VERDE E ALBERI COME BENE COMUNE DEGLI AOSTANI AL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE CHIEDIAMO IMPEGNI CONCRETI E VERIFICABILI

Mentre si chiudeva il capitolo elettorale e terminava lo spoglio dei voti, in via Giorgio Elter ad Aosta iniziava a consumarsi un nuovo taglio di alberi, tigli che rendevano il quartiere Cogne più zona polmone che non periferia.

Il motivo del taglio è che all’interno del progetto di nuovo collegamento stradale su via Saint Martin è prevista la costruzione di una pista ciclabile: un’ottima cosa sicuramente, ma a farne le spese sono di nuovo le alberate cittadine.

Abbiamo molto apprezzato l’attenzione dedicata al verde urbano nei programmi di entrambi i contendenti alla fusciacca del capoluogo – dichiara Denis Buttol, presidente del locale Circolo di Legambiente – segno che finalmente il verde è visto non come un problema ma quale rimedio ai cambiamenti climatici, oasi di frescura nelle calure estive e segno di vita in mezzo al grigio asfalto: verde che fa bene allo spirito e alla salute di chi abita in città. Su questo tema ci aspettiamo quindi una risposta da parte del neo Sindaco Gianni Nuti che trovi sponda anche nel capogruppo di minoranza Giovanni Girardini”.

Legambiente ricorda che a livello nazionale il 21 novembre è la “Festa dell’albero”. In questi ultimi anni Aosta si è invece contraddistinta per aver fatto la “festa” agli alberi. Sarebbe quindi un bel segnale per la cittadinanza cogliere l’occasione per un cambio di rotta iniziando a piantumare nuovi alberi.

Giovedì 1° ottobre ore 18 alla Stazione FS – Presidio di solidarietà per l’attivista No Tav Dana Lauriola. PARTECIPA ANCHE TU!

Da sempre Legambiente è contraria alla TAV Torino Lione pur essendo indiscutibilmente a favore dell’uso del treno in tutte le sue declinazioni, sia per il trasporto persone sia per il trasporto merci.
Ma sulla TAV in Valsusa i conti non sono mai tornati.
E’ sintomatica anche la vicenda che interessa l’arresto dell’attivista Dana Lauriola, una delle portavoce del movimento NoTav, fatto di cui lasciamo la ricostruzione alla pagina nazionale di Amnesty International invitandoti a leggere qui:

https://www.amnesty.it/amnesty-international-condanna-larresto-dellattivista-no-tav-dana-lauriola/

Con altre associazioni NoTav valdostane si è deciso di effettuare giovedì 1° ottobre alle ore 18 un semplice presidio di protesta, simbolicamente davanti alla stazione FS di Aosta, per segnalare che riteniamo sproporzionato e irresponsabile una tale condanna inflitta all’attivista, una sentenza che ha il significato di punire chiunque, seppur in maniera non violenta, manifesta posizioni contrarie a quelle dominanti, come siamo purtroppo abituati a vedere in paesi non democratici. Per circa un’ora il presidio effettuerà un volantinaggio informativo

Nell’appello lanciato su Facebook da Espace Populaire, che ha convocato il presidio cui aderiamo, si legge:

Dana è stata condannata per avere parlato con un megafono, durante la manifestazione.
Le misure alternative al carcere sono state negate, per quanto sia incesurata e integrata nella società, perché non ha preso le distanze dal Movimento No-Tav e perché vive in Valsusa.
Per Amnesty International “esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali“.
Chiediamo che la magistratura, soprattutto torinese, comprenda le ragioni della protesta e del dissenso sociale ed adegui le pene, quando le responsabilità siano accertate, in considerazione delle motivazioni sociali alla base dei comportamenti che le hanno determinate, tornando a considerare la pena un istituto volto alla rieducazione e al reinserimento sociale del condannato, come disposto dall’articolo 27 della Costituzione.

Mal’Aria – Edizione speciale Aosta guadagna la sufficienza sugli inquinanti legati al traffico e al riscaldamento degli edifici Ma l’acciaieria è la grande assente delle campagne elettorali

E’ stato oggi diffuso oggi il dossier nazionale di Legambiente “Mal’Aria – Edizione speciale”.

