Il sistema regionale dei Parchi e le leggi regionali sulla biodivesità (anno 2010)
Il 30% del territorio valdostano è inserito in un’area protetta: i SIC sono 28, le ZPS 5. Tra questi vi sono: un Parco nazionale (Gran Paradiso), un Parco regionale (Mont Avic), una Riserva naturale (Mont-Mars). La maggior parte dei SIC sono stati istituiti nel 2001, uno solo è stato aggiunto, nel 2006 (Valgrisenche). Soltanto i due Parchi hanno un piano di gestione approvato: in particolare, il Piano di gestione del Parco Mont Avic, vecchio (1994) e in fase di aggiornamento e revisione dal 2004 (dopo l’ampliamento, avvenuto nel 2003, dei confini del Parco anche al Comune di Champorcher). Si spera venga approvato entro il 2012. Il piano di gestione del Parco Nazionale del Gran Paradiso è aggiornato al 2009. Non esiste una legge regionale sulla biodiversità, né tantomeno un Piano d’Azione coerente con gli obiettivi della Strategia Nazionale.
Lo stato della Rete Natura 2000
Al di là dell’attività istituzionale, che a nostro avviso a un ruolo puramente formale e, per così dire, di facciata, rileviamo numerose carenze nel sistema di tutela della Rete Natura 2000 in Valle d’Aosta. Per esempio, non esiste una regolamentazione per la circolazione di motoslitte e MTB, né sulla pratica dell’héliski. Vi è, a norma della l.r.15/1988 e successive modifiche, un divieto di sorvolo delle aree protette ad una quota inferiore ai 500 m., che però viene di fatto vanificato dall’inesistenza di fasce di rispetto nelle zone immediatamente confinanti con i siti. Di fatto, questo consente una forte pratica dell’héliski invernale nei SIC e ZPS di alta quota. Sul piano strettamente scientifico, l’atteggiamento della Regione ci pare quantomeno contraddittorio. Infatti l’amministrazione utilizza i fondi stanziati dall’UE per la promozione di studi inerenti la biodiversità presente nella Rete, ma non li utilizza per aggiornare ed approfondire le schede dei Siti.
Le difficoltà e le emergenze da affrontare
Abusi inerenti l’eliturismo estivo. Il divieto di sorvolo di SIC e ZPS può essere derogato, sempre a norma della L.R. 15/1988 e successive modifiche, in presenza di eventi pubblici eccezionali (feste patronali, manifestazioni per i turisti,ecc.), previa autorizzazione del Servizio Aree Protette. Abusi nello sfruttamento della risorsa idrica a scopo idroelettrico. Nel 2010 è stato sottoposto a VIA un progetto di ampliamento della centrale idroelettrica di Villeneuve, comune a valle della Valle di Cogne e della Valsavarenche, comprese, la prima parzialmente e la seconda interamente, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il progetto, che mira alla quasi triplicazione della potenza attuale, prevede captazioni idriche dai torrenti all’interno del Parco, la costruzione di un invaso in zona immediatamente esterna (in comune di Cogne), ma con una sponda ricadente nel Parco; lo scavo di 20 km di gallerie per convogliare le acque a valle; la realizzazione di due grandi depositi definitivi per il materiale di risulta degli scavi, uno dei quali posto interamente all’interno del Parco. Complessivamente, il 52% delle opere dovrebbe sorgere all’interno dell’area protetta. Le numerose osservazioni alla VIA (delle associazioni ambientaliste, dell’Ente Parco che ha espresso parere negativo, e dei comuni coinvolti) hanno provocato la sospensione della procedura stessa. Attualmente la società proponente, di proprietà regionale, sta valutando la sostenibilità economica del progetto a fronte delle richieste di modi- fica del Parco e dei Comuni. Abusi connessi alla viabilità in alta quota. Il SIC “Ambienti d’alta quota del Vallone della Legna” nella Valle di Champorcher è attraversato da una mulattiera storica, le cui prime tracce risalgono al 1200 circa. Nei primi anni 2000, la Regione era orientata a sostituire l’antico tracciato con una strada carrabile non asfaltata, per agevolare il lavoro dei conduttori degli alpeggi attivi in zona. La Regione ha presentato un progetto di “allargamento” del sentiero storico (da 1,40 m. circa a 2,5 m.), frazionandolo in piccoli lotti, così da renderlo non assoggettabile a VIA. La realizzazione dell’opera significherebbe la cancellazione totale non solo dell’antica mulattiera, che verrebbe lastricata, ma anche di numerosissime tracce etnoantropologiche presenti sul percorso, testimoni dell’attività umana dei secoli scorsi nel vallone (muretti di delimitazione della mulattiera, antico canale irriguo “ru”, canalette di scolo delle acque in pietra). Abusi nella gestione delle zone umide. Sono noti vari episodi di incendio procurato del canneto compreso nel SIC IT1203040 STAGNO DI LOSON (Verrayes) negli anni passati (circa 7-8 anni fa) con distruzione di fauna e flora. Altro episodio di danneggiamento di una zona umida (non classificata SIC ma ben nota al servizio aree protette della Regione), in loc. Albard di Donnas, dove viveva ancora il gambero di fiume e dove si trovavano frassini di palude, eliminati per poi prosciugare l’intera zona e “bonificare” la palude.
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