EMERGENZA DISCARICA : NON E’ COLPA DEL REFERENDUM, MA DI SCELTE POLITICHE SBAGLIATE

COMUNICATO CONGIUNTO DI VALLE VIRTUOSA, LEGAMBIENTE VDA E ISDE VDA

In questi giorni è tornata a circolare, anche per voce di un rappresentante sindacale, l’idea secondo cui la discarica di Brissogne si starebbe esaurendo a causa un del referendum popolare che, dodici anni fa, ha impedito la costruzione di un inceneritore in Valle d’Aosta. Una tesi
semplicistica e profondamente fuorviante, che Valle Virtuosa intende smentire con forza. In realtà gli inceneritori non fanno sparire i rifiuti, li trasformano in ceneri e gas che finiscono nell’aria che respiriamo. Si tratta di impianti costosi e dannosi, che distruggono risorse, inquinano
e ostacolano la transizione verso un’economia circolare.
Bruciare i rifiuti non li elimina, ma li converte in:
• ceneri tossiche (circa il 30% del peso iniziale), quelle più sottili prodotte dai filtri aereivengono smaltite in Germania in cave dismesse di salgemma, come si fa con le scorie nucleari;
• sostanze inquinanti disperse nell’atmosfera – diossine, furani, metalli pesanti, polveri sottili – con conseguenze gravi per la salute umana e ambientale. Questi inquinanti, infatti, oltre a contaminare l’aria che respiriamo, si depositano sul terreno e, inquinando suolo e acqua, entrano nella catena alimentare.
In una valle chiusa e soggetta a inversioni termiche come quella di Aosta, questi inquinanti non si disperderebbero, ma resterebbero a lungo in sospensione, venendo inalati da tutta la popolazione. La “montagna” dei rifiuti non sarebbe sparita, ce la saremmo respirata.
Gli inceneritori sono anche un ostacolo all’economia circolare
In aggiunta alla loro pericolosità, gli inceneritori:
• distruggono risorse recuperabili, come carta, plastica, tessili, imballaggi, impedendone il riciclo;
• emettono gas climalteranti e contribuiscono all’aggravarsi della crisi climatica;
• vincolano per decenni il sistema di gestione dei rifiuti all’obbligo di conferire tonnellate minime, ostacolando lo sviluppo della raccolta differenziata.
Tutto ciò è in aperto contrasto con i principi europei sull’economia circolare e con gli obiettivi di riduzione dei rifiuti non riciclabili previsti dai Piani Regionali per la Gestione dei Rifiuti (PRGR).
La vera occasione persa: non aver scelto la strategia Rifiuti Zero.-
In dodici anni, se la Regione avesse promosso una raccolta porta a porta con tariffazione puntuale, come richiesto dalla normativa vigente, oggi si potrebbe arrivare a differenziare oltre l’85% dei rifiuti, riducendo drasticamente il conferimento in discarica.
Molti Comuni italiani lo dimostrano ogni giorno, con risultati eccellenti, minori costi e maggiore giustizia ambientale.
Una tariffazione sbagliata premia i comportamenti peggiori
Le nostre associazioni denunciano da anni l’adozione, da parte del gestore della discarica di Brissogne, di una politica tariffaria inadeguata: il sistema attuale di fatto non premia adeguatamente i subATO virtuosi che investono nella raccolta differenziata domiciliare.
Serve un’inversione di rotta immediata:
• più trasparenza nelle tariffe;
• incentivo economico a chi differenzia meglio;
• piena attuazione dei principi “chi inquina paga” e “chi ricicla risparmia”.
Il referendum del 2012 non ha bloccato il futuro, lo ha reso possibile!
Il referendum che ha fermato l’inceneritore non è stato un errore, ma un atto di lungimiranza collettiva a tutela della salute pubblica. È la mancata volontà politica di seguire la strada della sostenibilità ad averci condotti oggi sull’orlo della saturazione della discarica.
Valle Virtuosa, Legambiente VdA e ISDE VdA chiedono con urgenza che la Regione adotti una strategia coraggiosa e coerente per la riduzione dei rifiuti, la giustizia tariffaria e la salvaguardia ambientale.