In questo report vengono confrontati i dati sulla qualità dell’aria di 98 città italiane relativamente alle concentrazioni delle polveri sottili e del biossido d’azoto (PM10, PM2,5, No2) dal 2014 al 2018 con i rispettivi limiti suggeriti dall’OMS: 20µg/mc per il Pm10; 10 µg/mc per il Pm2,5; 40 µg/mc per il NO2. Si tratta di limiti che hanno come target la salute delle persone e che sono di gran lunga più stringenti rispetto a quelli della legislazione europea (limite medio annuo 50 µg/mc per il Pm10, 25 µg/mc per il Pm2,5 e 40 µg/mc per il NO2).

Il quadro che emerge dal confronto realizzato nel dossier è preoccupante: solo il 15% delle città italiane analizzate raggiunge la sufficienza, essendosi sempre o quasi mantenuto al di sotto dei limiti di sicurezza OMS.

Insomma, a livello nazionale non tira, come si suol dire, una buona aria, e questo incide pesantemente sulla salute dei cittadini. Le morti premature dovute ad inquinamento in Italia sono, infatti, circa 60.000 all’anno.

In un quadro tanto sconfortante, fortunatamente Aosta rientra nel gruppo delle appena 15 città con una qualità dell’aria nella norma, pur attestandosi appena sulla sufficienza: un risultato dignitoso, ma che non può soddisfarci. Molto infatti si può e si deve ancora fare per aumentare la quota di mobilità sostenibile, abbattere le emissioni da riscaldamento degli edifici e, di conseguenza, rendere più salubre l’aria che respiriamo. In questo senso, le forze politiche che si confrontano negli ultimi giorni di campagna elettorale per le elezioni amministrative ad Aosta, sembrano pronti ad impegnarsi per un’Aosta più verde, sostenibile, ecc.

Ma, come viene specificato nel testo del dossier Mal’Aria, la ricerca si riferisce soltanto ad inquinanti “standard”, presenti in tutte le città, in quanto riconducibili essenzialmente a due forme di inquinamento presenti in ogni area urbana: le emissioni delle auto e degli impianti di riscaldamento. Tuttavia, contesti urbani con particolari fonti inquinanti (e il dossier cita appunto Terni, Aosta e Vicenza, sedi di acciaierie) risentono in modo notevole della situazione specifica locale. In questo senso, la “sufficienza in pagella” del capoluogo valdostano va, a nostro avviso, relativizzata.

Come associazione non possiamo non osservare che i problemi connessi all’impatto della CAS sulla qualità dell’aria di Aosta e della Plaine risultano totalmente assenti dalla campagna elettorale comunale, come sono stati spesso trascurati nel dibattito regionale.

Come se non fossero anni che si discute delle emissioni diffuse che fuoriescono non filtrate dagli edifici ormai vetusti (i più recenti risalgono agli anni 80 del secolo scorso, ma ce ne sono di datati 1916!), costituite soprattutto da polveri contenenti metalli pesanti tipici del ciclo produttivo dell’acciaio: cromo e nikel. L’Azienda ha affrontato varie campagne di rinnovamento degli apparati produttivi e del sistema di aspirazione fumi, ma le strutture, lo ricordiamo, sono di proprietà della società VDA Structure, partecipata al 100% dalla Regione.

Il nostro Circolo, con la consulenza ed il supporto tecnico dell’Ufficio Scientifico di Legambiente Nazionale, propone ormai da due anni l’avvio di un processo graduale di ristrutturazione e, ove fosse necessario, di totale sostituzione dei capannoni industriali, ma allo stato attuale nessuna forza politica ha manifestato interesse a questa ipotesi.

E allora Legambiente pone ai due candidati a Sindaco al ballottaggio per la guida della città le seguenti domande:

  • Cosa pensate dell’impatto ambientale dell’acciaieria?

  • Avete intenzione di fare pressione perché un piano di ristrutturazione venga finalmente avviato?

  • Siete consapevoli del ruolo di ogni Sindaco come responsabile della salute pubblica?

  • E, infine, sapete che la lotta al cambiamento climatico porterà, nel medio termine, ad una nuova e più severa normativa comunitaria sulle emissioni industriali?

