LA PROTESTA DEI PESCI DI FIUME : 25 GENNAIO 2020

TRE PRESIDI IN VALLE D’AOSTA E CIRCA CENTO IN TUTTA ITALIA PER SALVARE I NOSTRI CORSI D’ACQUA DALL’IDROELETTRICO SELVAGGIO

Comunicato stampa

La Protesta dei pesci di fiume di sabato 25 gennaio 2020 sarà una giornata di mobilitazione nazionale con sit-in presidiati contemporaneamente dalle Alpi agli Appennini dalle associazioni che da anni si battono per la salvaguardia dei torrenti di montagna contro il proliferare “selvaggio” delle centraline del mini-idroelettrico.

In Valle d’Aosta, LegambienteVda e il Comitato per la salvaguardia e la tutela di Cortlys, hanno organizzato 3 presìdi:

  • Ad Aosta sul torrente Buthier, all’altezza del ponte presso l’Arco d’Augusto;
  • Nus sul Saint Barthelemy, dove attraversa la Statale; 
  • A  Gressoney la Trinitè sul Torrente Lys a Staffal.

Gli appuntamenti saranno ad Aosta alle ore 15,15; a Nus alle ore 14,15; a Gressoney alle ore 14. Sono tutti aperti liberamente al pubblico.

L’evento sarà condiviso simultaneamente in oltre un centinaio di sit-in in tutta Italia. Verranno scattate delle foto, ritratti dei selfie e girati dei brevi filmati che saranno immediatamente inviati al promotore della manifestazione: Legambiente nazionale in collaborazione con Free Rivers Italia, il coordinamento di tutti i comitati italiani per la tutela dei fiumi liberi.

Questi sit-in vogliono riportare l’attenzione del Ministero dell’Ambiente sulla questione dell’idroelettrico. Lo scorso anno, il Decreto FER-1, pur mantenendo gli incentivi agli impianti idroelettrici nei corsi d’acqua naturali, li ha condizionati al rispetto di alcuni criteri a carattere ambientale. La manifestazione chiede al Ministro di garantire il più rigoroso rispetto di tali criteri nella concessione di incentivi.

L’incentivo di Stato è la causa principale del moltiplicarsi delle centraline e della corsa senza regole alla concessione ai prelievi idrici, che si spinge fin nei piccoli torrenti di montagna, ancora integri nella loro naturalità. Proprio su questi corsi d’acqua minori, la proliferazione di impianti idroelettrici costituirebbe una violazione della Direttiva Quadro Acque e causerebbe negli ecosistemi acquatici offese ambientali irreversibili con pesante pregiudizio per la biodiversità. Esporrebbe infine il nostro Paese ad una probabile nuova Infrazione Comunitaria.

Danni gravissimi, per un contributo di energia rinnovabile irrisorio ma sostenuto con un incentivo spropositato riconosciuto ai privati/alle imprese idroelettriche dal Gestore dei Servizi Energetici. Ricordiamo che l’incentivo è finanziato dai cittadini con le bollette delle utenze domestiche, per un importo complessivo di circa 1.301 milioni di euro all’anno, garantito ai produttori per più di vent’anni (fonte GSE – 2018).

La manifestazione vuole dare voce all’ambiente. Per questo ha scelto come suo simbolo/portavoce il Cottus Gobio, detto comunemente Scazzone. La specie, diffusa in molti fiumi di tutta l’Europa, è minacciata in Italia soprattutto dalle opere di regimazione dei corsi d’acqua e dalla diminuzione delle portate, oltre che dall’inquinamento.

E’ tempo di mobilitarsi per la vita dei nostri fiumi !

per contatti:

Legambiente Valle d’Aosta – 3385474044

Comitato per la salvaguardia e la tutela di Cortlys – 3498237393

Note sulla scelta dei siti:

Il torrente Saint-Barthelemy, affluente della Dora, scorre nel vallone omonimo e sfocia nella Dora a poca distanza dal paese di Nus. Nel suo percorso (20 km) alimenta una ventina di prelievi a scopo irriguo e una decina di impianti idroelettrici. Il torrente, già riconosciuto come corso d’acqua naturale di pregio ambientale a vocazione salmonicola, è stato canalizzato ed arginato nell’ultimo tratto dopo l’alluvione del 2000. Oggi, tra i muraglioni, scorre una quantità di acqua minima in qualsiasi stagione dell’anno. E’ l’esempio lampante del sovra sfruttamento che interessa tutti i corsi d’acqua della regione.

Il torrente Buthier (35 km), uno dei più lunghi e importanti della VdA, raccoglie tutte le acque del massiccio del Gran Combin. Fin dalle sue origini (a m.1968 s.l.m.) dà luogo all’impianto idroelettrico di Place Moulin (il più grande invaso della regione). Da lì in avanti viene captato a servizio di altri innumerevoli impianti. L’ultima captazione, appena a monte di Aosta (Signayes), dirotta le acque alla centrale di St. Marcel. Quel che resta attraversa la città, arginato in modo spropositato rispetto alle poche acque che a stento riescono a bagnare l’intero alveo.

