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VIENI A SCOPRIRE LE ORCHIDEE DI SAINT DENIS! ESCURSIONE GRATUITA IL 18 MAGGIO.

Il Circolo Legambiente Valle d’Aosta, in collaborazione con il Comitato Interregionale Piemonte VDA, organizza un’escursione gratuita alla scoperta delle numerose varietà di orchidee che fioriscono  Saint Denis.

L’iniziativa, totalmente gratuita, rientra nell’ambito del progetto Interreg Beyond Snow e intende promuovere forme innovative di turismo dolce ed esperienziale.

Posti limitati ed iscrizioni entro e non oltre il 16 maggio prossimo.

Maggiori info qui:

http://www.legambientevda.it/wp-content/uploads/2025/05/25.5.18-Orchidee-VdA-ok-1.pdf

SOPRALLUOGO AL COL RANZOLA

Sabato 14 settembre, sfidando le particolari condizioni meteo per giornata di freddo e vento, insieme ad una trentina di soci, di simpatizzanti e di semplici curiosi, Legambiente ha condotto un sopralluogo al Col Ranzola.

Lungo il percorso sono state fatte delle tappe per osservare l’orografia dei luoghi e mettere a confronto ciò che vedevamo con le planimetrie dello studio di fattibilità in mano alle amministrazioni che l’hanno commissionato.

Abbiamo così potuto constatare che non esiste alcuna strada da “riqualificare”: il tracciato – dal lato Gressoney totalmente ex novo – impatterebbe in maniera drammatica sul territorio, andando a tagliare zone tipicamente esposte a dissesto idrogeologico e così indebolendole.

Nel tratto tra le due vallate, una targa ricorda che di qui passò il grande scrittore e filosofo russo Lev Tolstoj, che ne parla nei suoi diari. Intorno al colle si riconoscono manufatti di interesse storico e archeologico.

Nonostante la giornata climaticamente atipica per la stagione, numerose persone transitano, in salita sia da Estoul sia da Gressoney. Tra i curiosi, quelli cioè saliti al colle non “prevenuti”, l’osservazione delle carte di progetto toglie le residue perplessità. Uno di loro ci chiede: “perché spendere milioni di euro per rovinare un posto così magico e renderlo più fragile, in un contesto di cambiamenti climatici che richiederebbe, al contrario, azioni di mitigazione, non opere di ulteriore assalto al territorio?”.

Ecco, forse in questa domanda risiede il centro della nostra opposizione ad un progetto che, vedendo le carte direttamente sul campo, appare ancora più insensato.

I giochi sono ancora aperTI

COL RANZOLA : ENNESIMO SPRECO DI DENARO PUBBLICO PER ROVINARE LA MONTAGNA

Come si fa a “riqualificare” una strada se quella strada non c’è? Eppure delibera che investe circa tre milioni di euro di soldi pubblici per creare un collegamento intervallivo tra la Valle diGressoney e quella di Ayas – presumibilmente con enormi muri di sostegno per i tornanti necessari
a superare la pendenza – è proprio scritto così: “riqualificazione” della strada del Col Ranzola. Non è un modo onesto di usare le parole! Ma a questo siamo abituati: ormai non c’è scempio che non sia garantito “sostenibile”.
Il collegamento che la Regione vorrebbe realizzare tra la zona di Estoul, in comune di Brusson, e l’arrivo della seggiovia Weissmatten, in comune di Gressoney-Sain-Jean, su crinali geologicamente fragili, è stata proposta dalle due amministrazioni locali interessate e consisterebbe nella realizzazione di un tracciato in gran parte nuovo, lungo circa 6 km, volto a collegare le due poderali già esistenti: quella che da Estoul raggiunge gli alpeggi sotto al colle e quella a servizio della località Weissmatten sul versante gressonaro.
Legambiente segue la vicenda sin dalle sue prime battute ed acquisirà nei giorni prossimi lo studio di fattibilità della nuova strada, che non è stato reso pubblico e che potrà essere ritirato solo direttamente in loco, a Gressoney. L’accesso agli atti in formato digitale non è previsto.
In attesa di poter sviluppare osservazioni puntuali sulla proposta di tracciato, che sappiamo con certezza toccherà aree naturali di pregio, con riconosciuta valenza storica e archeologica, segnaliamo che la somma di denaro pubblico stanziato, in un periodo di contrazione continua di servizi essenziali, e le motivazioni a sostegno di questa scelta sollevano forti perplessità.
Non comprendiamo come un tracciato poderale che attraversa zone fortemente acclivi e instabili possa fungere da via di fuga in caso di calamità naturali. E’ anche difficile ravvisare la tanto sottolineata valenza ciclabile di questo collegamento. La zona a monte di Estoul è percorsa da numerose strade poderali utilizzabili anche dalle bici. Una di esse,
per esempio, raggiunge la conca dei laghi di Palasinaz, e una sua diramazione il più vicino lago Litteran. L’amministrazione ipotizza anche un collegamento ulteriore al col de Joux che, a sua volta, è nodo centrale di un a serie di itinerari escursionistici e cicloescursionistici già esistenti ,
frequentati da tempo dai turisti. Non ci pare che l’offerta sia carente. E non ci pare che questo ennesimo itinerario per mountain bike – tre milioni di euro del FOSMIT (cospicuo fondo statale per
lo sviluppo delle montagne italiane) – sia un buon investimento.
“Da tempo Legambiente, anche a livello nazionale – ha dichiarato il Presidente del circolo valdostano Denis Buttol – sottolinea che un reale contrasto allo spopolamento montano debba fondarsi, innanzitutto, sul ripristino dei servizi (medici, market, uffici, connessioni veloci
internet, trasporti) sempre più carenti”.
In questo modo dovrebbero essere investiti i fondi pubblici, non per realizzare l’ennesima, inutile, opera di devastazione del territorio.

