RUSPE SUI GHIACCIAI

Pubblichimo il comunicato di CIPRA ITALIA in merito aigli scandalosi lavori per la realizzazione della nuova pista internazionale per la Coppa del Mondo di sci alpino. Ne condividiamo i contenuti in pieno.

Il Teodulo: ruspe che si accaniscono su un ghiacciaio già in sofferenza per preparare la nuova pista della Coppa del Mondo di sci alpino
Ma i ghiacciai non sono cumuli amorfi di ghiaccio a uso e consumo di una clientela extra lusso

Il Teodulo: un ghiacciaio già in sofferenza scavato e manipolato dalle ruspe per più di un mese, pur di avere tutto pronto per lo scintillante spettacolo della Coppa del Mondo di sci alpino 2023-2024 che
inizierà l’11 novembre. Questo è il prezzo che deve pagare l’alta montagna per qualche scampolo di gara nell’era del riscaldamento climatico.
La stagione 2022-2023 per la Coppa del Mondo di sci alpino iniziò con l’annullamento della competizione tra Zermatt e Cervinia: prima la gara maschile, poi la stessa sorte è toccata anche a quella femminile. Assenza di neve e condizioni meteo avverse caratterizzarono il calendario.
Quest’anno invece l’inizio si annuncia con toni trionfali. Tutto è pronto per l’apertura delle competizioni il prossimo 11 novembre, su di un tracciato transfrontaliero tra Svizzera e Italia: la “Gran Becca”, una pista che va dalla Gobba del Rollin (3800 metri di quota) ai Laghi di Cime Bianche (2865 metri di quota), si dice sia la più alta al mondo. Ma a quale prezzo sta avvenendo tutto ciò? Per almeno un mese le ruspe hanno scavato, movimentando e deformando il ghiacciaio pur di raggiungere lo
scopo degli organizzatori. Forse anche facendo uso di esplosivo si sono fatti strada, eliminando così qualsiasi ostacolo si frapponesse, anche il fastidio di qualche lembo di roccia che affiorava dal ghiaccio. L’importante è che tutto sia pronto per l’11 novembre, con superfici di gara livellate come piani di un biliardo, poiché questo vuole oggi la competizione nel mondo dello sci, in barba alle morfologie della natura. Anche la neve asportata servirà al cantiere sempre in funzione, coperta con teloni pur di averla a disposizione per il grande spettacolo. Eppure siamo nel bel mezzo di un ghiacciaio, il ghiacciaio del Teodulo. Un corpo glaciale che come tutti gli altri presenti sulle Alpi è in forte sofferenza. Si pensi ai dati che abbiamo comunicato recentemente con Carovana dei Ghiacciai, la campagna internazionale di Legambiente in collaborazione con CIPRA e che ha prodotto il Manifesto per i ghiacciai. Sottoscritto da alcuni tra i maggiori glaciologi europei, traccia le linee di un percorso
di governance dei ghiacciai e delle risorse connesse, proponendo azioni ben diverse da ciò che sta accadendo sul Teodulo. “Fortunatamente non è sempre così, – rileva Vanda Bonardo, presidente CIPRA Italia – in altre situazioni, i gestori degli impianti procedono con molte più accortezze e
attenzioni, sapendo di manipolare fragili ambienti di alta quota; qui invece non si va per il sottile: the show must go on.” Uno show per pochi privilegiati, giacché il solo biglietto della nuova funivia lusso
Matterhorn Glacier Ride II (inaugurata lo scorso luglio fra Zermatt e Cervinia) costa 240 Euro per la traversata.
“Chissà se negli atleti che sottoscrissero lo scorso anno la lettera alla FIS per richiamare l’attenzione sui cambiamenti climatici s’insinua il dubbio sul buon senso di quest’operazione? – s’interroga Vanda Bonardo – Questo grande luna park di alta quota riporta alla mente il gran ballo del Titanic, e non è retorica. Recenti studi ci raccontano di un tempo di 20-25 anni di sopravvivenza per lo sci da discesa nelle aree più in quota delle Alpi italiane ovvero quelle piemontesi e valdostane, per il resto delle montagne italiane finirà molto prima. Al di là del danno ambientale ci si domanda se in una san aeconomia ha senso che un’industria, per il bene del Paese necessariamente proiettata verso il futuro,
insista con investimenti consistenti che non hanno speranza di futuro. Quella stessa industria che paradossalmente sta cercando di usare maggiori risorse naturali con l’intento di rendersi indipendente dalla natura”.

E’ QUESTA LA MONTAGNA CHE VOGLIAMO?

Pubblichiamo alcuni scatti dell’attuale cantiere sulla cresta spartiacque tra Pila e Cogne, relativi alla realizzazione della nuova cabinovia, all’adeguamento delle piste e, soprattutto, alla preparazione del terreno che dovrebbe ospitare il ristorante a forma di stella. Lasciamo ogni commento a chi legge.  Vi invitiamo solo a chiedervi: è questa la montagna che vogliamo?

Questo slideshow richiede JavaScript.

IL LAGO DI LOD E’ SALVO!