E’ un esempio di tutti i torrenti valdostani che sono stati derivati a scopo idroelettrico.

Il torrente Lys nasce dal ghiacciaio del Monte Rosa e, dopo aver percorso per 38,5 km l’omonima valle, confluisce nella Dora. Nonostante le acque del suo bacino siano già intensamente sfruttate per la produzione idroelettrica, esistono vari nuovi progetti, in diverso stato di avanzamento. Uno di essi aggredirebbe il tratto iniziale del torrente (Cortlys), l’unico ancora conservato nel suo stato naturale all’uscita del ghiacciaio.

Anche in questo caso siamo di fronte ad un esempio di tutti i torrenti valdostani che sono stati derivati a scopo idroelettrico.

Legge “lupo” No agli abbattimenti, sì al sostegno agli allevatori

egambiente, pur apprezzando i miglioramenti apportati al testo di legge che arriva in Consiglio rispetto alla stesura iniziale della proposta, si dichiara contraria alla possibilità, per quanto remota, di abbattimento di esemplari di una specie protetta dalla legislazione europea.

L’abbattimento è infatti ritenuto dagli esperti del settore inutile, quando non dannoso, per la stessa protezione del bestiame, in quanto causa la frammentazione del branco e la presenza di un maggior numero di esemplari vaganti con conseguente aumento della predazione degli animali allevati.

Condivide invece tutte le misure del testo in oggetto atte a conciliare la presenza del lupo con le attività di chi vive e lavora in montagna: è necessario infatti operare per prevenire gli attacchi e, in caso di perdita di animali, risarcire in tempi brevi gli allevatori per i danni arrecati dal carnivoro; al tempo stesso va puntualmente e duramente repressa ogni forma di bracconaggio.

DISCARICHE DI POMPIOD E ISSOGNE DOPO IL SEQUESTRO SI SOSPENDA OGNI SCELTA IN ATTESA DEGLI ESITI DELLE INDAGINI

L’intervento delle forze dell’ordine che ha portato al sequestro della discarica di Pompiod, delineando un quadro di grave contaminazione del materiale conferito, conferma purtroppo i timori di cittadini e associazioni in quanto l’ampio raggio delle indagini, che coinvolgono anche Piemonte e Lombardia, lascia intravvedere un traffico illecito di rifiuti provenienti da aree contaminate.

Il fatto che sia contestata alla dirigente regionale, dott.ssa Mancuso, la legittimità dell’autorizzazione rilasciata, getta una luce inquietante su questo procedimento ed anche su quello, in qualche modo ”gemello”, inerente l’impianto denominato ”Chalamy”, la cui apertura era prevista ad Issogne nel 2020.

Secondo quanto ipotizzato, infatti, le deroghe concesse dalla dirigente hanno consentito di interrare a Pompiod tipologie di rifiuti inquinanti – tipologie che sono comprese anche nell’autorizzazione relativa a “Chalamy” – che quindi dovrebbero essere stoccate in impianti costruiti secondo criteri di maggiore protezione dell’ambiente, con piani di monitoraggio assai più complessi, e, infine, con una periodo di gestione post-chiusura decisamente più lungo (30 anni).

Il quadro è, a dir poco, allarmante. In in attesa degli sviluppi dell’inchiesta della magistratura, chiediamo all’Amministrazione regionale di sospendere ogni decisione in merito alle discariche di Pompiod e di Chalamy, fino a quando le indagini in corso non saranno concluse, in modo da disporre di elementi certi su quali rifiuti siano effettivamente ammissibili in un impianto destinato a stoccare inerti

Legambiente esprime inoltre soddisfazione per l’annuncio dell’aumento dell’ecotassa, che va esteso anche (ovviamente con importi minori) ai rifiuti inerti, prevedendo un meccanismo di incremento graduale negli anni, per non incidere in modo negativo sul settore edile, in forte crisi in Valle d’Aosta. L’enorme differenza di aliquota, da 1 euro a 9 euro a tonnellata, applicata agli inerti conferiti nelle discariche valdostane rispetto a quelle piemontesi, ma anche rispetto ai 4,33 euro della Lombardia, è un innegabile incentivo a trasportare questo tipo di rifiuti nella nostra regione, di fatto pratichiamo una sorta di concorrenza sleale per incentivare l’importazione di materiali da discarica!

Un adeguamento di questa aliquota, possibilmente in linea con quello piemontese per gli inerti di provenienza extraregionale, sosterrebbe la preferibile pratica del riciclaggio dei materiali compensando i relativi costi.

