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QUALE FUTURO PER IL CORPO FORESTALE VALDOSTANO? LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE E AL CONSIGLIO REGIONALE

Processionaria

Pubblichiamo integralmente la lettera che abbiamo inviato in forma ufficiale al Presidente della Giunta Regionale e a tutti gli Assessori e i Consiglieri il 22 novembre scorso. Il destino del Corpo Forestale Valdostano è importante per la tutela del nostro ambiente!
Quale futuro per il Corpo Forestale Regionale?
Chi garantirà controllo e tutela in materia ambientale in Valle d’Aosta?
Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo del 19 agosto 2016 n.177, recante disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia, sono entrate in vigore le disposizioni che regolano l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato, essenzialmente, nell’Arma dei Carabinieri.
Per quanto riguarda le regioni e province autonome una “clausola di salvaguardia” inserita nella Legge Delega (7/8/2015 n.124) dispone che: “Nei territori delle regioni a statuto speciale e delle province
autonome di Trento e di Bolzano restano ferme tutte le attribuzioni spettanti ai rispettivi Corpi forestali regionali e provinciali, anche con riferimento alle funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, secondo la disciplina vigente in materia e salve le diverse determinazioni organizzative, da assumere con norme di attuazione degli statuti speciali, che comunque garantiscano il coordinamento in sede nazionale delle funzioni di polizia di tutela dell’ambiente, del territorio e del mare, nonché la sicurezza e i controlli nel settore agroalimentare”.
Il Corpo Forestale Regionale della Valle d’Aosta è dunque fatto salvo e continuerà ad esistere, con il compito di garantire le funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria in tema di tutela dell’ambiente e del territorio e di sicurezza e controlli nel settore agro-alimentare, in coordinamento con i corrispondenti organi nazionali.
Le modalità operative con cui il Corpo Forestale Regionale potrà svolgere tali compiti sono da stabilire e saranno individuati in sede di conferenza fra lo Stato e le Regioni.

Allo stato attuale, fatte salve alcune generiche rassicurazioni, non è dato sapere come verrà garantito il passaggio dei compiti e quali intendimenti hanno in proposito gli amministratori e i politici regionali, in particolare coloro che dovranno confrontarsi con lo Stato.
Dal momento che siamo preoccupati di sapere chi e come dovrà garantire in Valle d’Aosta la tutela ambientale e che auspichiamo che la Regione non rimanga isolata e goda degli stessi strumenti e opportunità del resto del territorio nazionale, ci permettiamo di fare una riflessione in proposito e di avanzare qualche proposta.
Dal momento che nelle regioni a statuto speciale restano in funzione i corpi forestali regionali, con i compiti di controllo e di tutela che a livello nazionale vengono garantiti dall’Arma dei Carabinieri, si
possono fare due ipotesi:
a)Il corpo forestale regionale assume tutti i compiti di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria in materia di tutela dell’ambiente e del territorio e in materia di sicurezza e controlli nel settore
agroalimentare, sostituendo, a livello regionale, l’arma dei Carabinieri, con i quali dovrà però coordinarsi a livello nazionale;
b)l’arma dei Carabinieri avrà comunque un nucleo operativo a livello regionale e i compiti suddetti andranno ripartiti con il corpo forestale, o comunque coordinati fra i due enti.
Le funzioni in materia di tutela e controllo dell’ambiente e delle norme agroalimentari attribuite all’arma dei Carabinieri si intrecciano e sovrappongono in parte con le funzioni delegate al
Corpo Forestale Regionale, quindi si rendono necessarie delle scelte di fondo.
Nell’ ipotesi indicata al primo punto, è necessario che il Corpo Forestale Regionale diventi a tutti gli effetti un corpo di polizia e possa svolgerne i compiti in collegamento con le forze di Polizia
nazionali condividendone gli strumenti, (a partire dalla possibilità di accedere alle banche dati nazionali – l’archivio SDI ovvero il patrimonio informativo degli Schedari Informatici e le banche dati
del SISTRI). Ne consegue inoltre l’esigenza di modifiche dello status del CFR sul piano della formazione, dell’inquadramento giuridico, dell’autorità a cui deve rispondere (attualmente i regionali sono inquadrati contrattualmente in modo diverso rispetto ai colleghi delle forze di polizia a carattere nazionale), in modo da poter essere riconosciuti a pieno titolo come forze di polizia
(nell’ambito della Legge 121/81).
Nell’altra ipotesi è necessario che vengano ridefiniti i compiti dell’attuale CFR, nel senso di un ridimensionamento delle competenze che passerebbero all’Arma dei Carabinieri. In questo caso è auspicabile che gli operatori e le competenze maturate a livello locale siano salvaguardati e possano transitare nelle corrispondenti forze di polizia; i decreti legislativi che andranno a normare i corpi forestali regionali per ogni regione e provincia autonoma (per espressa previsione della legge
124/2015) dovrebbero prevedere una finestra tale da permettere esclusivamente al personale interessato, entro una scadenza determinata, di trasmigrare nell’Arma dei Carabinieri con tutte le
prerogative e le attribuzioni anche economiche e normative per essi fissate dalla norma.
Sarebbe inoltre necessario che l’organico di questo nuovo corpo venisse nel complesso potenziato e adeguatamente formato.
Nel primo caso andrebbe riformata da capo a piedi la L.R. 12/2002 sul CF VdA a partire dalla governance. Il Comandante dovrebbe avere precisi requisiti ed una competenza specifica in materie
giuridiche (laurea in giurisprudenza o scienze strategiche) e comunque provenire dal comparto sicurezza (ex ufficiale proveniente da altre forze di polizia).
Nel secondo caso sarebbe doveroso prevedere la possibilità, a domanda, di transitare nei CC a chi voglia mettersi a disposizione, per non disperdere un patrimonio di esperienze accumulate e di studi e raccolte dati effettuati.
Che si scelga l’una o l’altra strada, è importante creare le condizioni perché vengano svolte nel migliore dei modi le funzioni di tutela e controllo del territorio e della sicurezza alimentare, evitando delle duplicazioni o sovrapposizioni fra il corpo forestale e quello dei Carabinieri.
In effetti, le regioni a statuto speciale e le province autonome, tutte interessate dalla “sopravvivenza” dei corpi forestali locali, sono caratterizzate da un’elevata biodiversità, da una spiccata naturalità, da una abbondante presenza di zone ed ambiti protetti e di particolare pregio ambientale e, in parte, sono caratterizzate dalla presenza di più frontiere con l’estero. Per queste ragioni non parrebbe affatto illogico garantire un surplus di tutela che potrebbe essere garantito compiutamente da un potenziamento reale e da un effettivo riconoscimento in dignità professionale di tali corpi forestali e non solo dal mero mantenimento in vita, magari con organici destinati, complice la diminuzione delle
risorse economiche pubbliche causata dalla crisi, ad essere mantenuti fino all’esaurimento delle risorse umane o, peggio, ad essere reimpiegati in altri compiti meno gratificanti.