RUSPE SUI GHIACCIAI

Pubblichimo il comunicato di CIPRA ITALIA in merito aigli scandalosi lavori per la realizzazione della nuova pista internazionale per la Coppa del Mondo di sci alpino. Ne condividiamo i contenuti in pieno.

Il Teodulo: ruspe che si accaniscono su un ghiacciaio già in sofferenza per preparare la nuova pista della Coppa del Mondo di sci alpino
Ma i ghiacciai non sono cumuli amorfi di ghiaccio a uso e consumo di una clientela extra lusso

Il Teodulo: un ghiacciaio già in sofferenza scavato e manipolato dalle ruspe per più di un mese, pur di avere tutto pronto per lo scintillante spettacolo della Coppa del Mondo di sci alpino 2023-2024 che
inizierà l’11 novembre. Questo è il prezzo che deve pagare l’alta montagna per qualche scampolo di gara nell’era del riscaldamento climatico.
La stagione 2022-2023 per la Coppa del Mondo di sci alpino iniziò con l’annullamento della competizione tra Zermatt e Cervinia: prima la gara maschile, poi la stessa sorte è toccata anche a quella femminile. Assenza di neve e condizioni meteo avverse caratterizzarono il calendario.
Quest’anno invece l’inizio si annuncia con toni trionfali. Tutto è pronto per l’apertura delle competizioni il prossimo 11 novembre, su di un tracciato transfrontaliero tra Svizzera e Italia: la “Gran Becca”, una pista che va dalla Gobba del Rollin (3800 metri di quota) ai Laghi di Cime Bianche (2865 metri di quota), si dice sia la più alta al mondo. Ma a quale prezzo sta avvenendo tutto ciò? Per almeno un mese le ruspe hanno scavato, movimentando e deformando il ghiacciaio pur di raggiungere lo
scopo degli organizzatori. Forse anche facendo uso di esplosivo si sono fatti strada, eliminando così qualsiasi ostacolo si frapponesse, anche il fastidio di qualche lembo di roccia che affiorava dal ghiaccio. L’importante è che tutto sia pronto per l’11 novembre, con superfici di gara livellate come piani di un biliardo, poiché questo vuole oggi la competizione nel mondo dello sci, in barba alle morfologie della natura. Anche la neve asportata servirà al cantiere sempre in funzione, coperta con teloni pur di averla a disposizione per il grande spettacolo. Eppure siamo nel bel mezzo di un ghiacciaio, il ghiacciaio del Teodulo. Un corpo glaciale che come tutti gli altri presenti sulle Alpi è in forte sofferenza. Si pensi ai dati che abbiamo comunicato recentemente con Carovana dei Ghiacciai, la campagna internazionale di Legambiente in collaborazione con CIPRA e che ha prodotto il Manifesto per i ghiacciai. Sottoscritto da alcuni tra i maggiori glaciologi europei, traccia le linee di un percorso
di governance dei ghiacciai e delle risorse connesse, proponendo azioni ben diverse da ciò che sta accadendo sul Teodulo. “Fortunatamente non è sempre così, – rileva Vanda Bonardo, presidente CIPRA Italia – in altre situazioni, i gestori degli impianti procedono con molte più accortezze e
attenzioni, sapendo di manipolare fragili ambienti di alta quota; qui invece non si va per il sottile: the show must go on.” Uno show per pochi privilegiati, giacché il solo biglietto della nuova funivia lusso
Matterhorn Glacier Ride II (inaugurata lo scorso luglio fra Zermatt e Cervinia) costa 240 Euro per la traversata.
“Chissà se negli atleti che sottoscrissero lo scorso anno la lettera alla FIS per richiamare l’attenzione sui cambiamenti climatici s’insinua il dubbio sul buon senso di quest’operazione? – s’interroga Vanda Bonardo – Questo grande luna park di alta quota riporta alla mente il gran ballo del Titanic, e non è retorica. Recenti studi ci raccontano di un tempo di 20-25 anni di sopravvivenza per lo sci da discesa nelle aree più in quota delle Alpi italiane ovvero quelle piemontesi e valdostane, per il resto delle montagne italiane finirà molto prima. Al di là del danno ambientale ci si domanda se in una san aeconomia ha senso che un’industria, per il bene del Paese necessariamente proiettata verso il futuro,
insista con investimenti consistenti che non hanno speranza di futuro. Quella stessa industria che paradossalmente sta cercando di usare maggiori risorse naturali con l’intento di rendersi indipendente dalla natura”.