carovana delle alpi 2019 : bandiera nera alla regione autonoma valle d’aosta

MOTIVAZIONE: per aver fatto propria, attraverso atti pubblici e amministrativi, la scelta di collegamento intervallivo tra la Valtournenche e la Val d’Ayas attraverso il Vallone delle Cime Bianche

DESCRIZIONE

Della possibile realizzazione di un collegamento intervallivo tra la Valtournenche e la Val d’Ayas si è ripreso a parlare da qualche anno (2014), quando i comuni di Valtournenche (capofila), Zermatt, Ayas, Gressoney-La-Trinité e Gressoney-Saint-Jean, utilizzarono i fondi europei ALPLINKS per realizzare uno studio di fattibilità per un collegamento funiviario con opere altamente impattanti per tutta la zona interessata attraverso il selvaggio ed incontaminato Vallone delle Cime Bianche, a monte di Champoluc, territorio perlopiù compreso nella ZSC “Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa”. Contrariamente a quanto affermato, il progetto non amplia il comprensorio sciistico, poiché la conformazione del Vallone non consente la realizzazione di piste per lo sci alpino. Le nuove funivie avrebbero unicamente la caratteristica di impianto di trasferimento verso Cervinia e Zermatt. In questi 5 anni sono nati vari gruppi locali di opposizione, su iniziativa di turisti e residenti, tra cui “Ripartire dalle Cime Bianche” che ha delineato un modello alternativo di sviluppo turistico sostenibile per il Vallone, basato sulla valorizzazione degli ambienti selvaggi e delle emergenze storiche e paesaggistiche.

L’ingente costo di realizzazione (oltre 50 milioni di euro allora solo per le due funivie, lunghe circa 4 km ciascuna) ha posto in questi anni un sostanziale stop al progetto, nonostante tentativi di revisione che abbassavano i costi ma amplificavano l’impatto ambientale.

La nuova Giunta Regionale, insediatasi nel dicembre 2018, ha tuttavia impresso un’accelerazione,chiedendo alle due società funiviarie interessate una nuova relazione sulla fattibilità dell’opera e ipotizzandone la fusione per facilitare il reperimento dei capitali necessari.

In aprile, una delegazione del governo valdostano, guidata dal Presidente della Regione, si è incontrata con l’Amministrazione di Zermatt, La Giunta ha quindi dato subito l’impressione di voler avocare a sé il progetto, abbandonando di fatto il ruolo di terzietà.

L’ufficializzazione è arrivata il 19 aprile, con una Deliberazione (n. 513/2019) che costituisce un gruppo tecnico di lavoro, formato dai Dirigenti regionali competenti per area e da un rappresentante di Finaosta (la società finanziaria di proprietà regionale) con lo scopo di “definire il cronoprogramma amministrativo necessario per la realizzazione del collegamento intervallivo tra la Valtournenche e la Val d’Ayas”.

Non vi è quindi, per l’Amministrazione regionale, alcuna valutazione da compiere, non c’è spazio per alcun confronto, come richiesto a più riprese da gruppi di cittadini e dalle associazioni, e anche da alcune forze politiche in Consiglio Regionale. E’ stata fatta una scelta politica d’imperio, propagandando la realizzazione dell’impianto come l’opera che, tramite il collegamento tra le due valli valdostane e Zermatt, creerebbe un maxicomprensorio sciistico che, considerando anche Alagna Valsesia, si situerebbe al terzo posto nel mondo. Tutto ci tacendo sulla scarsa funzionalità di lunghi trasferimenti sugli impianti, e soprattutto, il prezzo altissimo che l’ultimo versante selvaggio del Monte Rosa dovrebbe pagare sull’altare di una disciplina sportiva il cui futuro è reso incerto dal cambiamento climatico in atto.

Nei tempi degli inverni senza neve, insomma, l’Amministrazione valdostana sceglie di sposare l’idea di costruire nuovi grandi impianti andando alla ricerca delle alte quote. Cime Bianche rischia di essere il primo di una serie di progetti volti ad infrastrutturare i versanti più elevati, rinunciando a pratiche più sostenibili e a un contatto con la natura che, anno dopo anno, stanno invece prendendo piede. Contro la volontà di trasformare le nostre montagne in selve di piloni (e le relative zone a valle di esse in serbatoi d’acqua per il costosissimo innevamento artificiale) si assegna la Bandiera Nera 2019 alla Giunta regionale Fosson.