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ELISKI : LE NORME REGIONALI VALGONO ANCORA QUALCOSA? SE SI, VANNO RISPETTATE, ANCHE DAI COMUNI!


L’estate trascorsa ha visto riaccendersi il dibattito sull’eliski, essendo le concessioni in scadenza, e finalmente anche un comitato di cittadini, a Valgrisenche, ha posto dei seri dubbi sulla compatibilità
dello sviluppo turistico dei propri territori con tale impattante pratica.
Anche Legambiente è intervenuta nel dialogo con l’Amministrazione regionale per chiedere di porre maggiori limiti all’utilizzo degli elicotteri a fini ludico sportivo.
L’esito del confronto è noto, e a ottobre la Regione ha dettato le nuove regole.

 

NUOVA REGOLAMENTAZIONE ELISKI LA REGIONE SCEGLIE IL PEGGIO

 

Dopo settimane di audizioni presso le competenti Commissioni del Consiglio Regionale, il 7 ottobre è stata approvata dalla Giunta Regionale la nuova regolamentazione dell’eliski in Valle d’Aosta.
Anche Legambiente è stata ascoltata e ha portato all’attenzione dei Consiglieri regionali un documento
che chiedeva una più efficace tutela ambientale, sollecitava un più credibile regime sanzionatorio da applicare in caso di irregolarità nello svolgimento delle attività da parte delle società concessionarie e, soprattutto, sollecitava a sospendere per due anni l’apertura dei nuovi comprensori eliski sovracomunali.

Riteniamo infatti questa scelta davvero azzardata, poiché allo stato attuale mancano dati sulle ricadute positive dell’eliski nei territori in cui viene praticato, e anzi, sembra che questa attività allontani i ben più numerosi amanti del turismo invernale dolce: scialpinisti e ciaspolatori, o semplici amanti della montagna invernale, tendono infatti a non frequentare località dove il disturbo arrecato dagli elicotteri dura buona parte della giornata.
Come interpretare diversamente il dato emerso dal censimento ANCI 2015 che pone Valgrisenche all’ultimo posto in Valle d’Aosta come ricchezza pro-capite dei cittadini? Questo è l’evidente effetto, in un bilancio costi/benefici, dei risultati portati da trent’anni di eliski… Con scelte opposte, la Valpelline, nella quale tutti i Comuni tranne Ollomont non ospitano questa pratica, ha ottimi dati di presenze invernali, che sono oltretutto in aumento di anno in anno.
Per questo motivo abbiamo chiesto di utilizzare i prossimi due anni per porre in atto alcune sperimentazioni, come la creazione di zone dedicate in modo esclusivo a scialpinismo e passeggiate sulle ciaspole nei Comuni sede di comprensori eliski; e soprattutto la chiusura anticipata al 15 marzo della stagione dell’eliski, in modo da riservare la primavera allo scialpinismo, favorire il tessuto turistico-ricettivo dei territori e portare così ad un ampliamento della stagione invernale.
Questi 2 anni sarebbero fondamentali per avviare una seria campagna di raccolta di dati statistici, allo scopo di valutare l’impatto ambientale dell’eliski e la sua ricaduta economica sui territori, da porre a confronto con quella delle altre attività invernali.
“Il testo della Regione ammette che l’eliski è fortemente impattante per l’ambiente e che ha difficoltà a convivere con le pratiche sportive invernali sostenibili. E quindi, incredibilmente, la Regione sceglie il peggio – afferma Alessandra Piccioni, presidente di Legambiente Valle d’Aosta – Invece di abbreviare la stagione, la allunga di 20 giorni; anziché limitare la fascia oraria di attività concessa all’eliski, la aumenta da 6 a 9 ore al giorno; non riserva aree libere per le altre attività invernali ma demanda la scelta ai Comuni. Ma soprattutto apre la possibilità di creare da subito comprensori sovracomunali, ossia ampie zone in cui l’eliski sarà praticato con meno vincoli.”
Con buona pace di chi, amando le nostre montagne per il loro silenzio e per gli incontri con gli animali selvatici, si vedrà forse costretto a scegliere luoghi più tranquilli.

