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato la bozza del nuovo Decreto che dovrebbe regolare per il futuro l’erogazione degli incentivi agli impianti di produzione delle energie rinnovabili.
Per quanto riguarda il settore dell’idroelettrico non potranno più essere accordati gli incentivi ai nuovi impianti che non rispettino le norme di tutela dei corsi d’acqua previste dalla Direttiva Quadro Europea.
Un riscontro positivo a tale decisione è stato espresso dalle associazioni ambientaliste, da Italia Nostra al CIRF (Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale), e dalla miriade di comitati costituitisi in questi anni per la salvaguardia dei propri corsi d’acqua dai prelievi indiscriminati. Riportiamo di seguito la posizione di Free Rivers Italia “La bozza di decreto 2018-2020 per le Fonti Energetiche Rinnovabili, recentemente emanata dal Ministero dello Sviluppo Economico, limita fortemente l’incentivazione all’idroelettrico sui corsi d’acqua naturali, riservandola ai soli impianti che utilizzano acque già incanalate e sfruttate per altri usi. Il decreto accoglie per la prima volta, dopo anni di denunce, le istanze dei territori presi d’assalto dalla speculazione idroelettrica innescata da una impropria e dissennata incentivazione statale. E’ del tutto evidente, dati alla mano, che l’apporto energetico complessivo del nuovo idroelettrico è poco significativo e che siamo in presenza di un grande affare per gli speculatori a tutto danno del territorio”. Legambiente Valle d’Aosta si unisce al plauso espresso al nuovo Decreto del Ministero e auspica che la bozza venga approvata così come proposta, mantenendo i principi di fondo e le nuove regole poste a tutela dei corsi d’acqua. Come comitato regionale, valutiamo positivamente il fatto che rimanga la possibilità di accedere agli incentivi da parte dei Comuni e dei Consorzi che utilizzano le condotte esistenti a servizio di acquedotti e impianti irrigui; inoltre, richiamate le Deliberazioni di Giunta Regionale che negli anni più recenti hanno imposto una moratoria ai nuovi impianti a fronte dello stato di degrado di tanti torrenti, auspichiamo che saranno fatti salvi quei tratti in alta quota che ancora si mantengono allo stato naturale. Lo scopo delle indicazioni introdotte nel Decreto è infatti la salvaguardia dei corsi d’acqua che ancora si presentano allo stato naturale e sono di qualità elevata, così come prescritto dalle recenti norme ministeriali. Norme che il Piano di Tutela delle Acque, che speriamo si avvii quanto prima alla conclusione, dovrebbe recepire. Auspichiamo, dunque, che nella prossima riunione della Conferenza Stato/Regioni, in cui verrà illustrato il Decreto, i responsabili politici valdostani presenti vogliano confermare l’esigenza di tutela dei pochi torrenti rimasti allo stato naturale ed esprimano quindi un parere sostanzialmente positivo sul Decreto stesso. Legambiente Valle d’Aosta Il Presidente Denis Buttol
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