Concluso l’iter del ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. Rinviata a gennaio l’udienza per il presunto prelievo non autorizzato.

Pubblichiamo il comunicato congiuto del Comitato SalvaLod e del nostro Circolo, che bene aiuta a capire la complessa situazione del lago di Lod a Chamois.

E’ stata rinviata al 29 gennaio l’udienza predibattimentale per il presunto prelievo d’acqua non autorizzato al lago di Lod di Chamois, nei confronti del sindaco di Chamois Lorenzo Mario Pucci, ldell’ex presidente del Consorzio di miglioramento fondiario e del responsabile operativo della Cervino S.p.A., accusati a vario titolo di furto d’acqua, interventi non autorizzati e deturpamento paesaggistico ed ambientale.
Più nel dettaglio, l’accusa è di aver dirottato altrove nel periodo marzo-giugno 2022 le acque del Ru Novales che affluiscono al lago, determinandone un abbassamento e un danneggiamento paesaggistico ed ambientale della flora e fauna, tra cui molte specie protette.
“ Abbiamo deciso di richiedere la costituzione come parte civile” dichiara Rosetta Bertolin di Legambiente VDA: la richiesta verrà discussa nella prossima udienza del 29 gennaio.
Sempre riguardo al lago di Lod a Chamois, è stata emessa la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma relativa al ricorso presentato da Legambiente e da alcuni residenti, proprietari e consorzisti di Chamois. Il ricorso richiedeva l’annullamento
delle delibere di concessione idroelettrica all’ing. Gadin che prevedevano l’uso del Lago di Lod come bacino di accumulo dell’acqua per due centrali idroelettriche nel territorio di Chamois.
La sentenza dichiara “una sopravvenuta carenza d’interesse alla decisione del ricorso” poiché, successivamente alla sua presentazione, vi è stata la rinuncia da parte dell’ing. Gadin all’utilizzo del lago come bacino d’accumulo.
La sentenza specifica anche che, in un eventuale futuro nuovo progetto presentato dall’ing Gadin (che mantiene la concessione), il lago “non potrà più assumere alcuna funzione”, e che la necessaria nuova Valutazione di Impatto Ambientale dovrà tenereconto della non
disponibilità del lago.
Il lago di Chamois, quindi è salvo, non c’è più rischio che venga utilizzato come bacino d’accumulo.
«Un risultato importante, che sottolinea l’efficacia delle nostre azioni e sottolinea ancora una volta l’importanza e la ricchezza dell’ecosistema del lago e delle numerose forme di flora e fauna presenti lungo le sue rive», commenta Vittorio Vicentini, presidente del Comitato per la salvaguardia del lago di Lod e l’Ambiente di Chamois.

Il Comitato per la salvaguardia del Lago di Lod e dell’ambiente a Chamois
Legambiente VDA

 

 

Alberi : una buona notizia non ne cancella una brutta, ma almeno offre una speranza di cambiamento.

In questi giorni, rattristati dall’abbattimento delle belle tuie e dei grandi pioppi di viale Carducci ad Aosta per far posto alla pista ciclabile (inutilmente nei mesi scorsi Legambiente aveva cercato di farne modificare il tracciato), ci conforta la notizia dell’inserimento tra gli alberi monumentali di un magnifico pero a Torgnon, il primo della sua specie a ottenere un tale riconoscimento nella nostra regione.


Il pero in questione è stato per alcuni anni oggetto di un contenzioso tra vicini e ha rischiato di essere abbattuto per il disturbo arrecato dalla caduta di foglie e frutti. 
Venuti a conoscenza della situazione e osservate le sue caratteristiche, abbiamo sollecitato la Regione a tutelare l’albero. La procedura è ora arrivata in porto, e dai giorni scorsi un decreto del
Ministero ne garantisce la tutela.


Legambiente ritiene che l’aspetto paesaggistico che gli alberi rappresentano, unito alla loro utilità di assorbimento degli inquinanti e di mitigazione delle temperature, debba avere la meglio su una mentalità ormai vecchia che li vede elemento di intralcio alle attività umane, fonte di sporcizia e potenziale pericolo anziché elemento di vita e di bellezza.

SAVE THE PLANET! LEGAMBIENTE IN PIAZZA CON AMNESTY INTERNATIONAL AOSTA- PIAZZA E. CHANOUX-SABATO 23 SETTEMBRE ORE 18.15

Il tema della violazione dei diritti umani legati ai cambiamenti climatici è di grande attualità perché eventi meteorologici estremi e crisi a insorgenza lenta, come la siccità, rese più frequenti e più gravi dai cambiamenti climatici, stanno danneggiando milioni di persone in tutto il mondo e in particolare nel continente africano.

Dobbiamo continuare ad opporci all’immobilismo e al negazionismo che, purtroppoo, aleggiano intorno a questi temi.

Facciamoci sentire!

Sabato 23 settembre, partecipa al Flash-mob organizzato dal Gruppo “Italia 101 – Valle d’Aosta” di Amnesty International – Italia, in collaborazione con Legambiente Valle d’Aosta e il gruppo musicale dei Tamtando.