Da luglio Legambiente (insieme al gruppo informale di cittadini che a Valgrisenche discute con il Comune proprio sull’eliski) si confrontava con la Regione su questi temi, ma il risultato è stato nullo: neppure di fronte a proposte moderate e ragionevoli abbiamo trovato un’autentica disponibilità al confronto. E, di conseguenza, in questi giorni parte il primo comprensorio comunale: in settimana, infatti, i Comuni di Arvier e Valgrisenche si riuniranno in Consiglio per deliberare in proposito.
Insomma, la Regione favorisce pratiche dannose per l’ambiente senza disporre di dati che consentano una valutazione reale sulle ricadute turistiche complessive, con il risultato di rendere la nostra Valle meno attrattiva, economicamente più fragile e terreno di conquista per gli interessi di pochi. Un gran risultato!

ECCO LE BANDIERE DI CAROVANA DELLE ALPI 2016

Carovana delle Alpi 2016 di Legambiente
assegna undici bandiere verdi e otto nere in tutto l’arco alpino

Aumentano le realtà virtuose che valorizzano la montagna con pratiche ecosostenibili,
ma i “pirati” della montagna continuano a fare razzie nel patrimonio culturale, paesaggistico e architettonico

Anche quest’anno la Carovana delle Alpi di Legambiente mostra lo stato di salute dell’arco alpino e, in questa edizione 2016, assegna undici bandiere verdi per le situazioni più virtuose di gestione del territorio ed otto nere a quelle peggiori. Un risultato che, nel bene e nel male, conferma le tendenze degli anni passati. Si assiste, da un lato, ad un incremento di buone pratiche che spaziano dall’economia circolare al coinvolgimento associativo, alla creatività dei singoli fino all’impegno appassionato di alcuni rappresentanti delle istituzioni e, dall’altro, ad una reiterata aggressione all’ambiente da parte dei “pirati” della montagna che causano danni del patrimonio culturale, paesaggistico e architettonico.
Delle undici bandiere verdi, ben tre sono state assegnate al Piemonte, due alla Valle D’Aosta e al Friuli Venezia Giulia, una alla Lombardia, al Veneto, all’Alto Adige e al Trentino. Per quanto riguarda le bandiere nere, quest’anno Legambiente ha assegnato il primo e più “pesante” vessillo al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) per il mancato rinnovo, tramite gara, delle grandi concessioni idriche per uso idroelettrico scadute, che espongono l’Italia a sanzioni comunitarie. Tra l’altro le norme europee sulla concorrenza sono molto chiare in materia, vietando i rinnovi automatici. Per questo Legambiente chiede al Mise di definire regole innovative e chiare per un patto di convivenza che ponga una particolare attenzione all’ecosistema fiume e ai territori coinvolti. Bandiere nere anche al Piemonte (2), la Valle D’Aosta (1), la Lombardia (1), l’Alto Adige (1) e il Friuli Venezia Giulia (2).

“Nelle aree montane – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale Legambiente – assistiamo ormai alla diffusione di buone pratiche che si espandono “a macchia di leopardo”. Si tratta di esperienze virtuose di economia circolare, di gestione collettiva e cura del patrimonio naturale che fanno bene al Paese e che meritano di essere messe in rete e replicate. Ma per far ciò è importante che questo cambiamento, già in atto in molti territori alpini e che ha per protagonisti sempre più cittadini e amministrazioni, sia accompagnato da una politica condivisa e unita che punti al rilancio delle aree montane, da politiche di intervento innovative e da una visione più ampia e lungimirante dello sviluppo imprenditoriale montano basata sulla valorizzazione della natura e sul protagonismo delle comunità locali”.