Allo stesso scopo, invitiamo la Regione a prevedere l’avvio di meccanismi di sgravio per le aziende che mettano in campo azioni di recupero e riutilizzo, secondo i principi dell’economia circolare già previsti dalla nostra legislazione nazionale, che consentono di trasformare i rifiuti in risorsa. In questo modo sarebbe possibile allineare la nostra regione, ferma al 30% di inerti ancora smaltiti in discarica, al resto del territorio nazionale

Domenica 1 dicembre: pedalata Donnas-Montestrutto per sostenere la Ciclovia Baltea

Legambiente invita ad una pedalata per sostenere la Ciclovia BalteaDomenica 1° dicembre, con partenza per i valdostani da Donnas, appuntamento a Montestrutto

Legambiente Valle d’Aosta aderisce alla passeggiata in bicicletta, promossa per il 1° dicembre 2019 dal Circolo Legambiente Dora Baltea di Ivrea e Canavese, per sollecitare la creazione di un sistema di percorsi ciclabili e per far avanzare il progetto della Ciclovia Baltea che consentirebbe di collegare le Alpi con la VenTo (ciclovia Venezia/Torino in corso di realizzazione).

Da Donnas, con partenza alle 10.30 raggiungeremo in bicicletta Montestrutto, poco dopo l’abitato di Settimo Vittone, dove ci siamo dati appuntamento con ciclisti provenienti da Ivrea. (Se pensi di poterti unire, comunicacelo nei giorni precedenti in modo che riusciamo a organizzarci al meglio)
La nostra partecipazione serve a sostenere le azioni dei vicini canavesani che, in questi mesi, stanno prendendo importanti decisioni sul tema della ciclabilità

Legambiente Valle d’Aosta sollecita la Regione affinché sia dato corso agli impegni assunti con la mozione votata all’unanimità dal Consiglio regionale in data 18 ottobre 2018, concernenti:

1) l’assunzione della regia, dalla progettazione al reperimento delle risorse finanziarie necessarie, ai fini del completamento in tempi brevi della pista ciclopedonale di fondovalle da Pont-Saint-Martin a Courmayeur, in accordo e in collaborazione con gli enti locali interessati;

2) l’attivazione di un tavolo di lavoro con la Regione Piemonte al fine di concertare l’ideazione, la realizzazione e la promozione della Ciclovia Baltea che, seguendo la valle della Dora Baltea, si innesti sulla Ciclovia Ven-To e di operare ulteriori possibili sinergie (Cammino Balteo, Ciclovia Francigena, Castelli delle Dora, percorsi in Mountain Bike o Ebike);

3) l’attivazione di un tavolo di lavoro con il CELVA e con gli operatori e le associazioni di settore (Cicloturismo, escursionismo in MTB, ecc.) al fine di mettere a punto l’offerta cicloturismo Valle d’Aosta.

La bicicletta, grazie anche all’avvento della pedalata assistita, diventerà sempre di più mezzo essenziale per gli spostamenti di corto raggio, alternativo all’uso dell’automobile. Ciò dovrà avvenire in sicurezza e coesistenza con le altre modalità di trasporto.

QUERELLE DISCARICA POMPIOD (E ISSOGNE) NEGATA LA PARTECIPAZIONE DI LEGAMBIENTE ALLA CONFERENZA DEI SERVIZI QUALCUNO HA PAURA DEL CONTRIBUTO TECNICO DELLE ASSOCIAZIONI?

Con sconcerto – afferma Denis Buttol, presidente di Legambiente Valle d’Aosta – leggiamo la lettera della Dirigente regionale dell’assessorato all’Ambiente con la quale si nega la partecipazione all’associazione alla Conferenza dei Servizi, convocata per il giorno 14 novembre 2019, in quanto “non si ritiene sussistano i presupposti giuridici”: stiamo parlando della Conferenza dei Servizi che deve trattare il tema delle modifiche alle prescrizioni per la discarica di Pompiod, nel Comune di Aymavilles, sul quale il dibattito è accesissimo e che ha visto il geologo esperto dell’Associazione audito già in due occasioni dalle commissioni consiliari”.

Forse che, quindi, Legambiente non è un soggetto portatore di interesse nella vicenda o nella tutela dell’ambiente della Valle d’Aosta? La Regione non ha forse recepito le norme europee sulla partecipazione pubblica? E perchè, infine, altri assessorati regionali le rispettano e fanno partecipare la nostra associazione alle Conferenze dei Servizi?

Legambiente ricorda, nel caso non fosse ancora chiaro, di essere portatrice di Interessi Generali e che, nel caso specifico della vicenda delle discariche private autorizzate a ricevere rifiuti industriali da fuori regione, sta cercando di proteggere la salute dei cittadini e il territorio dei valdostani.

Forse che qualcuno vuole negare la parola alle Associazioni?

A questo punto – conclude Denis Buttol – non ci rimane che chiedere il rinvio della Conferenza dei Servizi, in modo da permettere ai portatori di interesse che come Legambiente hanno presentato formale richiesta, di parteciparvi.