Auspichiamo che in questi residui giorni di dibattiti elettorali arrivino le prime risposte, in attesa di discutere nel merito con chi ci amministrerà nei prossimi 5 anni.

LA CENTRALE DI CORTLYS TORNA ANCORA A FAR PARLARE DI SE’

Pubblichiamo integralmente il comunicato congiunto di Legambiente VDA e Comitato per la salvaguardia dell’Alpe Cortlys, che hanno presentato di recente un esposto in Procura sulla vicenda della progettata centrale idroelettrica nell’alta valle del Lys.

Il progetto della centrale idroelettrica di Cortlys sta per ripartire, ma con una concessionaria diversa e una concessione sostanzialmente nuova, a causa di un provvedimento che la Regione sta per emanare. Ciò che resta immutato è il riferimento alle norme di tutela ambientale del 2004: nessun controllo sugli impatti e i rischi ambientali, anche se le attuali norme impedirebbero qualunque intervento sul tratto di torrente Lys in questione. Legambiente e il Comitato hanno segnalato la singolarità di questi fatti alla Procura della Repubblica, chiedendo di far luce su una vicenda che da troppi anni ci accompagna. Nel 2018 la pluriennale vicenda di Cortlys era giunta infatti a esaurimento. La concessionaria The Power Company aveva perduto l’autorizzazione a costruire la centrale, non pagava con regolarità i canoni e non le restava che finire in liquidazione. Legambiente e il Comitato chiedevano allora alla Regione che la concessione fosse dichiarata decaduta, come era ovvio viste le circostanze. Ma la Regione esitò. Grazie all’attenzione alla questione da parte delle Giunte succedutesi nella legislatura e delle molteplici audizioni da parte del Consiglio, si bloccò l’iter autorizzativo e per più di un anno i procedimenti amministrativi non sono avanzati di un solo passo. All’improvviso, il 19 agosto scorso, l’Amministrazione regionale ha annunciato che entro trenta giorni adotterà il provvedimento conclusivo: resusciterà la concessione del 2009, riparandone i vizi, e autorizzerà il suo passaggio dalla The Power Company alla nuova concessionaria Staffal Energy, guidata dall’imprenditore Alberto Arditi, come se nulla fosse cambiato. La scelta dei tempi è una coincidenza singolare: corrisponde al periodo di campagna elettorale, in cui i poteri di indirizzo e controllo di Giunta e Consiglio non vengono esercitati. Il Consiglio e la Giunta che usciranno dalle elezioni si troveranno davanti al fatto compiuto. Un ultimo aggiornamento. Dal 2019 gli impianti come la centrale di Cortlys sono esclusi dagli incentivi per cui la vendita dell’energia prodotta non coprirebbe neppure i costi a regime. Il Circolo Legambiente e il Comitato sono estremamente preoccupati per la prospettiva che la Regione sia disposta a sacrificare uno dei suoi gioielli paesaggistici e ambientali, qual è la zona delle sorgenti del Lys, per un’impresa di produzione di energia che sin da ora si sa sarà strutturalmente in perdita.

La questione passa ora nelle mani della Procura

COVID 19 ET LA POLLUTION DE L’AIR. UN INTERESSANTE ARTICOLO DI UN NOSTRO GIOVANE SOCIO.

Andrea Charrier è un nostro giovane socio che, dopo gli studi in Valle d’Aosta, ha conseguito la laurea triennale in Scienza e Ingegneria dei materiali presso il Politecnico Federale di Losanna, dove sta ancora studiando per la laurea magistrale, con specializzazione legata ai temi dell’energia. L’articolo parte  dal legame tra la diminuzione dell’inquinamento nei mesi scorsi e il calo delle emissioni legato al lockdown, per porsi e porci poi degli interrogativi profondi sul legame tra inquinamento e salute. Il testo è stato pubblicato sul sito di Ingénieurs du Monde. Si tratta di una associazione di studenti che si occupa di promuovere progetti legati alla cooperazione nei paesi in via di sviluppo .Andrea è, tra l’altro, responsabile degli stages promossi dall’associazione. Siamo quindi lieti di proporvi l’articolo, che pubblichiamo in lingua francese. Il testo integrale a questo link.

http://www.legambientevda.it/wp-content/uploads/2020/08/Covid-19-et-la-pollution-de-lair-16-avril.pdf