BANDIERE VERDI – Quest’anno la regione ad ottenere più bandiere verdi è il Piemonte grazie al lavoro di realtà virtuose: il Comitato dell’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico frazionale di Andonno – Valdieri (CN), è esempio virtuoso e innovativo di gestione dei beni collettivi. Si tratta dell’unica realtà operativa in Piemonte nell’amministrazione degli antichi demani collettivi. Il Comando regionale piemontese del Corpo Forestale dello Stato che si è distinto per l’eccellente lavoro svolto nel contrasto all’illegalità ambientale su tutto il territorio piemontese con una particolare attenzione alle aree montane. Il progetto “GERMINALE – Agricoltura di Comunità in Valle Stura” che ha avviato un importante percorso di agricoltura di comunità in Valle Stura (CN).
Le bandiere verdi sventolano anche in Valle d’Aosta, dove Legambiente premia quest’anno il Gruppo spontaneo di residenti e frequentatori della Valgrisenche per l’opposizione intelligente alla pratica dell’eliski, e la capacità di interlocuzione con l’Amministrazione locale. E l’Unité des Communes Valdôtaines Evançon, Consorzio Turistico Val d’Ayas e 31 operatori turistici della vallata per l’idea e la realizzazione dell’anello escursionistico Monte Rosa Rando’ e la capacità di attivare sinergie per lo sviluppo sostenibile del territorio.
Bandiere verdi anche al TEB – Tramvie Elettriche Bergamasche S.P.A. in Lombardia per la quotidiana ed efficiente gestione del Tram delle Valli della Val Seriana e la capacità di collegare città e montagna nell’ottica del suo prolungamento verso nuovi comuni della Valle; al Corpo Forestale dello Stato operante in Lessinia e Trentino, Guardiaparco del Parco Regionale Naturale della Lessinia e Polizia Provinciale di Verona in Veneto per aver mantenuto, da ormai quattro anni, un continuo servizio di monitoraggio e di controllo dell’evoluzione della popolazione del lupo in Lessinia, pur in una situazione di ostilità nei confronti del carnivoro e pur nei ritardi con cui il progetto Wolfalps è stato gestito in Veneto; al progetto Biogas Wipptal, iniziativa di 63 allevatori nell’Alta Val d’Isarco in Alto Adige per l’esempio concreto e innovativo di green economy utile per combattere i cambiamenti climatici e praticare l’economia circolare attraverso le rinnovabili e il riciclaggio e alla società BioEnergia in Trentino per la buona gestione del Biodigestore di Cadino (Faedo). Due le bandiere verdi in Friuli Venezia Giulia: all’I.S.I.S. “Fermo Solari” di Tolmezzo per l’istituzione di un indirizzo di studi dedicato all’agricoltura di montagna e al Movimento Ambientale “Io amo Resia con i fatti” per l’esempio di volontariato attivo nella manutenzione del territorio.
“Anche quest’anno Caravona delle Alpi 2016 – afferma Vanda Bonardo, Responsabile Alpi di Legambiente – mostra un panorama a luci ed ombre. Da una parte si vanno affermando o riprendendo forme antiche e al contempo innovative di gestione collettiva e cura del patrimonio naturale (boschivo, a pascolo e agricolo) che valorizzano la montagna. Si tratta di espressioni di una nuova qualità culturale che si stanno delineando laddove si riesce a comprendere il valore di beni naturali come biodiversità e patrimonio naturale per tradurli poi in buoni esempi di economia civile. Al contrario, le situazioni di aggressione all’ambiente, alle quali assegniamo le bandiere nere, denotano una mentalità individualista e al contempo obsoleta ma dura a morire. Bisognerebbe incominciare a pensare alle “bandiere dell’indolenza” da assegnare a coloro che gestiscono la cosa pubblica senza passione e con poco senso del dovere, favorendo così situazioni di disagio, di mancata crescita, oltre che di opportunismo”.
BANDIERE NERE – Tra le otto bandiere nere spicca quest’anno quella assegnata al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) per il mancato rinnovo tramite gara delle grandi concessioni idriche per uso idroelettrico scadute, che espongono il Paese a sanzioni comunitarie e ritardano gli investimenti necessari a rendere più efficiente e sostenibile un sistema di produzione energetica strategico, ma delicatissimo in una prospettiva di cambiamenti climatici. Ed ancora, in Valle d’Aosta bandiera nera al Comune di Issime e Giunta Regionale della Valle d’Aosta per la riproposizione del progetto di valorizzazione e urbanizzazione del Vallone di San Grato, nel Comune di Issime, già bocciato nel 2010. Due le bandiere nere in Piemonte: a Ditte e Amministrazioni promotrici della pratica dell’Eliski e dell’utilizzo ludico degli elicotteri in montagna per la promozione di una pratica che, a fronte del vantaggio di pochissimi operatori, si rivela dannosa per chi vive in montagna e per chi vi si reca per praticare attività turistiche sostenibili, per la sicurezza della montagna oltre che pericolosa per la vita della fauna selvatica alpina e all’Assessorato Energia, Attività produttive, Innovazione della Regione per non avere ancora elaborato, così come previsto dalle linee guida ministeriali già dal 2010, il documento di specificazione delle aree inidonee per la realizzazione di qualsiasi tipo di impianto che utilizza fonti rinnovabili, consentendo invece uno sviluppo ubiquitario e dannoso di alcune fonti, in particolar modo dell’idroelettrico. Bandiera nera alla Provincia di Como e ai Comuni di Plesio e a San Siro (CO) in Lombardia per aver sottoscritto l’Accordo di Programma per un collegamento intervallivo da Plesio a Dongo che prevede l’utilizzo della strada agro-silvo-pastorale anche come viabilità alternativa alla strada statale Regina e per averne realizzato il primo lotto Breglia-Carcente senza averne verificato l’utilità e l’impatto ambientale; alla Provincia e al Comune di Bolzano in Alto Adige per aver sottoscritto l’accordo di programma riguardante il Piano di Riqualificazione Urbanistica (PRU) che sacrifica uno spazio pubblico per creare un megastore dell’imprenditore René Benko a ridosso della stazione di Bolzano; alla Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia per la conferma del finanziamento del progetto Pramollo e per il progressivo allontanamento dai Comuni montani della gestione e del controllo sulle risorse idriche.