INCENTIVI STATALI ALLE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI : PERSA UN’OCCASIONE PER TUTELARE I TORRENTI

Il nostro Circolo da anni si batte contro l’eccessivo sfruttamento dei 236226765_41c127acc5_btorrenti a scopo idroelettrico.
La situazione è preoccupante su tutto l’arco alpino, e nel 2014 Legambiente nazionale ha aderito all’appello “per la salvaguardia dei Corsi d’acqua contro l’eccessivo sfruttamento idroelettrico”, promosso da una serie di comitati e associazioni locali, e condiviso dalle principali associazioni ambientaliste.
Una delle cause della proliferazione di impianti idroelettrici risiede nel regime di incentivazione statale, che li rende un investimento estremamente remunerativo per le società costruttrici solo grazie al surplus in bolletta elettrica pagato da tutti i cittadini.
I sottoscrittori dell’appello speravano che lo Stato andasse gradualmente a ridimensionare il sostegno economico, in particolare ai piccoli impianti che danneggiano l’ambiente producendo una quota irrisoria di energia. L’idroelettrico è infatti una energia rinnovabile “relativa”, nel senso che alla sua produzione, soprattutto nei piccoli impianti, corrisponde spesso la distruzione dei corrispondenti habitat fluviali. Purtroppo il testo varato dal Governo nei giorni scorsi delude queste attese.
In merito pubblichiamo il comunicato stampa del CIRF (Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale), che condividiamo e che contiene link interessanti per chi volesse approfondire il tema.

12 ARTISTI IN DIFESA DEL MARE !

Ficarra e Picone, Nino Frassica, Claudia Gerini, Elio Germano, Valeria Golino, Flavio Insinna, Piero Pelù, Isabella Ragonese, Caludio Santamaria e Pietro Sermonti : il 17 aprile tutti hanno un “appuntamento speciale”. Con il mare, le onde, i pesci, i gabbiani, le conchiglie.

GUARDA IL VIDEO E IL 17 APRILE VOTA SI’.

FERMA LE TRIVELLE!

http://www.greenpeace.org/italy/it/Cosa-puoi-fare-tu/partecipa/referendum-trivelle/Video/?utm_source=en&utm_medium=email&utm_campaign=videotriv_DEV_050416