AOSTA – Avevo già criticato da queste pagine il progetto da 12 milioni di euro chiamato «Viva» che l’assessore all’agricoltura e la dirigente competente per le aree protette Santa Tutino avevano pubblicizzato in apertura di un recente convegno come finalizzato alla conservazione della biodiversità, ricevendo in risposta generiche affermazioni che nulla rispondevano nel merito.
Di tutti questi soldi solo una piccola parte, meno del 6%, saranno spesi realmente per proteggere e conservare le risorse naturali, il resto andrà a compiacere imprese, progettisti e consulenti impattando pesantemente sull’ambiente.
Un esempio formidabile di quanto affermo viene offerto a chiunque visiti oggi la piccola riserva naturale Les Iles: qui l’impreparazione dei progettisti ha toccato livelli di punta, perché per far passare la pista ciclabile, invece che utilizzare percorsi già esistenti, come per esempio la poderale che affianca l’autostrada o il tracciato della pista che già attraversa in parte l’area protetta, oppure ancora la sponda del fiume già cementificata, costruendo un nuovo tracciato è stato devastato e seriamente ridotto il già piccolo bosco ripario, ben strutturato dal punto di vista forestale e molto prezioso per mantenere alta la biodiversità del sito perilacustre. Forse il motivo di questa scelta risiede nel non voler espropriare poche migliaia di metri quadrati di terreni confinanti, risultato che si poteva comunque ottenere facendo scelte diverse da quella adottata. Ho paura ora di scoprire come verranno spesi gli altri soldi previsti per questa piccola riserva (in tutto 1,3 milioni di euro!) che aveva solo bisogno di essere chiusa al traffico veicolare, limitando anche quello delle biciclette e dei cani per proteggere meglio le specie di uccelli nidificanti, spendendo poche migliaia di euro.
Quando all’arroganza politica e a quella personale si accompagna anche l’ignoranza dei più semplici princìpi ecologici, si possono sprecare molti soldi e fare molti danni, rimanendo oltretutto convinti di essere nel giusto.