Al seguente link il dossier di “Caravona delle Alpi 2016”:

http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/carovana-delle-alpi-2016

 

LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE PER UN USO NON INVASIVO DELL’ELICOTTERO IN MONTAGNA : LE PRECISAZIONI DEL SINDACO DI OLLOMONT EVITANO L’AZIONE DI PROTESTA

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Mountain Wilderness, Legambiente e Pro Natura sono da semprecontrari all’uso dell’elicottero per puro divertimento.L’elicottero utilizzato a scopo turistico (eliski in inverno e turismo in quota in estate), e quindi per ragioni diverse da necessità di servizio e soccorso, è diseducativo perché non permette un approccio adeguato all’ambiente montano, rappresenta un disturbo per la fauna e per gli escursionisti a piedi, causa inquinamento atmosferico ed acustico con inutile dispendio energetico e di carburante; i numerosi impianti di risalita esistenti permettono di raggiungere quote elevate senza fatica non giustificando quindi l’attività turistica con gli elicotteri che, tra l’altro, ha ricadute economiche di scarsa rilevanza sul territorio mentre danneggia altre iniziative turistiche a basso impatto ambientale che sempre più si stanno diffondendo sulle Alpi.

 

Per queste ragioni Mountain Wilderness Piemonte e Valle d’Aosta, Legambiente Valle d’Aosta e Pro Natura avevano deciso di organizzare una manifestazione in occasione dell’iniziativa “Anima del rifugio”, che si svolgerà il 5 agosto presso il Rifugio CAI Chiarella all’Amianthe 2979 m., sopra l’Alpe di By, comune di Ollomont.

Ora, dopo le dichiarazioni del Sindaco di Ollomont, che ha dichiarato che l’elitrasporto sarà destinato unicamente agli anziani e alle persone con disabilità, le associazioni hanno deciso di sospendere l’iniziativa.

Ci auguriamo quindi che alle dichiarazioni del Sindaco faccia seguito una corrispondente conduzione dell’evento.

 

Per le 3 associazioni: Legambiente Vda – 3313107463

RIUNIONE APERTA DEL DIRETTIVO DI LEGAMBIENTE VDA LUNEDI’ 13 GIUGNO

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Come ogni anno, in questo periodo il nostro Circolo è impegnato a predisporre le iniziative estive, in particolare quelle legate a Carovana delle Alpi, la campagna della nostra Associazione che pone in evidenza criticità, potenzialità, buone pratiche e scempi ambientali lungo l’arco alpino. Per noi è l’occasione di organizzare eventi, escursioni, e in generale attività che ci consentono sia di denunciare situazioni che ci preoccupano, che di far conoscere iniziative interessanti sul versante del turismo sostenibile.

Per costruire una campagna estiva partecipata e condivisa, invitiamo chi fosse interessato a partecipare alla riunione aperta del direttivo di Circolo, lunedì 13 giugno alle ore 18.15 presso il CSV, in via Xavier de Maistre ad Aosta.

Vi aspettiamo!